ANCIENT SPHERES - In Conspiracy with the Night
Full-length, Satanath Records
(2015)
Costa Rica è anche sinonimo di freddo black metal, ed è questo il caso dei qui presenti Ancient Spheres. nati nel 2010 ed autori di due ep e due full-length, di cui l'ultimo è il qui presente e oggetto di esame "In Conspiracy with the Night". Iniziamo col dire che la label russa Satanath Records si sta rivelando come label di riferimento per l'underground estremo, in special modo black metal, producendo tantissime band, e finora posso dire che ciò che ho recensito non è mai sceso sotto la sufficienza, fino a toccare talvolta ottimi livelli.
Questo album prosegue e conferma questa linea, proponendo un black metal gelido e maligno, che mescola bene l'anima più brutale con quella più leggermente melodica della formazione. I tempi sono spesso delle cavalcate in doppia cassa dove si staglia la voce di Yeudiel Chacón, che mi ha ricordato quella del mai troppo compianto Jon Nödtveidt, col suo growl un po' strozzato ma d'impatto, compreso anche l'eco sulla equalizzazione della voce, molto in stile Dissection. Le similitudini con questa band potrebbero anche estendersi in un certo senso alla musica, in quanto il black metal si mescola molte volte con l'heavy metal, il thrash e il death melodico. Un esempio lampante di quanto sto dicendo lo potete riscontrare nella dissectioniana "Ethereal", ma anche in altre canzoni.
A volte la band prende respiro e molla un po' il piede dell'acceleratore ("Emperors of the Night"), con risultati gradevoli, ma a mio avviso la formazione è più efficace quando picchia duro e veloce, come avviene d'altronde quasi sempre, e meritano menzione pezzi riusciti e sinistri come "Invoking Darkness" o "Cold and Dead Stone" dove, in quest'ultima, la band arricchisce la violenza con begli arpeggi dissonanti e oscuri.
Praticamente questa band ha un unico, importante difetto che gli trancia un po' le gambe, e questo si chiama batteria. Pur figurando in line-up un certo Raymondsz dietro le pelli, al mio orecchio certe parti suonano un po' troppo macchinose e artificiali, quindi può essere accaduto che in sede di produzione la batteria sia stata penalizzata, oppure che abbiano usato una batteria programmata/campionata usando dei suoni non all'altezza della situazione.
Se la band saprà sopperire a questo difetto potrà dire cose decisamente migliori in futuro, anche se si hanno già elementi piuttosto discreti da cui partire. Promossi ma da rivedere con curiosità!
Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 67/100
Tracklist:
1. Enchantment of the Night 01:42
2. Invoking Darkness 05:25
3. A Tale Told Two Thousand Times 05:46
4. Ethereal 05:17
5. Emperors of the Night 05:34
6. The Sign 05:41
7. My Ancient Spirits 05:08
8. Slaughters 05:35
9. The Old Forest 05:28
10. Cold and Dead Stone 06:06
11. In Solitude I Die 05:53
12. Lord of the Morbid Ritual 05:19
13. Chaos Compass 03:49
14. Serkes 06:08
15. Sands of Oblivion 04:09
2. Invoking Darkness 05:25
3. A Tale Told Two Thousand Times 05:46
4. Ethereal 05:17
5. Emperors of the Night 05:34
6. The Sign 05:41
7. My Ancient Spirits 05:08
8. Slaughters 05:35
9. The Old Forest 05:28
10. Cold and Dead Stone 06:06
11. In Solitude I Die 05:53
12. Lord of the Morbid Ritual 05:19
13. Chaos Compass 03:49
14. Serkes 06:08
15. Sands of Oblivion 04:09
DURATA TOTALE: 01:17:00
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