Insani, bastardi e maledetti: ANARCOTERROR (Intervista)
E' con immenso piacere che ospitiamo i lombardi Anarcoterror. Fautori di un death metal/grind davvero efferato e che riporta la mente a circa 25 o più anni fa, la band si dimostra come una delle realtà estreme più valide che abbiamo in Italia. Nelle risposte del batterista LostWorkman traspare passione, dedizione, ma anche un certo distacco rispetto tutto ciò che riguarda il music business e il rapportarsi con gente di cui la band fa volentieri a meno, non esibendosi nemmeno live. Intanto potete trovare la recensione del loro ultimo ep QUI, intitolato "Hate The Living, Pray The Dead".
1) Benvenuti Anarcoterror! Presentateci il vostro nuoco ep "Hate The Living, Pray The Dead", partendo dalla sua fase di composizione fino all'uscita.
Innanzitutto grazie per lo spazio! L' antefatto più significativo è sicuramente l'ingresso nel 2017 di Paul che sostituisce Ale alle chitarre e al basso. Il background di Paul è principalmente composto dal Thrash sia di matrice americana che tedesca, oltre ad una passione per i vecchi Voivod e gli Inquisition; elementi fondamentali che consolidano il marchio Anarcoterror. Nel giro di un anno e mezzo abbiamo arrangiato i quattro brani dell' ep. Per accellerare il processo ho dovuto cantare in sala mentre suonavo la batteria, questo per assicurarci che le vocals calzassero a pennello; in questo, l'aiuto di Paul mi ha permesso di notare cosa scricchiolava. I soli posti in cui allenare la voce oltre la sala prove rimangono l'officina dove lavoro e in auto, la cosa mi pesa perche' "cantare" mi da soddisfazioni, ma non essendo il mio ruolo principale rimane marginale. Tout court, ad ottobre 2018 abbiamo registrato il tutto al Toxic Basement Studio con l'intento di vederlo pubblicato da un' etichetta. L' intenzione era stampare poche copie addirittura solo in vinile, per questioni di budget abbiamo accantonato l'idea e quindi abbiamo deciso di cercare un'etichetta che stampasse poche copie in cd e che facesse poca promozione in quanto vorremmo rimanere fuori, per quanto possibile, dall' attuale circuito di promozione gia' troppo saturo del web. Sottoponendo i brani alla Narcoleptica Productions tramite Andrey abbiamo quindi trovato la situazione ideale sia dal punto di vista economico che per l' aspetto legato alla discreta e poco invasiva promozione che cercavamo; tenevo particolarmente a questo secondo aspetto, volevo che questo ep apparisse come un oggetto occulto e rituale, un po come quando non si usava il web per promuoversi.
2) Ho recensito personalmente questo ep e l'ho trovato una bomba, in grado di riportarmi ai nomi storici del grind-death metal degli inizi degli anni Novanta. Quali sono le vostre influenze e quanto contano nel risultato finale del vostro sound?
Sapendo che ascolti molta musica non mi aspettavo da te un 80 su 100 e tutte quelle belle parole, lungi da me essere "orgoglioso" perche' l'orgoglio è la tomba delle idee, ma mi fa sicuramente piacere che l'odio dell' ep permei gli animi. Le nostre influenze derivano proprio dai primi anni Novanta, ma anche dai Venom, o da gruppi crust come i Siege. Sicuramente i Voivod per alcuni approcci strumentali. Se dovessi però aspirare ad un paragone per questo ep Anarcoterror menzionerei i Morbid Angel di Altars of Madness e l'omonimo dei Deicide; quella rabbia psicopatica miscelata a misantropia che ti fa sentire la merda e il fango nelle vene...chi se la scolla piu'? Il mio sogno è suonare in un album che faccia paura, la stessa paura che ho percepito ascoltando i Today is the day di Sadness will prevail, anche se non e' il genere che trattiamo... magari non si percepisce ma forse qualcosa dei Blood Incantation ci ha condizionato.
3) "Hate The Living, Pray The Dead": cosa significa questo titolo e di cosa trattano le liriche di questo nuovo album?
Il titolo per me è sempre un biglietto da visita: assieme all' artwork deve spronare l' ascolto. Ho scelto questo titolo per varie ragioni: mi ha sempre affascinato il potere di evocare e attirare il favore dei morti e rinnegare l'interpretazione del concetto di "vita", tratto caratteristico di uno stregone dell'era Hyboriana. In più rievoca in me la memoria dell' usanza di interpellare i morti per avere consiglio, nella sfera popolare e nello spiritismo. Infine è come un motto, quasi con valore di dicotomia, una formula di un rituale per rivendicare il diritto di odiare a morte il proprio nemico. I brani ruotano attorno al titolo: "End Time Chronicle" immagina l' incursione di Conan in un luogo in cui monaci dalle fattezze di rettile stanno celebrando un rito che annuncia un cataclisma planetario, evento che sopraggiunge nel momento stesso in cui il Barbaro irrompe nella funzione. "Sky Epitaph" l'ho immaginata come una poesia di un' entita' simile ad un dio e in quanto tale, senza sentimenti, ma che assistendo a formidabili eventi astrologici, si trova travolto da passione, così da scrivere una sorta di cantico. "Dead Phoenix" è un il presagio di sventura in seguito all' abbatimento della Fenice, è la maledizione che deriva dall' atto sconsiderato che preclude il rinnovamento e la resurrezione. "Hermetic Suicide" è l'inno che si rifà al concetto del titolo: immagina di torturare il tuo nemico secondo istruzioni ermetico-rituali; il tuo nemico muore, ma non ne hai abbastanza: recitando apposite rime puoi compiere un suicidio che ti permetterà di torturarlo all' infinito.
