Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

INFERNAL MAJESTY "None Shall Defy" (Recensione)


Full-length, Roadracer Records 
(1987)

Chiariamo subito che non c'è nulla in questo disco che non sia già stato suonato, in qualche modo, da altre bands prima di loro: ciò non di meno, questo “None shall defy” è una perfetta summa di quanto di meglio il metallo estremo era riuscito a dare fino a quel momento. 
Benché il 1987 sia ricordato per aver dato i natali discografici a bands ben più famose (e longeve) come Testament e Death Angel, è sicuramente questo l'album thrash davvero degno di nota secondo il sottoscritto. Non c'è un solo brano, tra i sei effettivi presenti su “None shall defy”, che non sia davvero bello, sfiorando il capolavoro assoluto con “Overlord”, “Night of the living dead” e la title-track: i cinque canadesi riescono, grazie ad un songwriting totalizzante, a dare spazio ad ogni stilema e ad ogni tipo di approccio che tanto faceva (e fa) galvanizzare i metallheads di ogni tempo, aggiungendo una fortissima dose di personalità. 

Chiaramente troviamo i tempi slayeriani, feroci e forsennati, che sgomitano per sfociare in un proto-blast beat (S.O.S.) od in rallentamenti, talora minacciosi e talora atmosferici, in una vera e propria girandola di riff e cambi di ritmo. Come ben si capisce dal minutaggio medio piuttosto elevato, i pezzi degli Infernal Majesty sono tutti molto articolati e ben suonati, anticipando in qualche modo il tecno-thrash che avrebbe preso piede di lì a poco (il debutto dei Mekong Delta è dello stesso anno). 
Ma la vera firma stilistica del disco è però non tanto l'impatto sonoro quanto l'atmosfera malsana che si respira dall'inizio alla fine: complice una produzione poco brillante ma comunque calda e rotonda, sospinti da tematiche lugubri e sataniche, gli Infernal Majesty riescono a coniugare il tocco sabbathiano con certe melodie in tremolo picking che tanto ritroveremo, di lì a pochi anni, nel death scandinavo e nel black metal. Anche in questo hanno avuto precursori – su tutti direi i mai troppo elogiati Possessed – ma “None shall defy” raggiunge, dal punto di vista compositivo, una completezza ed una perfezione davvero rara. 

Proprio perché complesso e variegato, sia nelle atmosfere come nelle geometrie compositive, non è un disco di facilissimo ascolto: se certi pezzi prendono da subito (come la micidiale accoppiata iniziale), altri avranno bisogno di plurimi e diversi ascolti per essere apprezzati in ogni singola sfaccettatura. Eppure, perché non hanno mai avuto il successo che avrebbero meritato? Sarebbe facile gridare alla sfortuna, ma c'è anche da dire che gli strali se li sono tirati addosso da soli: nel mondo del metal non esistono le carriere facili, non esistono i singoli né i dischi che fanno diventare milionari di punto in bianco, ed ogni gradino deve essere meritato con la costanza, la continuità, l'impegno, non solo con il talento. Dopo questo disco la band canadese si perse in una girandola di problemi di formazione, scioglimenti e false partenze: ad oggi hanno pubblicato solo quattro album – tutti meritevoli, ma sicuramente inferiori rispetto a questo - di cui il secondo a distanza di ben undici anni dal debutto! 
Ma oramai la storia era fatta, ed ancora oggi siamo qui a ricordarcene.

Recensione a cura di: Fulvio Ermete
Voto: 85/100

Tracklist:

1. Overlord 05:57
2. R.I.P. 01:13 instrumental
3. Night of the Living Dead 07:20
4. S.O.S. 04:50
5. None Shall Defy 06:45
6. Skeletons in the Closet 03:51
7. Anthology of Death 06:51
8. Path of the Psyco 01:53

DURATA TOTALE: 38:40

LINKS:
Bandcamp
Facebook
Homepage

Nessun commento