GORGON "Elegy" (Recensione)
Full-length, Dusktone
(2019)
Il regno dell'arcano mistero può avere confini più larghi di quanto si possa pensare. Mettiamo subito le carte in tavola, i francesi Gorgon sono usciti allo scoperto con un nuovo album che deflagra all'istante parecchie band che tentano di trattare una materia complessa come quella del Symphonic Death Metal. "Elegy" è di una bellezza commovente perché protende il suo respiro fino agli ascoltatori della Musica più ambiziosa.
Si parte con "Origins" che ha un sound molto evocativo che rimanda nobilmente ai Behemoth ma ha il pregio di arricchire la proposta con un maestoso arrangiamento sinfonico. Paul Thureau al growl è devastante, trascinando con sé il feroce drumming di Charles Phily. Le orchestrazioni, ad opera dello stesso Thereau, avanzano con elegante solennità, producendo poi degli stacchi imponenti che donano al brano un magnifico senso di epicità. Continuo nel mio stato di sublime euforia che si consolida con "Under A Bleeding Moon". L'insieme ha del miracoloso, sono vittima di un'apoteosi sensoriale che esplode attraverso un andamento musicale commovente. Il vortice Death, sprigionato dalle chitarre di Julien Amiot e Paul Thereau, si sposa perfettamente con l'espressiva forza orchestrale. Proseguo nell'ascolto e m'imbatto in un altro brano che ha dell'incredibile. "Nemesis" innalza ulteriormente i toni, con l'orchestra che delinea magistralmente i contorni grandiosi di questa band pazzesca. Per cortesia, non chiedetemi di spiegarvi cosa mi sta succedendo, so solo che poche volte mi sono sentito così in preda all'entusiasmo. "The Plagues" comincia con un forsennato blast beat di batteria. Quindi il drumming si placa per porre in risalto lo splendido growling di Paul Thureau, le chitarre tessono un gioco ad incastro che si rivela prodigioso. I cori in sottofondo danno un tocco di dolcezza ad un brano che a tratti assume sfumature mediterranee. Ecco che torniamo a confrontarci con il tema dell'abisso, a me tanto caro. In effetti con "...Into The Abyss" le pretese di gradimento bussano alle mie orecchie ed io rispondo con naturale apprezzamento.
La sfera abissale ci si presenta dinanzi, con ingannevoli sirene marine che ci portano a sprofondare nella dimensione dell'assoluto. Il bouzouki ammalia e fa da ottimo contraltare al tagliente riffing chitarristico. La parte dei cori è condotta, come al solito, con senso della misura. Arriviamo a "Ishassara" che ci investe con un growling portentoso e colmo di pathos. L'amalgama tra i musicisti è spaventoso, ne viene fuori un paesaggio dalle tinte forti. Ormai sono totalmente preso e l'emozione diviene incontrollabile. Il penultimo brano "Of Divinity And Flesh" spicca per la ritmica spietata, dettata da Aurel Hamoniaux al basso e Charles Phily alla batteria. Notevole è l'apporto orchestrale con i cori che intervengono il giusto per smorzare la massiccia dose musicale.
Si chiude con "Elegy", pezzo strumentale che ci porta alla riflessione su ciò che abbiamo ascoltato. In questo caso, i vocalizzi guidano lo spirito della traccia, l'aria si rende quieta ed io sento già il desiderio di ripercorrere questo viaggio. Ho un senso di adrenalina addosso, posso dire di aver provato emozioni fortissime all'ascolto di "Elegy". È uno di quei casi in cui si ha voglia di scappare di casa e prendere il primo treno, per andare ad ammirare dal vivo una band.
Ho già un piede fuori dall'uscio, lode ai Gorgon!
Recensione a cura di: Andrea Bottoni
Voto: 100/100
Tracklist:1. Origins 04:27
2. Under a Bleeding Moon 05:59
3. Nemesis 05:43
4. The Plagues 06:44
5. …into the Abyss 06:09
6. Ishassara 04:57
7. Of Divinity and Flesh 06:09
8. Elegy 02:56 instrumental
DURATA TOTALE: 43:04
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