"Primitive Metal" prima di tutto: NEROCAPRA (Intervista)
Si definiscono una band di "primitive metal" e ciĆ² a noi va sicuramente bene, ma i torinesi Nerocapra dimostrano con l'ultimo album, "Decomposizione", che nella loro musica non mancano tanti altri elementi di interesse, primi fra tutti una forte personalitĆ ed uno stile difficilmente accostabili ad altri. A voi il resoconto della nostra chiacchierata con loro.
1) Benvenuti Nerocapra! Ormai siete sulle scene da circa dieci anni e avete tre album all'attivo. Possiamo giĆ stilare un bilancio della vostra carriera in questi 10 anni circa? Sono state piĆ¹ le soddisfazioni o le delusioni a prevalere?
Mirco: Per noi la piĆ¹ grande soddisfazione ĆØ riuscire a continuare a fare musica estrema e portare avanti il nostro personale percorso musicale (ognuno di noi ĆØ impegnato anche in altri progetti) con tutte le problematiche annesse di tempo, denaro e "curve" della vita di tutti i giorni...vere e proprie delusioni non ne abbiamo mai provate, fino a quando saremo mossi dalla voglia e dalla passione credo che tutto quel che di positivo Nerocapra e la musica in genere ci porta sia solo "oro colato"... che sia una nuova idea, una scaletta ben suonata, un feedback, una recensione, un concerto, una intervista come questa...
2) "Decomposizione" ĆØ il vostro nuovo album. Descrivetecelo un po', dall'inizio della sua gestazione fino all'uscita per la Warhell Records di Fabio Lipera degli storici Sinoath.
Mirco: "Decomposizione" ĆØ stato il traguardo che ci siamo trovati a voler raggiungere nel momento dell'avvicendamento dietro le pelli tra Beppe Mondini (grande amico ora con gli Ottone Pesante...spaccate tutto raga!) e Roberto Ripollino, amico di vecchia data e amante del marciume musicale degli anni ottanta/novanta... lo incontrai per la prima volta proprio in quegli anni quando suonava con gli Omicidio poi Nihili Locus, una tra le primissime death metal band torinesi... Ritrovarci ĆØ stato un piacere e dopo un bel po’ di prove per togliere via la ruggine dagli arti di Roby abbiamo deciso di registrare nuove idee...
Abbiamo registrato come al solito all'Hellbox, la fucina dei Nerocapra e una volta raggiunto il master ci siamo chiesti in che formato farlo uscire. L'idea di partenza era stamparlo in vinile come 10" o come una sorta di split da condividere con "Il carnefice pastore" mini uscito nel 2016 su cassetta ma tra mille problemi si ĆØ optato di completare la trilogia in digipack iniziata con "Vox Inferi" e continuata con "Mefisto Manna". Arrivare alla stampa e al piacere di poterlo fare uscire con il supporto della Warhell Records poi ĆØ stato semplice... abbiamo mandato i brani a Fabio come per "Mefisto" ed ĆØ stato nuovamente favorevole nel condividere a diffondere il nostro primitive metal.
3) Ascoltando il vostro ultimo disco, e descrivendolo in fase di recensione, ho potuto constatare l'ottimo livello del vostro songwriting e la vostra personalitĆ spiccata. Cose che vanno un po' in contrasto con alcune critiche, magari anche in senso positivo, che vi descrivono come una band di death metal "primordiale"? Cosa avete da dire a riguardo?
Mirco: in realtĆ il termine esatto ĆØ: "primitive metal". E' il nostro personale modo di intendere il progetto... niente fronzoli, niente luccichii e merletti... ĆØ stato "coniato" da Dne (cofondatore dei Nerocapra) e me dopo una bella bevuta piĆ¹ di dieci anni fa’... se ci descrivono cosƬ ne siamo piĆ¹ che grati!
4) Il death metal in Italia e annessa scena estrema in generale. Potreste evidenziarne pregi e difetti e come pensate che si evolverĆ in futuro?
Alessandro: Domanda interessante, purtroppo penso che la scena estrema italiana e internazionale, sia lo specchio dei tempi che stiamo vivendo. Personalmente non mi piace tutta questa sorta di teatralitĆ che riscontro in molte band, a volte mi chiedo se debbano suonare o andare ad una sfilata di carnevale. Ma alla fine se gratti sotto ai finti vestiti sdruciti, ai costumi di scena, alle maschere che cosa rimane? Nulla, solo la spettacolarizzazione dell’apparire come se la musica debba passare in secondo piano. Allo stesso modo non apprezzo tutto il filone di band metalcore o deathcore, e non penso servano commenti a riguardo…
Spesso mi chiedo quando i gruppi storici lasceranno le scene chi raccoglierĆ l’ereditĆ di 30 anni e piĆ¹ di death metal; sono pochi i nomi che mi vengono in mente, sicuramente perĆ² nella scena underground rimarrĆ sempre lo spirito vero del death metal, fatto di passione, sudore, atmosfere funeree e testi truculenti ahahahahahah….
