ABBATH “Outstrider" (Recensione)
Full-length, Season Of Mist
(2019)
Torna capitan Abbath con la sua consueta, glaciale mistura di black norvegese, thrash e metal classico, per la seconda volta da solista, con un lavoro più ragionato rispetto al precedente, omonimo debutto, buttato fuori forse troppo in fretta.
Il disco segue più o meno il solito canovaccio: si inizia alla grande con l'epicissima “Calm in Ire (Of Hurricane)” e si prosegue con parti veloci che si alternano a blast beat, raggiungendo l’apice con la quarta “Harvest Pyre"; stavolta il pezzo lento cadenzato bathoryiano è la title-track – stupenda – mentre in chiusura troviamo la cover della canzone più veloce di “Blood Fire Death", l'indiavolata “Pace ‘Till Death", scelta a dir poco geniale. Qualitativamente il disco si assesta quindi tra il buono “All Shall Fall" e il discreto album d'esordio “Abbath"; la band funziona più che bene, l'inserimento in pianta stabile del virtuoso chitarrista solista Ole André Farstad è una scelta azzeccata, e anche la nuova sezione ritmica costituita dalla bassista Mia Wallace (stima) e dal batterista Ukri Suvilehto sembra affiatata e ben integrata nell’inconfondibile suono dell'ex Immortal, e non fa per nulla rimpiangere i turnisti, di lusso, dell'album di debutto.
Nessun miracolo – sia chiaro – ma non si può non voler bene al Lemmy del black norvegese, al gemello diverso di Matt Pike, a uno dei più credibili tra gli innumerevoli epigoni di Quorthon, almeno per attitudine; all'uomo che nel 1999 prese in mano gli Immortal e creò un suo suono con l'epocale “At the heart of winter" e da allora lo porta fieramente avanti, riuscendo anche a evolverlo, seppur a piccole dosi, ma quanto basta a non risultare mai eccessivamente datato.
Recensione a cura di Alessandro Attori
Voto: 75/100
1. Calm in Ire of Hurricane 04:32
2. Bridge of Spasms 03:49
3. The Artifex 04:09
4. Harvest Pyre 04:12
5. Land of Khem 04:08
6. Outstrider 05:39
7. Scythewinder 04:17
8. Hecate 04:25
DURATA TOTALE: 35:11
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