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SENTIENT "Sentient" (Recensione)

Demo, Independent 
(2017)

I torinesi Sentinent, progetto del cantante e chitarrista Benito Stavolone, esistono dal 2015 e in seguito ai dovuti perfezionamenti di line up sfornano ora la demo d’esordio. La band si dedica ad un Thrash moderno nell’accezione in cui tra la fine degli anni ’90 e i primi 2000 lo plasmarono, tra gli altri, i Testament più evoluti e le formazioni nord europee che lo contaminarono con il Death melodico. Tra queste le più vicine ai Sentinent sono senz’altro The Haunted, Hatesphere e i primi Soilwork. La caratteristica principale dei piemontesi è probabilmente proprio l’unione tra granitici e martellanti momenti Thrash e generose iniezioni di melodia, di cui gli assoli e le armonizzazioni delle chitarre sono protagonisti assoluti.

L’album concettualmente e per quanto riguarda i testi è ispirato, con una evidente competenza in materia, alla mitologia nipponica e all’universo dei guerrieri samurai. Un immaginario non certo inedito in un contesto metal ma senza dubbio di gran lunga più originale rispetto alla media. La canzone di apertura, “Inhale the existence”, mette subito in chiaro due elementi che restano marchi di fabbrica per l’intera demo. Il primo è una produzione nitida ai limiti del certosino, ogni strumento raggiunge cristallino l’orecchio dell’ascoltatore, il secondo è l’uso generoso dei solo di chitarra. Un intro di piano conduce in un solido e dinamico pezzo Thrash-Death melodico che alterna ritmiche schiacciasassi, sfuriate e momenti melodici più ariosi che ricordano in qualche modo gli Arch Enemy periodo Johan Liiva. La voce tipicamente alterna growling e screaming, con risultati più convincenti nel primo rispetto a qualche incertezza nei toni alti.

La successiva “Wisdom of Apathy” è uno dei momenti più convincenti e ispirati, poco più di quattro minuti in cui ritmiche incalzanti, terzinati groove e melodia svedese scorrono e si alternano fluidamente. Altrettanto riuscita suona anche la successiva “Descend from Heaven”, potente e precisa in virtù di un eccelso lavoro di batteria, perfetto nell’avvicendare doppia cassa a cascata e momenti cadenzati. “The Ancient Desire” con la sua durata superiore alla media dei pezzi presenti è forse il momento più ambizioso della demo. Il pezzo ha un incedere arioso e solenne, con una prevalenza della melodia rispetto all’impatto frontale. In questo caso la chitarra si ritaglia un ruolo addirittura troppo centrale e il suo accompagnare pedissequamente la linea vocale risulta ridondante.

La conclusiva “Spectres in the fog” riunisce anche simbolicamente gli elementi incontrati fino a questo punto: trivella Thrash, intermezzo melodico, scuola armonica svedese e ricerca di groove ad amalgamare il tutto. Il biglietto da visita con cui i Sentinent si presentano alla scena italiana è una demo di ottima fattura, di una formazione tecnicamente più che attrezzata e con qualcosa da dire. La sfida sarà portare originalità e idee in un contesto e in un genere molto battuti, con impronte profonde e pressoché imprescindibili.

Recensione a cura di Nicola “El Mugroso” Spagnuolo 
Voto: 74/100  

Tracklist:
1. Inhale the existence 
2. Wisdom of Apathy 
3. Descend from Heaven 
4. The Ancient Desire 
5. Spectres in the fog

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