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Intervista: ELECTROCUTION


Gli Electrocution sono tornati con un disco che ha fatto letteralmente bruciata qui in redazione! (trovate la recensione di ""Psychonolaty" QUI). Bando alle ciance e diamo voce alla band stessa per scoprire qualcosa di più sul loro comeback, e per fare due chiacchiere in generale con loro. Buona lettura!

1) Benvenuti Electrocution, per noi è un onore ospitare sulle nostre pagine un pezzo importante del death metal italiano come voi! Vogliamo cominciare a raccontare qualcosa del vostro ultimo album "Psychonolatry", ovvero della sua gestazione e di dove è stato registrato?
(Mick) Grazie mille per averci ospitato qui da voi! "Psychonolaty" nasce durante due intensi anni di duro lavoro di songwriting e di studio di registrazione. Durante questo periodo abbiamo trovato l'alchimia della band. Il principale compositore è stato Neil. Io ho scritto tutti i testi, ma abbiamo lavorato insieme per completare ogni canzone. Inoltre Neil è un grande produttore e ingegnere del suono, ed ha saputo trovato il suono giusto per noi.
(Neil) Mi sono occupato personalmente della produzione del disco già in fase di scrittura. Essendo entrato solo da qualche anno nella band, il mio lato di fan ha comandato parecchio. Mi sono immerso completamente per cercare di rappresentare e valorizzare il sound di ogni elemento. Ho anche cercato di dare l'amalgama giusta ad un disco che per me da produttore e musicista è uno dei traguardi più soddisfacenti della carriera.
(Alessio) Neil ci è cresciuto col metal estremo ed è riuscito a dare la giusta pacca.
(Mick) Sì, uno dei motivi per cui ho voluto Neil nella band è proprio il fatto che vede il Death Metal in modo molto simile a me. Deve essere pesante, veloce e violento. Non è semplice arrivare a questo. Non basta buttare blast beat qui e la. Per fare sì che si senta l’inferno, ci vogliono anche i giusti contrasti a lanciare per la cattiveria.

2) Come pensate si sia evoluto il vostro sound in questo ultimo album? Pensate sia cambiato qualcosa rispetto al precedente "Metaphysincarnation"?

(Mick) Sono due album profondamente differenti anche se mantengono la nostra impronta entrambi. A mio avviso "Metaphysincarnation" è un album da ascoltare in maniera più meditativa. Invece "Psychonolatry" è da vivere sotto il palco. Alex ha fatto un ottimo lavoro componendo "Meta" ma è troppo tranquillo per me. "Psychonolatry" è un vero assalto al Death Metal come desidero da un album! Neil ha un’attitudine naturale a scrivere brani adatti al giusto impatto live. Odio la mia voce in "Meta". Al contrario, penso di aver dato il meglio di me nell'ultimo album. Finalmente ho ritrovato il mio growl.
(Alessio) Credo che "Psychonolatry" combini elementi del sound degli album precedenti: "Inside the Unreal" è puro male e devastazione, mentre Metaphysincarnation incorpora più "raffinatezze", ovvero più melodia e armonia per rendere l'ascolto interessante. Con quest'album abbiamo cercato di mantenere entrambi questi aspetti.


3) Riuscite a proporre un death metal molto brutale, ma nel vostro sound non manca mai una vena melodica che riesce a donare ai pezzi quel qualcosa che permette loro di essere facilmente memorizzabili. In tutto questo anche l'aspetto tecnico è ben presente. Come riuscite in questo non facile compito?
(Alessio) Intanto: grazie mille per queste dolci parole! La risposta è che non c'è nessun segreto, solo esperienza e impegno di giorno e anche (e soprattutto) di notte.
(Mick) Come riusciamo? La nostra musica è veramente istintiva per cui pon saprei spiegartelo nei dettagli. Penso però che il lavoro di squadra faccia molto. Il mix di teste evidentemente permette di trovare il giusto mix musicale.

4) Come sono stati finora i pareri riguardo "Psychonolatry"?
(Mick) Leggo recensioni bellissime da tutto il mondo. Speriamo che non finisca come già accaduto in passato, hahaha. Scherzi a parte noi siamo molto carichi e non vediamo l’ora di spaccare un po’ di orecchie e ossa su qualche palco!

