VAREGO "Epoch" (Review)
(2016)
Nuovo lavoro composto di sei pezzi per gli sludgers italiani Varego con base ad Arenzano, dopo un album accolto molto bene dalla critica, “Tumultum” del 2011, un ep del 2013 “Blindnss of the sun”, e il singolo (digitale) del 2015 dal titolo “Phantasma”. Il sound sembra si sia rinnovato da allora, le chitarre sono due martelli incessanti che lavorano su una struttura quasi progressive, ed i brani, in media molto lunghi, vedono ancora la collaborazione con Billy Anderson, che ha curato il mixaggio e il mastering finale.
Uno stile, il loro, che prende spunto in maniera originale da Melvins, Neurosis, Voivod, i primi perĆ², e Motorpsycho, quindi capite che non ĆØ facile classificare il loro sound, ma poi ĆØ importante questo? Quindi un mostro, si, ma a piĆ¹ teste con una vita propria, dove tutto vibra e sembra che si apra un varco multidimensionale che va in vari mondi e non sai mai dove puoi essere catapultato. Un suono, il loro, che sai dove sai stai partendo, sai e conosci il tuo punto di partenza, ma non sai dove vai a finire. Un lavoro “Epoch”, dove i riff si impastano alla perfezione con la voce di Davide Marcenaro che ĆØ anche bassista e, dato un rapido ascolto ai lavori precedenti, sembra sia migliorata e di molto.
“Epoch” si apre con “Alpha Tauri” con un riff delicato, dolce, una ninna nanna!, ma che poi parte, eccome se parte, con una potenza mostruosa e veloce, un vero e proprio manifesto di post metal. Un manifesto dove la voce rincorre (forse dei fantasmi?) e le chitarre spazzolano riff che ĆØ un piacere e la batteria impazzita sola mette dei paletti e confini, sƬ, di pazzia perĆ²! Finita qui? No! A metĆ circa del pezzo muta, cambia, ed entra una linea melodica davvero sorprendente. Idee nuove che danno un sapore…Primo grunge, prima new wave. Il secondo pezzo ĆØ “Phantasma”, giĆ singolo in giro da un annetto circa. Pezzo che si apre in modo incredibile con un riff quasi space rock anni '70, direttamente da un altro mondo per poi precipitare sull’ascoltatore con un rincorrersi di sonoritĆ che apparentemente mutano, ma che poi ritornano all’origine, ossia a questo profondo riff extra terreno!
Terza canzone, ossia “Flying King”, che si apre con una intro ansiogena, per poi schizzare con le chitarre di Gero e Alberto che macinano riff in attesa del refrain vocale. Gran lavoro della batteria in questa canzone! Ecco, qui siamo nello stile dei primi lavori dei Varego, ma il tutto si chiude in una (quasi) jam session da sala prove. Passiamo quindi a “The Cosmic Done” (sempre il cosmo qui gira e si rigira, ahah), una canzone introdotta da un laconico parlato con in sfondo rumori multidimensionali. Qui il testo ĆØ tratto da un romanzo di Valerio Evangelista, dato che il lavoro lirico del gruppo ĆØ ispirato da tematiche di fantascienza, e in questo pezzo emerge tutta la loro ispirazione e amore verso questi temi portanti.
Musicalmente, i Varego, sembrano vogliano riscrivere molte regole di un certo tipo di (post)metal, e con “Swarms”ci provano, dato che ad un ascolto superficiale potrebbe sembrare la canzone piĆ¹ molle del disco e che invece secondo me ĆØ uno dei pezzi piĆ¹ tosti, forse proprio per merito della varietĆ stilistica rispetto a tutto il resto del lavoro. Forse i parametri nel pezzo cambiano e tra i gruppi citati sopra si dovrebbe citare a piene mani i primi Alice In Chains, secondo me. Chiude il tutto “Dominion”, un pezzo molto equilibrato con spruzzate new wave qua e lĆ , che emergono ogni tanto, niente male nel complesso, ma tenendo bene a mente quello che ĆØ perĆ² il loro suono principale.
Una cosa di sicuro si puĆ² dire dopo aver ascoltato un album intenso come questo: il gruppo ĆØ molto riconoscibile, ed ha un proprio definito stile e ciĆ² si sente eccome!
Un disco dove si viaggia fra pianeti, misteri, cosmo, un viaggio che ad oggi l’uomo puĆ² fare solo con la mente, ed il sound di questo album ti aiuta a viaggiare alla grande!
Recensione a cura di: Ivano “Bata” Invernizzi
Voto: 80/100
Tracklist:
1.Alpha Tauri
2.Phantasma
3.Flying King
4.The Cosmic Dome
5.Swarms
6.Dominion
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