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OBITUARY "Obituary" (Recensione)

Full-length, Relapse Records
(2017)

E giĆ , gli Obituary ci sono ancora. Risparmio i lettori sul mio rapporto quasi trentennale con questa band, del primo vinile ("Cause Of Death") acquistato all'epoca quando ero un bambino ecc. Insomma, degli Obituary qualcosa ne capisco, perchĆØ ho attraversato la loro storia in diretta, non proprio dall'inizio ma quasi. E cosa possiamo dire di questo nuovo album eponimo? Possiamo dire che ĆØ il solito disco degli Obituary e non sbaglieremmo di molto, ma sarebbe solo parzialmente vero. 

Al netto del fatto che gli Obituary di oggi non sono piĆ¹ quelli di "Cause Of Death", per molti fattori, tutto sommato questo album pur non essendo un capolavoro che verrĆ  ricordato nei decenni a seguire, ĆØ un disco di death metal onesto e schietto. Quella schiettezza che da sempre distingue la band dei due Tardy, ma che negli ultimi anni si ĆØ ancora piĆ¹ accentuata a favore di un sound che sembra sempre di piĆ¹ la riproposizione estrema dei Celtic Frost. Non che prima non fosse presente questa caratteristica, ma oggi, e soprattutto dopo l'abbandono del ridondante Santolla, la band sembra voler chiudere ogni album e ogni brano con una certa urgenza, senza troppi fronzoli, in una sorta di thrash/death old school che poco ha da spartire col periodo "Cause of Death" - "The End Complete" - "World DEmise", se non gli stessi medesimi suoni ed equalizzazioni, chitarra in primis.

Tutti i brani sono di buon livello, o perlomeno sufficienti. La semplificazione che era in atto giĆ  nel periodo con Santolla, adesso ĆØ completa, perchĆØ i suoi assoli melodici non ci sono piĆ¹. Ne rimane un disco scarno ma discretamente efficace, con alcune punte interessanti chiamate "Brave",  "Sentence Day", "End It Now" e "It Lives", che sono un sunto tra la passione della band per Tom G. Warrior e il death piĆ¹ vecchio stile. Ma un plauso particolare va alla conclusiva ed oscura "Ten Thousand Ways to Die", che ci riporta alle cose migliori incise in passato da questa band, in un pezzo cadenzato ma con un ottimo lavoro di chitarra.
Detto questo, avrei potuto anche nominare tutti i brani e la solfa non sarebbe cambiata, perchĆØ si somigliano tutti, ma qualche caduta di tono qua e lĆ  si avverte, come nell'anonima "Betrayed", che si trscina stancamente, o nella bonus track "No Hope".

Il drumming di Donald Tardy rimane una delle cose piĆ¹ belle da sentire oggigiorno, sia per come ĆØ espresso che per i suoni; in un mondo dove tutti pompano a piĆ¹ non posso la batteria, lui invece la fa suonare naturale e senza troppi orpelli. 
Un disco piacevole ma niente di che, ma che almeno conserva l'anima di una band che ancora saprĆ  soddisfare i suoi fan piĆ¹ irriducibili.

Recensione a cura di Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 65/100

Tracklist:
1. Brave 02:14
2. Sentence Day 02:49
3. A Lesson in Vengeance 03:07
4. End It Now 04:02
5. Kneel Before Me 03:04
6. It Lives 03:24
7. Betrayed 03:01
8. Turned to Stone 04:13 
9. Straight to Hell 03:57
10. Ten Thousand Ways to Die 03:16
11. No Hope 03:21
DURATA TOTALE: 36:28 

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