6) Siete attivi sul fronte live? E che spettacolo cercate di offrire al pubblico?
(Mick) Siamo stati molto attivi fino al 2017. Siamo stati fermi un anno per concentrarci sull’album nuovo. Non so per quale motivo, ma al momento non si vedono molti live all’orizzonte. Dal vivo offriamo uno spettacolo “vero” alla vecchia maniera. Se riesci a resistere a non buttarti nella mischia coi nuovi brani vuol dire che il Death Metal non è per te, hahaha.

7) Come valutate la scena metal italiana oggigiorno? Credo che voi possiate dare una risposta davvero attendibile, calcolando che siete in giro da quasi trenta anni...E cosa vi ha spinto a tornare in pista nel 2012, dopo moltissimi anni di attività?
(Mick) La scena di oggi è molto ricca e, per fortuna, molto migliore di quanto lo era negli anni Novanta. Avevo lasciato la band (e la musica tutta) per una crisi esistenziale. Ma col tempo, dopo esserne uscito, il richiamo della musica è stato grande. Dopo aver ristampato "Inside The Unreal2, Alex ed io abbiamo ritrovato la voglia di produrre qualcosa di nuovo. Così abbiamo proposto anche a Max e Luca di fare un nuovo album. Purtroppo Luca aveva ormai deciso di mandare affanculo l’ambiente musicale (e lo posso ben capire). Per cui abbiamo preso con noi Vellacifer per fare uscire "Metaphysincarnation". L’idea iniziale era limitata ad un album in studio, ma le richieste dei promoter e la voglia di tornare sul palco erano troppo forti. Alex vive a Los Angeles e Max è molto preso dal lavoro e dalla vita privata, per cui non restava altro che trovare i componenti per portare la band dal vivo. Dopo vari cambi di line-up, finalmente abbiamo trovato la giusta intesa con Neil Grotti e Alessio Terzi alle chitarre, Mat Lehmann al basso e Vellacifer alla batteria. Il death metal mi ha riaccolto tra le braccia, dandomi la possibilità di sfogare il male che attanaglia la mia anima. Il palco è fondamentale per buttare fuori la rabbia che, sfogata altrimenti, potrebbe mettermi in guai seri.

8) Quali sono i vostri obiettivi per il futuro e quali obiettivi che vi eravate prefissati pensate di aver già raggiunto?
)Mick) Suonare dal vivo. Suonare dal vivo. Suonare dal vivo. Non importa dove! Ma vogliamo portare la nostra musica ovunque si possa. Abbiamo tutti bisogno del contatto col pubblico.
(Neil) Abbiamo già in mente il prossimo album e non abbiamo intenzione di alleggerirci.

9) Di cosa parlano i testi dell vostre canzoni? E per caso, c'è un filo conduttore che lega i brani di "Psychonolatry"?
(Mick) Mi piace leggere libri di filosofia, scienza, mente. Sono in continua ricerca di me stesso e del mio posto nel mondo. Un giorno ho capito che non c'è un angolo di questo pianeta dove posso trovare il posto giusto per me. Sono un malato misantropo. Così ho deciso di buttare sui testi, la mia visione della mente umana.
"Psychonolatry" è l'unione di Psycho e Iconolatry. Questa è l'idea principale dietro il significato delle canzoni di questo album. Lo psycholavaggio in cui cadiamo tutti. Le immagini che ci colpiscono ogni giorno sono così tante e così false e ingannevoli che non possiamo distinguere più la differenza tra il vero e il falso. Tra il reale e l'immagine. Tra il risveglio e il sonno. Questo album è una discesa nella psiche umana attuale.
Apparentemente c'è un'eccezione al tema principale: "Bulåggna" / "Bologna". Questa canzone è in due versioni "Bulåggna" è nel dialetto della nostra città e "Bologna" è cantata in inglese. Questa canzone è un omaggio alla nostra città: Bologna. Viene rappresentata come una signora tradita dai suoi stessi cittadini. È stata violentata dai politici che usano questo importante luogo politico come bordello per oliare le ruote marce del potere. Usano la città come schiava o come un pezzo di carne da cannibalizzare e da cui rubare il sangue, goccia a goccia.

10) Concludete come volete l'intervista!
Grazie mille di averci ospitato qui. Speriamo di potervi sbadilare in faccia al più presto un po’ di Electrocution live!!!
Grazie mille per l'intervista!
Mick



Intervista a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"

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