TOTEM AND TABOO " Trumpet Flower" (Recensione)
Full-length, Independent
(2016)
Ci sono sempre alcuni gruppi là fuori che vogliono ridefinire il significato di ogni genere al grande pubblico. Sia attraverso una nuova svolta o attraverso le proprie potenzialità senza strafare, sembra che l'unicità sia un valore più importante della solidità della proposta. I Totem and Taboo prendono l'approccio esattamente opposto, cercando pesantezza e un pizzico di atmosfera, invece di ridefinire il Thrash Metal.
Il risultato è un po' il solito della maggior parte degli album appartenenti a questo genere, inesorabile nella sua potenza e velocità, in grado di emozionare e completamente soddisfare gli appassionati alla ricerca di una dose Thrash senza troppi compromessi.
Non è di certo attraverso strani espedienti, o uno sforzo rivoluzionario che i Totem and Taboo giungono a questo obiettivo. Piuttosto, il gruppo sa esattamente ciò che è in grado di suonare e rimane entro tale limite. I brani presenti non sono di certo inferiori alla maggior parte delle alternative legate agli anni '80. Non ci sono tecnicismi assurdi e questo è un peccato, sembra che sia lo stesso genere musicale suonato che limiti i musicisti in questione, ma ciò non sminuisce l'esperienza complessiva fortunatamente. La performance vocale è dura e contribuisce bene nel complesso, ingranante e melodica a tratti (vedasi "Black Fire" per esempio), mentre tende a perdere un po' di mordente e dinamicità nei puliti, come in "Come Back Now" o la seconda ballata in stile Metallica "Past") . In generale, c'è una discreta coesione tra il cantato e la base ed è una delle qualità che si aggiunge alla lista, non esente da difetti però.
Il primo (e il più eclatantea mio parere) in assoluto è la presenza eccessiva di chitarre pulite nel disco, quasi ogni canzone ha una parte acustica (solo "Justice" e la title track sono esenti da queste sezioni). E' uno strumento che io adoro e sono sezioni che ho sempre apprezzato dato che le ritengo molto più difficili da suonare e realizzare, fino a quando vengono inserite in modo sensato. Se al primo ascolto ero entusiasta e mi sembrava di essermi immerso in un "...And Justice for All" più cattivo, al secondo mi sono reso conto di quanto molte di queste chitarrE pulite fossero senza anima e un po' completamente staccate dal senso della traccia stessa, insomma, inserite qui solo per minutaggio. Per non fare di tutta l'erba un fascio, è giusto precisare come alcune di esse siano davvero belle ed avvolgenti, come l'intro di "Agony", costruito benissimo.
Questo album è bello solido e quei pizzichi di melodia vocale e solista danno anche un senso di personalità al gruppo. Il talento nel songwriting dei Totem and Taboo brilla e anche se il minutaggio medio delle tracce si aggira attorno ai sei minuti, riescono per la maggior parte del tempo a conservare l'interesse dell'ascoltatore in modo estremamente efficace. Il disco, nonostante la sua oretta di lunghezza, scivola via benissimo.
Recensione a cura di: Benito Stavolone
Voto: 72/100
Tracklist:
1. Agony 06:03
2. Trumpet Flower 06:06
3. Past 06:59
4. Me 08:08
5. In the Name of Free Art 04:48
6. Justice 06:47
7. Coming from Beyond the Grave 07:27
8. Black Fire 06:20
9. Come Back Now 06:59
1. Agony 06:03
2. Trumpet Flower 06:06
3. Past 06:59
4. Me 08:08
5. In the Name of Free Art 04:48
6. Justice 06:47
7. Coming from Beyond the Grave 07:27
8. Black Fire 06:20
9. Come Back Now 06:59
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