5) Pensate ci siano delle differenze sostanziali tra il vostro ultimo lavoro, "Decomposizione" e gli album precedenti? E quali sono?
Mirco: Fondamentalmente la line up. Ogni musicista che ha suonato nei Nerocapra ha contribuito con il suo modo di suonare e di essere a tutto quello che finora abbiamo partorito...penso che Decomposizione sia il meno "nervoso"...piĆ¹ ragionato ma sempre molto primitivo...
6) Come sono state finora le critiche per "Decomposizione"? Credete che la gente abbia capito la vostra proposta e il messaggio che volete trasmettere?
Alessandro: Al momento le critiche sono state sicuramente positive, in definitiva la nostra proposta musicale si rivolge ad un pubblico che ricerca certe sonoritĆ e che sa giĆ cosa andrĆ ad ascoltare. Sicuramente non abbiamo inventato e non abbiamo nemmeno la pretesa di inventare nulla di nuovo, quello che ci interessa ĆØ suonare death metal con la nostra personalitĆ . Devo dire che chi ci ascolta apprezza la nostra sinceritĆ e passione in quello che suoniamo.
7) Alcuni di voi sono sulla scena probabilmente da decenni. Cosa vi spinge ad essere ancora qui a suonare metal estremo, in un Paese come l'Italia poi, che offre davvero poche soddisfazioni se rapportate all'impegno profuso da chi fa musica metal?
Alessandro: SƬ tutti noi tre abbiamo un background musicale che affonda le sue radici tra la fine degli ’80 e nei primissimi anni ’90, eravamo per cosƬ dire tra i precursori della scena musicale estrema torinese. La passione e la voglia di fare musica insieme, sono le componenti che ci spingono a continuare a suonare.
8) Vogliamo approfondire il discorso testi, e in particolare di cosa parlano quelli di "Decomposizione"?
Mirco: Parlano del continuo stare in bilico fino al decadimento...del disfacimento del corpo, del pensiero, dei rapporti...dello stato organico e non che caratterizzerĆ per certo l'incontro della nostra personale vita con la morte...
9) Cosa rappresenta l'artwork di "Decomposizione"? Ne vogliamo parlare piĆ¹ nel dettaglio?
Mirco: Appena ho visto l'espressione, la postura di quel teschio ho detto: ĆØ lui. E' quasi melanconico... l'ultimo stadio del disfacimento dove ĆØ ancora presente il messaggio che va oltre la parola e i gesti.
10) Vi piace esibirvi dal vivo? E quali sono i vostri impegni live attuali e, in caso, quelli futuri piĆ¹ importanti?
Alessandro: L’attivitĆ live ĆØ una componente essenziale nella vita di un gruppo e noi siamo ben felici quando possiamo suonare in concerto. Purtroppo la situazione concerti ĆØ un po’ stagnante, rispetto a una volta si fa molta piĆ¹ fatica a trovare una data cosƬ come sono anche cambiate le dinamiche di approccio al locale (il pay to play ĆØ una cosa sconvolgente). I locali sono pochi e quelli che ci sono non se la passano di certo bene o sono stati costretti a chiudere purtroppo. Anche in questo caso la situazione ĆØ figlia dei nostri tempi, sinceramente non capisco perchĆ© se suoni cover sei piĆ¹ apprezzato e il locale ĆØ pieno, se invece fai della musica tua devi arrancare con le unghie e i denti. Apparire, apparire e scimmiottare …Per gli impegni futuri, in Ottobre faremo una sorta di minitour assieme agli amici Daemusinem e sicuramente delle date a Torino e in Piemonte.
11) Un saluto ragazzi, concludete come volete questa intervista!
Alessandro: Grazie Sergio per l’intervista ĆØ stato un vero piacere rispondere alle tue domande. Noi siamo qui, continueremo ancora per un po’a divertirci e a suonare del sano Death Metal andando avanti per la nostra strada.
Mirco: Grazie e buona musica a tutti! Mi vado a stappare una birra, cin.
Intervista a cura di Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
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