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SCHADERIAN "Path" (Recensione)

Full-length, Independent
(2016)


I polacchi Schaderian sono attivi dal 2008 e “Path” è il loro primo full-length. Non abbiamo trovato riscontri di precedenti Ep, demo, split o partecipazioni a compilation, dunque ogni sforzo di questa lunga gavetta è apparentemente confluita nel presente lavoro. Otto anni dovrebbero essere un periodo sufficiente ad una band per conoscere se stessa, le sue potenzialità e soprattutto per confezionare uno stile il più personale possibile.
La doom band di Cracovia senza dubbio dimostra di conoscersi e di sapersi esprimere degnamente dal punto di vista strumentale e tecnico. E’ però sufficiente un primo ascolto di “Path” per notare una mancanza di personalità e spessore che va oltre una fisiologica saturazione del genere di riferimento.

L’intento degli Schaderian con “Path” in linea teorica è lodevole, poiché in netta controtendenza con la stragrande maggioranza delle proposte doom contemporanee. In tempi recenti il doom ha visto esasperate lentezza, pesantezza, senso di oppressione, claustrofobia (funeral doom), a tal punto è stato dilatato e destrutturato da sconfinare in territori drone, noise e avant-garde.
Gli Schaderian tentano una coraggiosa operazione revival, che se non arriva ai Black Sabbath (manca il blues), ripropone tinte gotiche ariose alla Paradise Lost maturi, chitarre in primo piano con tanto di assoli piuttosto articolati e spruzzate di death metal melodico. Questi elementi convivono decentemente nei primi due pezzi, “A Fairy Tale of Man” e “Dark Fever”, dove anche l’alternanza vocale di pulito e growl esprime un climax piuttosto efficace.

In generale però gli Schaderian non sono in grado di amalgamare le loro influenze in modo coerente, la produzione stessa è pulita ma anonima, quasi asettica. Già “Twilight” e “Uncover” suonano sfilacciate e senza direzione, difetti purtroppo evidenti nel caso di pezzi di lunga durata come tutti quelli su “Path”. L’impressione generale è che la formazione est europea insegua un virtuoso mix band come i primi Gathering, i già citati Paradise Lost periodo “Draconian Times” e i My Dying Bride meno malinconici. Una delle similitudini più spiccate però, impossibile dire se consapevole o meno, è con l’esperimento doom-gothic dei Kreator, “Endorama”.
Nel complesso “Path” sembra questo, un prodotto ben confezionato ed eseguito, ma decisamente piatto, privo di estro e sussulti e che soprattutto non offre alcun elemento per cui gli Schaderian dovrebbero emergere dal folto magma delle nuove proposte.

Recensione a cura di Nicola “El Mugroso” Spagnuolo
Voto: 55/100
 
Tracklist:
1. Dark Fever 07:12
2. Inner World 05:48
3. A Fairy Tale of Man 07:16
4. Twilight 05:21
5. Uncover 07:38
6. When the Bloody Full Moon Rises 06:30
7. Winter Is Coming 07:28
DURATA TOTALE: 47:13

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