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EVERSIN - Trinity: The Annihilation

Full-length, My Kingdom Music
(2015)

I siciliani Eversin sono una vecchia conoscenza sulla nostra zine, in quanto avevamo recensito il loro precedente “Tears on the Face of God” ed eravamo andati anche ad indagare meglio intervistandoli. Credo che al loro terzo album, e sempre fedeli a My Kingdom Music, possiamo dire che la band ha raggiunto dei traguardi notevoli, affacciandosi nel 2015 con il disco probabilmente più duro e cinico della loro carriera. 
Gli accenni power e prog in questo nuovo "Trinity: The Annihilation" sono ridotti al lumicino, per lasciare ampio spazio a un thrash metal di nuova concezione che rimanda a band come Nevermore, soprattutto per il sound delle chitarre, molto ribassate e corpose, ma con l'irruenza di band come Slayer, Grip Inc. e Sepultura, e un tocco svedese tipico di band come The Haunted o Darkane.

La voce di Angelo Ferrante questa volta convince completamente, e si rivela tassello importantissimo nel sound della band, con le sue metriche secche e quadrate. Possiamo anche scorgere gli ultimi Helstar nella musica dei nostri, e la cosa è davvero gradita per il sottoscritto, ed è proprio James Rivera lo special guest nel brano "Fire Walk with Me", impreziosendo un brano letteralmente efferato e devastante!
I brani si presentano come dei monoliti che schiacciano tutto, pochi sono gli spiragli melodici e ancora meno quelli dove filtra un minimo di luce. Il pessimismo dei testi e dei titoli delle canzoni si sposa con una musica brutale e nevrotica, darkeggiante, dove il drumming non lascia tregua. Episodi come la deflagrante opener "Flagellum Dei", e autentiche mazzate come "Chaoborn" o "Crown of Nails" si ergono a brani migliori del lotto, ma tutto il resto non è molto da meno. Le parti soliste di chitarra svolgono un ruolo marginale per lasciare spazio al lavoro ritmico che è implacabile e apocalittico. Proprio questo alone nerissimo e apocalittico delinea un'opera che si rivela molto personale pur non inventando nulla di nuovo, ma dove appunto sono i particolari come questo a fare la differenza. 
Quando pensiamo che la band abbia già detto tutto in termini di violenza arriva una canzone come "Beneath an Atomic Sun", che solo nella parte iniziale sembra regalarci barlumi di melodia, ma che poi si assesta su tempi da marcia militare, senza alcuna pietà. 

Ed è proprio parlando di guerra che possiamo addentrarci in "Litanies of War", che presenta parti maggiormente cariche di groove, sebbene anche qui la doppia cassa si fa sentire, così come tutto quello che ha caratterizzato il disco finora, ovvero impatto brutale, tinte fosche, sensazione di claustrofobia.
Qualcuno potrebbe discutere sul fatto che dischi come questo potrebbero risultare freddi e troppo monolitici e che un po' di varietà in più non avrebbe guastato. Io invece rispondo che in Italia un disco del genere è uno schiaffo sonoro e morale ad un revival thrash che è innocuo come un bimbo nella culla. 
Spero e non credo di essere l'unico ad essermi accorto che la maggior parte delle nuove leve thrash peccano proprio dove il genere dovrebbe essere forte, ovvero nella cattiveria. Ormai è tutto un copia-incolla dai gruppi padri della Bay-Area, e il tutto ha un'aria troppo scanzonata e poco convincente. Gli Eversin non ci stanno e sfornano un disco duro come una lastra di metallo spessa un metro, e la lasciano cadere sui troppi hobbisti del thrash metal, lasciandone solo cadaveri e macerie. 
Disco pericoloso.

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
VOTO: 80/100

Tracklist:
1. Flagellum Dei
2. Fire Walk with Me
3. Chaosborn
4. We Will Prevail
5. Crown of Nails
6. Beneath an Atomic Sun
7. Litanies of War
8. Trinity

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