ULVEDHARR "Total War" (Recensione)
Full-length, Scarlet Records
(2017)
Ho sempre pensato che questa band fosse affine al genere folk/viking metal, e l'ho sempre snobbata (i gusti son gusti, perdonatemi). L'unica affinità della band con questo filone sta nei testi, che trattano di mitologia nordica e cose simili. Con sorpresa invece mi sono imbattuto nel promo di questo nuovo album intitolato "Total War", un concentrato di thrash/death/black metal che chiama in causa Dissection, Dew-Scented, Slayer ed Entombed.
La band mette a nostra fruizione un assalto sonoro niente male, con chitarre taglienti, batteria tecnica e veloce nei suoi pattern, voce incazzata. Tutti elementi che non vanno a braccetto con la parola "innovazione", ma quando tutto questo è messo insieme in maniera esperta e sapiente, ne viene fuori un prodotto trascinante e di sicuro interesse. Dopo l'intro iniziale "This Is War..." la band parte a razzo con la tellurica "Wolves", indemoniata, oscura, dove il riffing si dimostra come la vera arma vincente, teso come una corda di violino. Pazzeschi alcuni innesti più groovy da far spezzare il collo, soprattutto dal vivo, ne sono sicuro. Che botta ragazzi!
Si prosegue con "Flagellum Dei", quasi black metal in stile Dissection, ma con un substrato alla Kreator/Destruction che emerge nelle poderose ritmiche di chitarra, le quali sono sostenute dall'ottimo drumming di Mike. Bellissimi gli arrangiamenti di chitarra solista che emergono di tanto in tanto, donando ancora più oscurità al sound, così come azzaccatissimi sono i blast beat. Verso metà canzone abbiamo un break di chitarre acustiche che richiamano ancora i Dissection, per avere poi una ripartenza con assolo di chitarra impazzito in stile King/Hanneman.
Andiamo avanti proseguendo col death/black melodico di "Inquisition, e quindi arriviamo alla title-track, "Total War", che si presenta ricca di sfumature e dove spesso la band accelera e decelera, sfoderando una buona padronanza nel costruire pezzi dalla struttura non proprio semplice.
Un basso pulsante apre "Wrath of Brenn", dove poi si aggiunge tutto il comparto sonoro con chitarre schiacciasassi e batteria tellurica in doppia cassa. Ed ecco che successivamente la band si lancia in una killer song veloce e ficcante. Segnalo ancora le mazzate inferte da pezzi come "Legion", "Master Of Misery" e "The Dark Age", prima della strumentale outro " ...Will Never End" che chiude un disco davvero riuscito.
In conclusione: ho evidenziato gli aspetti positivi, e sono molti di questo disco. La carica distruttrice della band è difficile che possa lasciare indifferenti gli amanti sia del thrash che del death, anche se la band ha un tiro più affine al thrash, volendo parlare di "percentuali". Le uniche pecche di questo album potrebbero essere un cover artwork e un logo che poco fanno pensare al genere devastante contenuto nell'album, ma queste sono mie considerazioni personali.
Come ho già detto, niente di nuovo sotto il sole, ma tanto buon thrash/death vecchio stile, tra l'altro prodotto alla grande. Per me basta e avanza, direi.
Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 75/100
Tracklist:
1. This Is War... 01:52 instrumental
2. Wolves 03:24
3. Flagellum Dei 05:57
4. Inquisition 05:07
5. Total War 04:42
6. Wrath of Brenn 05:36
7. Krigaren 05:53
8. Master of Slavery 04:26
9. Legion 04:25
10. The Dark Age 03:59
11. ...Will Never End 00:33 instrumental
DURATA TOTALE: 45:54
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