MY HAVEN MY CAGE “The Woods Are Burning” (Review)
Full-length, Independent
(2016)
Interessante progetto questo dei siciliani My Haven My Cage, one man band nata nel 2015 dalle ceneri del vecchio gruppo, gli Haven, con l’idea di riproporre materiale vecchio e nuovo riarrangiato e riregistrato dal solo superstite e polistumentista Mauro Cardillo coadiuvato, in fase di registrazione, da Ignazio Scontrino (ex membro sempre degli Haven). “The Woods Are Burning” è lavoro autoprodotto che contiene nove brani; otto completamente originali più la cover di "Running Free" degli Iron Maiden.
Il genere musicale proposto è un heavy metal imbastardito da riff di matrice thrash e linee vocali in growl tipiche del death metal. I brani sono molto variegati, con songs più tirate come “Darkness” e “Kill The King”, brani più lenti ed introspettivi come “Full Of Grace” ed “Unspoken”, che si alternano con canzoni dalla struttura complessa e non lineare come “The Woods Are Burning” e “Matthew Song”. Ma analizziamo nel dettaglio la tracklist di“The Woods Are Burning”.
Il genere musicale proposto è un heavy metal imbastardito da riff di matrice thrash e linee vocali in growl tipiche del death metal. I brani sono molto variegati, con songs più tirate come “Darkness” e “Kill The King”, brani più lenti ed introspettivi come “Full Of Grace” ed “Unspoken”, che si alternano con canzoni dalla struttura complessa e non lineare come “The Woods Are Burning” e “Matthew Song”. Ma analizziamo nel dettaglio la tracklist di“The Woods Are Burning”.
Il disco si apre con “Darkness”, un pezzo ben ispirato veloce con finale lento molto riuscito e testo misantropico. Segue “Full Of Grace”, prima powerballad del lotto, un pezzo dall’incedere in crescendo che ben si adatta al testo ieratico che il buon Mauro Cardillo intona come una litania. Con la title track “The Woods Are Burning” si ritorna su ritmiche serrate, cambi di tempo e arpeggi, che spezzano la linearità della song, mentre il testo si incentra sugli incendi che affliggono la Sicilia periodicamente. “Crying” è un brano lungo, complesso e non di facile ascolto, con una struttura non pienamente riuscita e con arrangiamenti e riff non ispiratissimi. “Could I” è sostanzialmente una canzone d’amore, una ballad atipica che però non lascia nessun segno. “Running Free” è uno dei mega classici dei Maiden epoca Di' Anno e molto francamente è stata coverizzata in modo pessimo (per il sottoscritto una delle cover più brutte mai ascoltate) e aver cambiato anche il testo non ha migliorato la cosa, anzi ci troviamo nel punto più infelice di tutto il lavoro. Apprezziamo il coraggio di confrontarsi con i mostri del passato, però bisogna avere rispetto.
“Matthew song” invece, si caratterizza per i suoi arpeggi evocativi e i riff veloci che evidenziano il buon lavoro chitarristico fatto sul pezzo. “Unspoken” è strutturata da arpeggi e linee vocali pulite e melodiche che si alternano a mid tempo massici supportate dal cantato in growl; il testo parla in modo anche interessante dei problemi di incomunicabilità dell’uomo, ma francamente il pezzo scorre senza particolari sussulti. La conclusiva “Kill the King” musicalmente parlando è un omaggio al thrash metal d’annata con un bel testo dedicato alla nostra classe politica che, come si evince dal titolo, lascia poco spazio all’immaginazione sul destino che questa deve fare.
“Matthew song” invece, si caratterizza per i suoi arpeggi evocativi e i riff veloci che evidenziano il buon lavoro chitarristico fatto sul pezzo. “Unspoken” è strutturata da arpeggi e linee vocali pulite e melodiche che si alternano a mid tempo massici supportate dal cantato in growl; il testo parla in modo anche interessante dei problemi di incomunicabilità dell’uomo, ma francamente il pezzo scorre senza particolari sussulti. La conclusiva “Kill the King” musicalmente parlando è un omaggio al thrash metal d’annata con un bel testo dedicato alla nostra classe politica che, come si evince dal titolo, lascia poco spazio all’immaginazione sul destino che questa deve fare.
Sicuramente c’è molto da lavorare per gli My Haven My Cage, non tanto sul songwriting, (che comunque alterna pezzi decisamente buoni ad altri poco ispirati o dalla struttura troppo dispersiva), ma perché la strada intrapresa, per costruire una proposta personale, è quella giusta.
Recensione a cura di: Antonio Arcudi
Voto 60/100
Tracklist
1. Darkness
2. Full Of Grace 3. The Woods Are Burning
4. Crying
5. Could I
6. Running Free
7. Matthew Song
8. Unspoken
9. Kill the King
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