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Will’O’Wisp "Mot" (Recensione)


Full-length, Nadir Music
(2018)

I liguri Will’O’Wisp sono l'ennesima dimostrazione lampante che il nostro panorama metal ormai da anni sforna band che sono al top qualitativo, capaci di competere, e tante volte superare, la concorrenza estera. E dire che i Will’O’Wisp non sono dei novizi, in quanto la loro carriera inizia a fine anni Novanta, per poi interrompersi per una decina d'anni e riprendere a tutti gli effetti nel 2012 con la pubblicazione di "Kosmo", e con la seguente formazione: Paolo Puppo (chitarra), Jacopo Rossi (Nerve, Antropofagus, Dark Lunacy) al basso, Oinos (ex-Sadist, Node) alla batteria e alle tastiere, ed Emanuele “Deimos” Biggi alla voce. Nel 2015 esce "Inusto", per arrivare al 2018 con questo "Mot", fresco fresco di stampa per la sempre attivissima Nadir Music.

La strada di questa band pare sempre in evoluzione, in un percorso di auto miglioramento che non si ferma davanti a niente, e oggi questa band si dimostra come una delle più dotate tecnicamente in ambito estremo. Tutto l'album lancia schegge di death metal tecnico e affilato, ma dove la componente epica affiora con enfasi, e dove la band esprime un concetto di metal intricato ma non per questo non incisivo o dispersivo. Ogni pezzo ha il pregio di non durare troppo e di conservare comunque al suo interno una quantità elevatissima di elementi compositivi di ottimo livello, oltre ad una fantasia compositiva che si esplica in soluzioni inusuali, come ad esempio gli inserti di tastiera, di voci femminili e molto altro ancora. Ma non fatevi ingannnare: i Will’O’Wisp sono una band che suona death metal tecnico/progressivo, e questo troverete all'interno di questo "Mot". Tutto il resto è un corollario che va a formare un mosaico che incorpora sia dei macro elementi mutuati da formazioni come Pestilence, Death ed Atheist in primis, ma anche da altre formazioni che negli anni hanno scelto strade peculiari nel metal estremo, come Nile, Melechesh, Rotting Christ e altre ancora.
Nominare un qualsiasi brano come migliore o peggiore sarebbe ingiusto nei confronti di una band che ha sfornato un'epera cometitiva ai massimi livelli e compatta sia sotto l'aspetto lirico che prettamente strumentale.

Le vere protagoniste del disco sono le chitarre a mio avviso, col loro suono abrasivo e ficcante che si divincola in riff velenosi e assoli molto complicati, ma il basso e la batteria svolgono un lavoro mostruoso, ritagliandosi sipari solisti che dimostrano preparazione e devozione di ogni componente della band per il proprio strumento.
Un disco imperdibile per ogni ricercatore di metal intelligente e non stereotipato e per chiunque voglia immergersi in un viaggio vorticoso di atmosfere malsane, espresse però con classe sopraffina!

Recensione a cura di. Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 80/100

Tracklist:
 
1. I Am Pestilence 02:39
2. Throne of Mekal 01:58
3. The Seven 02:26
4. Rephaim 04:55
5. Hall of Dead Kings 01:53
6. Banquet of Eternity 03:43
7. Descending to Sheol 04:15
8. Those of the Annihilation 02:26
9. Kavod 03:28
10. Rain of Fire 02:49
11. MLKM 04:13

DURATA TOTALE: 34:45

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2 commenti:

  1. Ciao ragazzi! Sono Deimos! Grazie per la recensione!
    Volevo solo avvertirvi che non ho mai avuto nulla a che vedere coi Mortuary Drape! Io prima cantavo nei Revenant! Ciao grazie!

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  2. Corretto! Grazie della segnalazione!

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