Intervista: KHALI
Abbiamo di recente recensito il loro debutto discografico QUI e ne siamo rimasti piacevolmente colpiti. La parola quindi va alla band, che ci svela qualcosa di interessante riguardo il loro passato, presente e futuro. A voi!
1) Benvenuti Khali, "Tones Of The Self Destroyer" è il debutto discografico, vogliamo parlare della sua gestazione?
1) Benvenuti Khali, "Tones Of The Self Destroyer" è il debutto discografico, vogliamo parlare della sua gestazione?
Certo, l’album è nato in maniera molto spontanea, abbiamo elaborato in sala le idee individuali tenendo quello che funzionava meglio per il nostro sound. Abbiamo prestato molta attenzione alla struttura dei pezzi, al loro arrangiamento, agli incastri tra le due voci, per far si che i pezzi avessero il giusto impatto in sede live. Abbiamo un bellissimo ricordo di quel periodo, per noi la fase di composizione è un momento idilliaco in cui lo spirito si eleva in per raggiungere uno stato superiore.
2) Come pensate si sia evoluto il vostro sound in questi anni? E avete già idea di come potrebbe essere il prossimo album?
In realtà è in continua evoluzione, col cambio del batterista le direttive sonore sono mutate notevolmente per permettere a Vincenzo di esprimersi al meglio, sia con i brani di “Tones of the self destroyer” sia con il materiale che stiamo incominciando a tirare fuori. Sicuramente è ancora presto per dire se il nostro sound futuro sarà distante da quello del disco d’esordio e quanto lo sarà. Anche se conoscendo tutti i membri e il modo di intendere la musica ci sentiamo di dire che un cambiamento ci sarà, non ci sentiamo una band autoreferenziale ma piuttosto un macigno che rotola, si smussa, cambia forma ad ogni colpo inferto dalla vita.
3) Ho riscontrato molte influenze nel vostro sound, tra groove, stoner, e metal moderno. Come riuscite a far convivere in maniera così convincente queste vostre varie sfaccettature?
Ci viene spontaneo grazie ad un ampio background come ascoltatori in primis. Questo però non significa che ascoltiamo esclusivamente generi che riproponiamo nel nostro sound. Per fare del buon Metal non si può ascoltare solo quello, anche se rimane la nostra droga migliore! Semplicemente facciamo convivere tutto ciò con una buona disinvoltura perché è quello che ci esce senza forzature di ogni sorta.
4) Avete già raccolto dei pareri da parte dei media riguardo il vostro nuovo album? E come sta andando in generale?
L’album è stato accolto molto positivamente dalla critica, e stiamo ricevendo continuamente degli ottimi feedback riguardanti il disco dagli operatori del settore. Dobbiamo dare il giusto merito anche alla nostra etichetta, la Ghost Label Record che crede molto nel nostro progetto e ci supporta in tutte le nostre iniziative. In generale stiamo cercando di crescere per portare il progetto dei Khali ad un livello successivo e cercare di stupire sempre più chi viene a premiarci assistendo ai nostri concerti.
6) Siete attivi sul fronte live? Quali sono i vostri prossimi impegni e dove si terranno le prossime date?
Abbiamo tenuto vari show nell’arco dell’ultimo anno tutti nella provincia di Roma, a Maggio saremo in tour in Europa e toccheremo paesi come Slovenia, Austria, Svizzera e Francia per supportare a dovere il nostro disco e farlo conoscere in diversi paesi.
7) Come avviene il processo compositivo nella band?
Fino ad ora si è basato sul materiale portato da Cristian e Paolo ed arrangiato totalmente dalla band in sala. A volte l’idea che viene portata è già matura ed è una vera e propria bozza di brano, delle volte invece ha bisogno dell’intervento di tutti per diventarlo. Ad ogni modo non diamo veramente limiti alla fantasia pur cercando di mantenere dei tratti distintivi del nostro sound nell’ambito dello stesso disco. Spesso è facile per le band che propongono musica originale scadere nella banalità, per questo crediamo che bisogna metterci molto impegno affinché l’istintività non diventi un limite piuttosto che un pregio.
8) Se dovreste scegliere un solo musicista o band con cui condividere il palco, chi scegliereste e perchè?
Cristian direbbe Mastodon perché pensa che siano i più grandi tra i contemporanei e racchiudono alcuni ingredienti in comune coi Khali, Paolo direbbe Gojira perché semplicemente adora il loro sound, Vincenzo direbbe Liquid Tension Experiment perché è un amante del progressive Metal strumentale.
9) Quali sono i vostri obiettivi per il futuro e quali obiettivi che vi eravate prefissati pensate di aver già raggiunto?
Siamo felici per come viviamo il nostro rapporto con questo progetto, c’è grande serenità verso di esso anche se abbiamo avuto periodi neri li abbiamo superati con la tigna di chi ci tiene per davvero a qualcosa. Abbiamo fuori un disco del quale siamo innamorati e nel quale abbiamo messo tutti noi stessi, abbiamo un’etichetta che ci supporta a dovere, dei fan che incominciano a conoscerci dai quali riceviamo le soddisfazioni più grandi. L’obiettivo come dicevamo prima è crescere come band, impegnarsi fino in fondo perché questo accada e stabilire dei nuovi obbiettivi alla portata.
10) Di cosa parlano i testi delle vostre canzoni e chi li scrive?
Parlano dell’umana aberrazione, di quanto l’uomo non sia in sintonia con il pianeta che lo ospita e dell’ego smisurato di noi esseri umani. Non c’è una indicazione, non c’è una cura nelle nostre parole ma solo un’attenta osservazione dei questo processo mortale. Anche questo è Death Metal.
11) Concludete come volete l'intervista!
Onorate le vostre passioni, date loro la priorità e forse non avrete rimpianti nella vostra breve vita.
Intervista a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
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