NEROCAPRA - Il Carnefice Pastore (Review)
Demo, Independent
(2016)
Integrità e coerenza. Merce rara al giorno d'oggi. Nel deserto digitale che ci stiamo lasciando dietro, in cui l'accesso immediato a software e a hardware a basso costo ha reso ogni individuo potenzialmente l'artista di se stesso, quindi in grado di registrare i propri strumenti in casa, metterli on line in qualunque piattaforma dedicata alla fruizione/consumo di musica e condividere il proprio operato in tempo reale col mondo, seppure virtuale, ad uso e appunto consumo di ogni possibile utenza, rende di fatto il supporto fisico per certi versi obsoleto, ma non per questo meno importante, anzi!
Questo ha generato teen-agers che, dopo un numero di ascolto sui social e un numero di “like” sufficiente, si arroga il diritto di essere già una rockstar/artista/rispettato membro del music business. Niente di più falso.Integrità e coerenza. Merce rara al giorno d'oggi. Nel deserto digitale che ci stiamo lasciando dietro, in cui l'accesso immediato a software e a hardware a basso costo ha reso ogni individuo potenzialmente l'artista di se stesso, quindi in grado di registrare i propri strumenti in casa, metterli on line in qualunque piattaforma dedicata alla fruizione/consumo di musica e condividere il proprio operato in tempo reale col mondo, seppure virtuale, ad uso e appunto consumo di ogni possibile utenza, rende di fatto il supporto fisico per certi versi obsoleto, ma non per questo meno importante, anzi!
I Nerocapra sono un terzetto attivo dal 2003, dell' underground più sconosciuto e cupo del torinese, e devoto alla causa del Death Metal primigeneo, quello nato attorno agli anni '90, in particolare di quella scena svedese che tanto ha dato in termini di qualità e quantità alla scena mondiale. L'ascolto del loro ultimo demo, completamente autoprodotto ed edito su tape (si, proprio la vecchia, cara, audiocassetta!), mi ha portato alla mente nomi come Liars In Waits, Grotesque, Merciless, Nihilist e chi più ne ha più ne metta, insomma, quello che fu il primo vero vagito della scena Svedese Death Metal, e che chiunque si ritenga un vero amante del genere dovrebbe a mio parere conoscere a menadito. La registrazione è volutamente artigianale, le chitarre sono un po' deboli secondo me, vuoi anche che il tempo passa, e riproporre uno suono che ormai è stato ampiamente sviscerato e sdoganato è difficile, ma la devozione a quel tipo di sonorità per i Nerocapra è totale, quindi suppongo che sia un preciso trade-mark personale della band. E qui arriviamo al discorso di integrità e coerenza.
I Nerocarpra non si limitano a copiare o omaggiare il loro genere preferito, qui si ha un chiaro e preciso rispetto e tributo per quello che fu l'epoca d'oro del genere, un movimento che scosse il mondo intero e che fece del Death Metal un genere realmente elevato dal resto, che gli rese il rispetto come forma d'arte e che rese noi tutti (si, mi ci includo anch'io) testimoni di un evento come pochi altri ha segnato la musica metal, elevando l'estremismo sonoro da fenomeno da baraccone per emarginati a reale e tangibile (nonché rispettata) forma musicale artistica vera e propria. E questo i Nerocapra lo sanno bene. Chi ha vissuto in quell'epoca d'ora lo sa, tutto era un susseguirsi di album e bands una meglio dell'altra e lo scambio di materiale era reale, fisico, tangibile e ciò che consideravi un tesoro era una tape di questo e quell'altro artista, che come te si era messo in gioco in prima persona a spedire, attendere e registrare il proprio lavoro su “qualcosa” e non su un qualunque sito in cui resterà magari una settimana e ben presto dimenticato, sepolto dal numero. “Il Carnefice Pastore” è un preciso tributo a quel mondo e a quella filosofia, che i tempi moderni hanno sepolto con tera-byte di spazzatura.
Ascoltarlo oggi è un dovere per chi ci ha vissuto in quell'epoca e che ancora ricorda, con rimpianto, ciò che essa ha rappresentato. Da un punto di vista musicale il lavoro è solido, il cantato in italiano non mi fa impazzire, ma è una precisa scelta dei Nerocapra di mantenere le proprie radici attaccate il più possibile alla nostra terra, quindi massimo rispetto. Per il resto un lavoro di old-school Death Metal assolutamente coerente e integro, nella sua forma più pura. Il minimo che si può fare è un “horns up” a chi ha ancora la voglia e e il coraggio da fare le cose come devono essere fatte, con la massima serietà che il suonare e il “vivere” il Death Metal richiede. Ottimo lavoro!
Recensione a cura di: D666
Recensione a cura di: D666
VOTO: 67/100
Tracklist:
01. Al 7° Grado 03:43
Tracklist:
01. Al 7° Grado 03:43
02. Il Carnefice Pastore 04:20
03. Nerodemonio 04:40
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