A TASTE OF FEAR "God's Design" (Recensione)
(2017)
Romani, incazzati e ben preparati! I Taste Of Fear si affacciano nell'affollato mercato metal con un album di debutto molto convincente sin dalle prime battute. Il loro mix tra thrash metal e death ricorda da vicino l'operato di acts come At The Gates, Dark Tranquillity, Node, Hatesphere e un po' di Carcass. Siamo quindi nell'ambito di un sound estremo quanto basta ma sempre attento alla "melodia" e capace di offrire all'ascoltatore vari spunti interessanti, che risiedono soprattutto nell'alto tasso tecnico dimostrato e in canzoni che colpiscono duro ma nelle quali troviamo sempre qualche variazione davvero azzeccata.
Prendiamo ad esempio "Out Of Place", che all'inizio e fino a verso la metà è come un treno lanciato in corsa, ma che dopo presenta un finale dove la chitarra pulita sembra ricordare qualcosa di simile al flamenco. Colgo infatti l'occasione nell'evidenziare che la vera forza di questa band sta nella chitarra di Emiliano Pacioni, che erge muri di disumana violenza, così come sa donare altre sfumature dove serve. Ma il suo riffing impressiona davvero, sempre affilato ed ispirato. Basti solo anche ascoltare l'opener "God's Design" o "A Feared Secret", due canzoni che superano i sei minuti di durata ma non annoiano, e questo grazie ad un songwriting non banale e ad una prestazione di tutta la band encomiabile. Poco fa infatti evidenziavo come le chitarre siano le protagoniste in questo lavoro, ma sarebbe ingiusto non sottolineare come anche la batteria di Flavio Castagnoli rivesta un ruolo importantissimo per la finalizzazione di canzoni così incisive, Il suo stile si basa su pattern quasi sempre veloci (ma non in blast beat), ma sono molto frequenti le incursioni in doppia cassa, anche quando la band rallenta per gettarsi in parti decisamente groovy.
La seconda parte del disco è aperta da "Make Suffer", che ha uno stile davvero vicino a certo melodic death metal svedese. Personalmente ci sento anche un pizzico di Kreator nel sound di questa band, quelli del dopo- "Extreme Aggression", anche per la timbrica del cantante Stefano Sciamanna, acida e abrasiva. Continuiamo all'insegna della pesantezza e del groove con "Ripped Soul's Gift", canzone che poi presenta un assolo veloce verso il finale, che apre ad una accelerazione davvero niente male.
"The Passage" alterna sfuriate di thrash metal estremo a parti più pesanti, e in questo caso la band sembra voler semplificare leggermente le cose a favore di una canzone molto immediata. Bellissimi comunque i vari cambi di registro che si susseguono durante tutto il brano, soprattutto verso la parte centrale, quando dopo una bella sfuriata si torna a picchiare, certo, ma con cognizione di causa.
Chiusura affidata all'auto-celebrativa "A Taste of Fear", pezzo di oltre sette minuti dove la band riesce ad esprimere tutto il suo talento. Dopo un inizio a base di riff dissonanti e basso pulsante, la band parte poi con un altro riff intricato dove la batteria si mantiene semplice e pesante, quasi con un tempo doom-oriented. La band dal canto suo non spinge in termini di velocità , ma infierisce con efferatezza e pesantezza. Pezzo ipnotico che differisce dagli standard sentiti fino ad ora, ma efficace e ben pensato per chiudere questo disco.
In conclusione, questo "God's Design" è un debutto più che interessante, e a tratti si fatica a pensare che sia il primo lavoro in assoluto per una band che ha già tutti i requisiti per spaccare. E siamo sicuri che lo faranno!
Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 80/100
1. God's Design 06:08
2. Into Hell 04:04
3. Out of Place 05:24
4. A Feared Secret 07:48
5. Make Suffer 05:18
6. Ripped Soul's Gift 04:55
7. The Passage 05:56
8. A Taste of Fear 07:27
DURATA TOTALE: 47:00
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