4) Il vostro è solo un progetto da studio vero? Come mai questa scelta? Per caso pensate che in futuro potrete cambiare idea in tal senso?
Una delle istanze che portarono alla nascita di Anarcoterror fu quella di non suonare dal vivo. Per ora non c'è voglia di relazionarsi con la dimensione live, sia da parte mia che da parte di Paul. Personalmente, e' una scelta che deriva dalla volonta' di non entrare in contatto con nessuno, a stento vado a mia volta a live di band che adoro. Piu' passa il tempo e piu' non sopporto parlare a voce con le persone. So che mi precludo svariate possibilita' e oppurtunita' di crescere come musicista e come persona. In piu' lavorare sui pezzi in due rende tutto piu' disinvolto, se ci si completa a vicenda. Se riuscissi a cantare facilmente mentre suono proveremmo a fare un live, ma non ho i mezzi per allenare a sufficienza questo aspetto. Forse, considerata la scelta di non suonare live e rimanere in due, qualcuno puo' vedere Anarcoterror come la band "della domenica", come se la nostra scelta sia in bilico tra guardare una partita di calcio, fare l' aperitivo e suonare. Ritengo superfluo commentare questo pensiero. Siamo perfettamene consapevoli che per far parte del "giro giusto" bisogna sicuramente avere una preparazione differente, questo non ci impedisce di fare cio' che vogliamo senza dover nulla a nessuno. Che sia poi l'audience a decidere se gli Anarcoterror vadano dimenticati oppure no.
5) Il nuovo album esce per Narcoleptica Productions. Come siete giunti al deal con essa?
Finite le registrazioni, ho scritto a molte etichette sia italiane che estere, al di là del punto di incontro raggiunto e di altre proposte allettanti, le risposte di interesse concreto sono state veramente poche. Poco male, come dicevo precedentemente cercavamo qualcuno che facesse una promozione non intrusiva e ci stampasse poche copie. La serietà di Andrey della Narcoleptica e' sicura come la morte, in più ha in catalogo delle band veramente valide, tra cui Barbarity ed Elegiac. Rimane il desiderio di trovare qualcuno che ci aiuti a stampare qualcosa in vinile, magari un bel 10" trasparente. Il problema del vinile e' il costo.
6) Che novità ci sono per l'immediato futuro degli Anarco Terror? Per caso ci delizierete con il vostro primo full-length?
Stiamo arrangiando materiale nuovo, probabilmente finirà su uno split ma è ancora tutto da confermare. Posso dirti che ci sara' qualche influenza dei Portal, è da un po' che ci stanno ossessionando. Il discorso full-length e' da vedere, sono un po' per la scuola dei Sadistic Intent, sfornare ep piuttosto che full. Registrare è veramente un momento sacro, ne sento il bisogno come sento il bisogno delle prove e dei quasi quotidiani allenamenti. Per quello preferisco registrare pochi brani, dopo un po' c'è il bisogno di essere esorcizzati. O essere curati dal Demiurgo, ogni sessione è un' esperienza nuova.
7) Cosa rappresenta l'artwork di copertina?
Alcune premesse riguardo l' artwork: la cover, come dicevo, non ha il logo della band. Questo perche' pensavo interferisse con gia' l' esplicita immagine che deriva da un sogno allegorico. Cercando sul web poi ho effettivamente constatato che diverse confraternite hanno vestiti simili con colori diversi. Si rifa' forse anche all' immaginario settario di film come "Tutti i colori del buio". Non ha solamente accezione negativa, in quanto l'arancione è anche il colore della rinascita. Puo' anche raffigurare la visione che una vittima sacrificale drogata ha del suo carnefice prima di spegnersi per sempre.
8) Cosa spinge una band di adulti ad andare avanti con la musica estrema, nonostante ormai il mercato sia iper saturo e la gente molto "distratta" e indifferente verso l'underground?
Alla fine si continua per il motivo piu' semplice, sicuramente qualcuno lo ha gia' detto: lo si fa per se stessi. E' come se fosse un percorso di perfezionamento.
9) L'intervista è conclusa, a voi le ultime parole!
Sit tibi terra levis! Odiate i viventi e pregate i morti!
Intervista a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
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