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VESSEL OF LIGHT "Vessel Of Light" (Recensione)

Full-length,  Argonauta Records 
(2017)

Cosa succede quando due musicisti appartenenti ad epoche diverse si incontrano e decidono di mettere su un progetto? La risposta non è mai univoca, ma il caso dei Vessel Of Light è quantomai esplicativo. I due in questione sono Dan Lorenzo e Nathan Opposition: il primo, alfiere del movimento US Metal con i suoi Hades; il secondo, esponente di spicco del nuovo e fortunato filone di occult rock con i suoi Ancient VVisdom.

Ecco, l'ultima volta che avevo incrociato un reduce della spigolosa era dello US Metal si è trattato di Alan Tecchio, con un passato targato Hades e Watchtower e un presente legato ai Silent Assassins di Mike LePond dei Simphony X; non proprio una deviazione dal genere di riferimento, per usare un eufemismo...
Invece, l'incontro tra la tradizione US Metal e occult rock si attesta qui su coordinate oscure e groovy, preferendo comunque il rifferama di classe ai giri “ad effetto” con cui si è soliti associare la parola “groove”. È così che il duo tira fuori un EP fresco e dinamico, che vede sicuramente i Corrosion Of Conformity dell'epoca di Pepper Keenan come influenza primaria – d'altronde, a quanto pare neanche gli Hades furono immuni al “demone” del groove metal, nella parte finale della loro carriera!

Particolarità dei sei pezzi inclusi (compresa un'introduzione) è l'ampia varietà stilistica, che passa dai momenti più oscuri a quelli polverosi e “in your face”, senza lesinare un tributo al lirismo di quella vecchia volpe di Glenn Danzig nell'opener “Dead Flesh And Bone”, su cui aleggia tutta l'eredità stilistica del gigante di Lodi, NJ. Doveroso dunque citare tutte le sfaccettature dell'EP: “Meant To Be” è un episodio davvero notevole, che combina al meglio la tradizione europea con quella americana, il doom ammantato di barocchismi (figlio dei Candlemass e ben riprodotto nel lavoro di cesello chitarristico) con la psichedelia di Alice In Chains che trova radici profonde nell'operato dei Saint Vitus; stesso discorso vale per la successiva “Descend Into Death”, con le vocals ipnotiche di Nathan Opposition cui fa da contraltare il rifferama granitico di Dan Lorenzo.

Le succitate influenze primarie affiorano prepotentemente nelle conclusive “Living Dead To The World” e “Vessel Of Light”, quasi un dittico nel loro succedersi senza soluzione di continuità; la prima, costruita intorno a un giro ostinato, fa sostanzialmente da preludio alla seconda, vera e propria dichiarazione di intenti del progetto, seppur collocata in chiusura di tracklist. Cosa aggiungere? Sicuramente un duo da tenere d'occhio, in vista di possibili collaborazioni future; per quanto mi riguarda, è l'occasione per approfondire la discografia di Dan Lorenzo, nonché quella degli Ancient VVisdom!

Recensione a cura di: Francesco “schwarzfranz” Faniello
VOTO: 80/100

Tracklist:
01. “Where My Garden Grows”
02. “Dead Flesh And Bone”
03. “Meant To Be”
04. “Descend Into Death”
05. “Living Dead To The World”
06. “Vessel Of Light”

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