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STORMY ATMOSPHERE - Pent Letters


Full-length, Metal Scrap Records
(2015)


Band israeliana attiva da quasi 15 anni, ma che è riuscita a realizzare solo due full-length, di cui questo "Pent Letters" è l'ultimo partorito dal quintetto, a ben sei anni di distanza dal precedente "ColorBlind". Comincio col dire che davanti a dischi del genere rimango sempre un po' spiazzato, in quanto non riesco bene a capire dove arrivi il mio gusto e comprensione musicale e dove inizi il genio o, al contrario, l'incapacità della band o dell'artista che sto esaminando.
Purtroppo non sono in grado di tracciare una linea netta di separazione tra questi aspetti, perchè la musica è una materia difficile da trattare, oltre che soggettiva a livello di gradimento, e nel caso di questi Stormy Atmosphere lo diventa ancora di più. 

Alle sonorità heavy-rock progressive la band aggiunge molti elementi che portano l'ascoltatore a dover compiere molti sforzi per seguire bene le trame musicali messe in atto da questa formazione. Anche l'innesto tastiere e di una voce femminile (Dina Shulman), che ha praticamente lo stesso spazio di quella maschile, è elemento che da un lato arricchisce il sound dei Nostri, ma che in molti frangenti appare come una forzatura, andando a scontrarsi con la voce maschile di Teddy Shvets, sovraccaricando delle composizioni che sono già "barocche" e colme di variazioni. 
Questa band mi ha riportato in mente gli italiani Aevum, che avevo recensito qualche tempo addietro, e i difetti che avevo espresso per quella band potrebbero essere traslati anche per questa. E' bello avere una ottima padronanza strumentale, così come è bello cercare di costruire un disco che, almeno nelle intenzioni, si spinga oltre le solite "canzonette", però a volte certi musicisti dovrebbero farsi un bagno di umiltà e cercare di costruire bella musica in primis, prima che sfoggiare opere teatrali e tecnica fine a se stessa. E' questo purtroppo il caso degli Stormy Apocalypse che, guarda caso, non lasciano nella memoria del sottoscritto nessun episodio in particolare, ma solo la sensazione di aver ascoltato dei meri esercizi di stile. Ricordo che gente come Beatles o Ac/Dc hanno costruito grandissime canzoni utilizzando pochi elementi, ma mettendoci forse quello che manca a troppe band progressive (non tutte, per carità), ovvero grande gusto e cuore.

Per questi fattori non mi sento di consigliare questo album a quasi nessuno, salvo a gente a cui non interessi emozionarsi, ma che vanno solo alla ricerca della perfezione e della perizia strumentale, magari con l'hobby di andare a teatro. Nelle intenzioni questo "Pent Letters" poteva essere una lunga suite progressive di alto livello, ma il tutto non è stato portato a giusto compimento, in quanto il senso della misura non è virtù di tutti, tantomeno di questi Stormy Atmosphere. Peccato, perchè a livello prettamente strumentale, questo quintetto è più che preparato, bastava fermarsi un attimo prima, perchè "il troppo stroppia" dicevano gli antichi, e lo dico anche io.

Recensione di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 55/100

Tracklist:
1. Afterlight 07:44 
2. The Way Home 02:19 instrumental
3. First Day 03:35 
4. Science Fiction 04:46 
5. First Year 02:40 
6. Historical Adventure 06:22 
7. Hour 02:03 
8. The Menippeah 06:12 
9. While 01:42 instrumental
10. Suspense 03:55 
11. Gothic Dread 05:32 
12. Decennary 01:23 
13. Tragic Play 05:03 
14. Outcome 03:52 
15. Time 14:16 

DURATA TOTALE: 01:11:24

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