MEMBRANCE "Abyss" (Recensione)
Full-length, Independent
(2017)
I Membrance sono una nostra vecchia conoscenza, li abbiamo più volte ospitati su queste pagine e abbiamo anche scambiato due chiacchiere virtuali con loro. Si tratta di tre ragazzi che suonano un death metal alla vecchia maniera, ma che arricchiscono il tutto con arrangiamenti non banali, samples inaspettati, e ritmi che si discostano talvolta dal death metal tout-court e che abbracciano altri stili di metal. Sembra infatti che la band non voglia prendersi troppo sul serio, pur eseguendo la propria proposta con una cura impeccabile.
Stavolta pare che la band abbia optato anche per una produzione di alto livello, che riesce a valorizzare tutti gli strumenti, tra cui emerge in special modo il lavoro semplice ma potente del batterista Giovanni De Fraja, instancabile sia nelle parti più aggressive che in quelle dove la band preferisce puntare più sul groove e la "melodia". L'aspetto del groove è molto importante nel sound di questa band; non sono poche le volte che la band si stacca dal solito tupa-tupa tipico del death, per buttarsi in tempi saltellanti o più pesanti. Il riffing di Pietro Battiston è anch'esso semplice, senza troppi orpelli, dritto al punto, e la voce in stile Carcass di Davide Lazzarini (anche bassista), squarcia dei pezzi costruiti bene, che hanno il pregio di essere diretti e sinceri.
Un totale di quasi quaranta minuti di death metal che strizza l'occhio al thrash in più frangenti (sentire i frequenti "stoppati" di chitarra e il suono del basso simile a quello degli Overkill), dove i blast beat vengono impiegati con parsimonia e dove la band ama mettersi in gioco, non preoccupandosi a volte di uscire leggermente dai soliti canoni prestabiliti.
Insomma, non stiamo parlando di un capolavoro, ma di un onestissimo disco di metal estremo, dove la proposta sincera dei Nostri riesce a colpire nel segno pur senza avere una o più hit in tracklist. Una solida conferma comunque, per una band che, però, può sicuramente dare ancora quel qualcosa in più per spiccare il definitivo salto di qualità.
Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Un totale di quasi quaranta minuti di death metal che strizza l'occhio al thrash in più frangenti (sentire i frequenti "stoppati" di chitarra e il suono del basso simile a quello degli Overkill), dove i blast beat vengono impiegati con parsimonia e dove la band ama mettersi in gioco, non preoccupandosi a volte di uscire leggermente dai soliti canoni prestabiliti.
Insomma, non stiamo parlando di un capolavoro, ma di un onestissimo disco di metal estremo, dove la proposta sincera dei Nostri riesce a colpire nel segno pur senza avere una o più hit in tracklist. Una solida conferma comunque, per una band che, però, può sicuramente dare ancora quel qualcosa in più per spiccare il definitivo salto di qualità.
Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 70/100
Tracklist:
1. Chasm of Blood 00:57 instrumental
2. Shreds of Flesh 04:07
3. Rotten Broken Bones 03:58
4. The Devil's Dance 03:59
5. Tarantula 04:03
6. Endless Torture 03:32
7. Groovy 02:59
8. Goat's Guts 05:47
9. Acid Satanism 03:55
10. High-Tide 05:37
Tracklist:
1. Chasm of Blood 00:57 instrumental
2. Shreds of Flesh 04:07
3. Rotten Broken Bones 03:58
4. The Devil's Dance 03:59
5. Tarantula 04:03
6. Endless Torture 03:32
7. Groovy 02:59
8. Goat's Guts 05:47
9. Acid Satanism 03:55
10. High-Tide 05:37
DURATA TOTALE: 38:54
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