BLOODPHEMY "In Cold Blood" (Recensione)

Full-length, Black Lion Records

(2019)

Purtroppo non colpisce questo ultimo lavoro degli olandesi Bloodphemy, band attiva da quasi venti anni, e che approda al terzo full-length in carriera, intitolato "In Cold Blood". Tagliando corto dico solo che le strutture dei brani sono troppo prevedibili e che la band non riesce ad interpretare il death metal come si dovrebbe, ovvero con un sano feeling malsano che, se manca come in questo caso, salta subito all'orecchio.

Nella mediocrità generale la sensazione è che la band, al di là di una produzione al passo coi tempi, non riesca ad imprimere nulla di veramente memorabile, ma solo qualcosa di vagamente "accettabile". Intendiamoci, se volete un disco monolitico e dai suoni di granito, da ascoltare distrattamente e fare un po' di headbanging, magari potete tranquillamente affidarvi a questo "In Cold Blood". Se invece, come me, siete della vecchia guardia e amate il death metal soffocante di gente come Incantation, Immolation, Morbid Angel ecc., allora credo che possiate passare tranquillamente oltre.

Spiace davvero bocciare un disco così seccamente, perchè comunque qualcosa mi dice che la band ha passione in quel che fa, ma se il risultato è questo non ci siamo. Anche perchè i primi riff decenti arrivano quasi a fine disco, con la buona e finalmente trascinante "Out of the Box", e anche con la successiva "Chambers of Horrors", che personalmente mi hanno fatto pensare: perchè la band non ha saputo mettere assieme un lotto di brani che potessero essere non dico trascendentali, ma di livello almeno apprezzabile come lo sono queste due canzoni? La risposta ovviamente non la so.

Non un disastro, ma siamo nei territori dell'anonimato e della scontatezza. Peccato.

Recensione a cura di: Sergio Vinci 

Voto: 55/100 

Tracklist:

1. Psycotic Breakdown 

2. Spree Killing 

3. Bloodline 

4. A Barbarous Murder

5. Mental Atrophy 

6. S.P.E. 

7. Out of the Box 

8. Chambers of Horrors 

9. Worship Me  

10. L'uomo delinquente 

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