CORPSE GARDEN - Entheogen
Full-lenght Satanath Records / RTM Productions
(2015)
Dal Sud America, per la precisione dal Costa Rica, giungono
al loro secondo lavoro “Entheogen” i Corpse Garden, ottima band di Death Metal
tecnico, interessante sotto molti punti di vista. I Nostri tessono un Metallo
Di Morte di scuola tipicamente americana, con tendenze al brutal, ma spesso
anche con divagazioni prettamente europee. La perizia tecnica è il loro punto
di forza, il lavoro è ottimamente pensato e per quanto non brillino di
originalità a tutti i costi, si fanno apprezzare fino alla fine.
Un album “Entheogen” che mi ha fatto ricordare i fasti di molti mostri sacri del passato, sia per voglia di fare che per intensità delle canzoni. Nel loro DNA si sentono spesso echi di Cannibal Corpse, Vader, Sinister, i Death del primo periodo ed in alcuni frangenti le armonie asimmetriche dei primi Hate Eternal. Il tutto è filtrato da una tecnica esecutiva di prim'ordine, in cui il ruolo svolto dalle chitarre è sorretto da una sezione ritmica “con le palle quadrate”. Fenomenale il ruolo del basso di Carlos Venegas che con la batteria di Erick Mejia, riesce a sorreggere senza problemi l'intera struttura delle canzoni, con un gusto ed un groove veramente di grandissimo spessore. Le asce di Esteban Sancho e Federico Gutierrez impreziosiscono il lavoro con assoli malati e morbosi di scuola floridiana, macinando ritmiche molto precise ed intrise di un certo gusto restò che arricchisce il tessuto connettivo del lavoro. Il growl di Felipe Tencio è catacombale e di ottima fattura, quindi perfettamente in linea con il resto della band, rientrando perfettamente nei canoni del genere. Le liriche, per quanto a volte interessanti e a tratti anche originali, cercano di discostarsi dai clichè, e sporadicamente lo fanno anche, ma restano comunque in secondo piano rispetto alla componente strumentale. La produzione è compatta, i suoni sono ben definiti, anche se il suono delle chitarre resta un pò scuro, risulta comunque perfettamente comprensibile. Anche la batteria suona bene, senza quel fastidioso effetto “trigger” (eccetto per la doppia cassa, purtroppo) che ne appiattisce la dinamica e ne penalizza l'ascolto.
Era un po' che non sentivo un lavoro così omogeneo ed allo
stesso tempo interessante. Purtroppo è difficile al giorno d'oggi rendere
accattivante un genere, come quello del
Death Metal con derive Brutal, che spesso si contorce su se stesso, con
composizioni che per quanto ben eseguite, spesso si sfilacciano perdendosi per
la via., cosa che invece i Corpse Garden evitano magistralmente. Infatti
riescono a mantenere l'attenzione alta dando un senso alle loro composizioni,
che per quanto molto tecniche ed a volte un pò ostiche, riescono ad essere
vincenti e complete. Ho particolarmente apprezzato gli intarsi di tastiera e
gli intermezzi acustico-strumentali nello svolgersi dell'album, che hanno reso
l'ascolto più gradevole e reso le tracce più coinvolgenti, evitando quella
sgradevole sensazione di noia che spesso attanaglia lavori anche più blasonati. Insomma, un
prodotto veramente valido, che onestamente non inventa niente, ma che risulta
per gli amanti del genere un must-have,
anche solo per arricchire la propria collezione (o playlist) di tanto
(in)sano death metal come non se ne sentiva da un po'. Ottimo lavoro!
Recensione a cura di: D666
Voto: 75/100
Tracklist:
1. The Quantum Rapture 04:39
2. In the Womb of Chaos 02:14
3. Portal to the Oneiric 06:08
4. The Arrival of Saturn 01:11
5. Suspended over the Abyss 04:20
6. Evoking a Dead Sun 07:30
7. Sulphur 06:55
8. Neux Ex Machina 03:05
9. The First Incarnation 06:54
10. A Balance of Opposites 04:07
11. Emerald Vision 04:32
12. Red Pulvis Solaris 05:24
13. Enantiodromia 05:18
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