OMEGA "Eve" (Recensione)
Full-length, Dusktone
(2017)
"Il Concept di “Eve” è basato su una personale visione del Manoscritto Voynich, considerato il più misterioso libro del mondo, probabilmente scritto tra il XIV e il XV secolo. Il manoscritto è diviso in quattro capitoli (Botanica, Astronomia, Biologia, Medicina), ognuna delle tracce di “Eve” è dedicata ad uno di questi capitoli e l’artwork è una rivisitazione delle illustrazioni del manoscritto. Per maggiori informazioni sul manoscritto e sulla sua illustrazioni: https://it.wikipedia.org/wiki/Manoscritto_Voynich".
Doverosa introduzione presa dalle note informative forniteci dalla band stessa, per accompagnare ed introdurre l'ascoltatore in questo viaggio sonoro. Già, perchè quando siamo di fronte a dischi come questo il tempo si ferma, anzi tutto si ferma e solo lo scorrere delle note prende il sopravvento.
A dirla tutta, mi sembra che almeno due dei membri di questi Omega militassero o siano ancora attivi con gli interessanti Deadly Carnage, interessante realtà nostrana attiva già da diversi anni. E come nei Deadly Carnage si riscontravano già influenze tendenti al doom, in questa nuova avventura chiamata Omega, il tutto viene portato alla sua realizzazione estrema in tal senso. Un sound in bilico tra black metal, ambient, doom e vaghi accenni post metal cari a gente come i Neurosis, è quello proposto dai Nostri, con un uso particolare della voce, che si avverte in sporadiche parti spettrali urlate, che sembra non recitino nemmeno dei testi reali, ma si lascino andare a sfoghi pertinenti alla musica ossessiva che si avverte in sottofondo.
Ogni pezzo dura dai dodici ai sedici minuti, quindi siamo al cospetto di un trip sonoro dove creature della mente mostruose non lasciano scampo. Un incubo sonoro fatto di suoni opprimenti, chitarre ribassate e batteria che, dove picchia, lo fa con dovizia di particolari, passando da tempi lenti fino ad addirittura a sfuriate in blast beat. L'opener "Arboreis" già dimostra tutto questo, ma è andando avanti con l'ascolto del disco che potrete scoprire tutte le sfumature di questa formazione.
La sensazione è quella di una tensione perenne e sfiancante, che farà fatica ad essere smaltita anche quando le ultime note di "Laudanum" si saranno dissolte, sebbene quest'ultimo episodio a tratti presenti atmosfere leggermente più aperte e "solari", ma si parla solo di piccoli spiragli incastonati in un abisso di oscurità.
Gran bel disco che garantirà momenti di massima introspezione e trasporto emotivo. Lavoro non per tutti, ma decisamente valido!
Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 78/100
1. Arboreis 15:33
2. Sidera 12:20
3. Mater 12:51
4. Laudanum 16:29
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