FOG - Mors Atra
Full-length, Sliptrick Records
Iniziamo col dire che dal punto strettamente strumentale la band si presenta davvero bene, con un death metal dalla produzione scintillante, che affonda le proprie radici nei classici del genere (Morbid Angel su tutti), ma non disdegna ammiccamenti alle recenti evoluzioni del genere, con diverse sfaccettature tecniche di pregevole fattura. Si parte con la devastante "Mass Hysteria", un pezzo che subito fa capire che la band punta non solo sulla velocità , ma anche su riff groovy e drumming assassino sia nei momenti più "tirati" che in quelli maggiormente heavy. "Burn Your Sinner" si dimostra vincente per le sue aperture vagamente melodiche, dove si innestano soluzioni vagamente "swedish" e più moderne, che sono anche il frutto di un uso dell'accordatura ribassata delle chitarre. Qui la batteria è davvero da cardiopalma, ma lo è ancora di più nella successiva "Infecting the Weak", episodio pesantissimo e brutale allo stesso tempo.
Arrivati con "Infecting the Weak" a metà tracklist, e trovandoci di fronte uno degli episodi migliori del lavoro, possiamo anche cominciare a stilare un bilancio di ciò che a mio modesto parere va bene e cosa meno, in questo album. Sarò molto sintetico dicendo che la parte strettamente strumentale è senza sbavature, efficace, variegata, death metal che non annoia grazie alla disinvoltura con cui i nostri riescono a costruire atmosfere apocalittiche, claustrofobiche e anche dscretamente personali, con quel quid in più dato dalla propensione verso il moderno che qui non stona affatto. Ma ciò che monca un po' l'entusiasmo è la voce di William Perfigli, poco incisiva, monocorde e troppo poco aggressiva per poter sorreggere al meglio delle canzoni di cotanta potenza. Ci sarebbe voluto un growl bello corposo, magari alternato ad un buon scream, incazzato e velenoso...E invece qui la voce è solo un timido growl, ma proprio appena accennato, che non convince e non valorizza i pezzi, anzi a volte li tiene un po' col freno a mano tirato.
Un altro pezzo da applausi come "Spineless", che fonde molto bene death americano e svedese, con buone armonie di chitarra e un bel tiro, è moncato da vocals non all'altezza, ed è un vero peccato. Stesso discorso per la tellurica, malata " The Sick Part of Your Brain". Chiude l'opera "Mors Atra", aperta da sinistri versi di corvo e da un incedere pachidermico al limite col doom, per poi svilupparsi in un assalto all'arma bianca di chitarre ritmiche e batteria tritaossa, e ottimi innesti di chitarra quasi black metal, che donano dinamismo al pezzo. I Fog sono anche bravi nel rallentare di colpo e ripartire all'assalto, e questo approccio caratterizza tutta l'opera, rendendola matura e coinvolgente.
Ripeto, con un altro tipo di voce il disco sarebbe potuto essere ben migliore (e avere un voto di almeno 10 punti più in più), ma in ogni caso quello che ci rimane è un disco più che discreto, ottimamente costruito e suonato. Consigliato ai death metallers che ricercano anche atmosfera e non solo brutalità .
Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
(2015)
La Sliptrick Records si sta rivelando come label molto attenta nella scelta delle band da includere nella propria scuderia, e ultimamente tutti i prodotti che arrivano da questa label difficilmente deludono, ovviamente parlando sotto un profilo oggettivo della qualità delle uscite discografiche, perchè se entriamo nel territorio dei gusti personali potremmo discutere qui per pagine e pagine, ma non mi pare il caso in sede di recensione. I qui presenti Fog, death metallers liguri attivi sin dal 1997 (!!!) arrivano solo ai giorni nostri alla pubblicazione del primo full-length, dopo due demo e un ep, usciti dopo il Duemila. Il motivo di così poca produttività mi è sconosciuto, ma poco conta, oggi recensiremo "Mors Atra", il resto è solo contorno.
Iniziamo col dire che dal punto strettamente strumentale la band si presenta davvero bene, con un death metal dalla produzione scintillante, che affonda le proprie radici nei classici del genere (Morbid Angel su tutti), ma non disdegna ammiccamenti alle recenti evoluzioni del genere, con diverse sfaccettature tecniche di pregevole fattura. Si parte con la devastante "Mass Hysteria", un pezzo che subito fa capire che la band punta non solo sulla velocità , ma anche su riff groovy e drumming assassino sia nei momenti più "tirati" che in quelli maggiormente heavy. "Burn Your Sinner" si dimostra vincente per le sue aperture vagamente melodiche, dove si innestano soluzioni vagamente "swedish" e più moderne, che sono anche il frutto di un uso dell'accordatura ribassata delle chitarre. Qui la batteria è davvero da cardiopalma, ma lo è ancora di più nella successiva "Infecting the Weak", episodio pesantissimo e brutale allo stesso tempo.
Arrivati con "Infecting the Weak" a metà tracklist, e trovandoci di fronte uno degli episodi migliori del lavoro, possiamo anche cominciare a stilare un bilancio di ciò che a mio modesto parere va bene e cosa meno, in questo album. Sarò molto sintetico dicendo che la parte strettamente strumentale è senza sbavature, efficace, variegata, death metal che non annoia grazie alla disinvoltura con cui i nostri riescono a costruire atmosfere apocalittiche, claustrofobiche e anche dscretamente personali, con quel quid in più dato dalla propensione verso il moderno che qui non stona affatto. Ma ciò che monca un po' l'entusiasmo è la voce di William Perfigli, poco incisiva, monocorde e troppo poco aggressiva per poter sorreggere al meglio delle canzoni di cotanta potenza. Ci sarebbe voluto un growl bello corposo, magari alternato ad un buon scream, incazzato e velenoso...E invece qui la voce è solo un timido growl, ma proprio appena accennato, che non convince e non valorizza i pezzi, anzi a volte li tiene un po' col freno a mano tirato.
Un altro pezzo da applausi come "Spineless", che fonde molto bene death americano e svedese, con buone armonie di chitarra e un bel tiro, è moncato da vocals non all'altezza, ed è un vero peccato. Stesso discorso per la tellurica, malata " The Sick Part of Your Brain". Chiude l'opera "Mors Atra", aperta da sinistri versi di corvo e da un incedere pachidermico al limite col doom, per poi svilupparsi in un assalto all'arma bianca di chitarre ritmiche e batteria tritaossa, e ottimi innesti di chitarra quasi black metal, che donano dinamismo al pezzo. I Fog sono anche bravi nel rallentare di colpo e ripartire all'assalto, e questo approccio caratterizza tutta l'opera, rendendola matura e coinvolgente.
Ripeto, con un altro tipo di voce il disco sarebbe potuto essere ben migliore (e avere un voto di almeno 10 punti più in più), ma in ogni caso quello che ci rimane è un disco più che discreto, ottimamente costruito e suonato. Consigliato ai death metallers che ricercano anche atmosfera e non solo brutalità .
Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
VOTO: 68/100
Tracklist:
Tracklist:
1. Mass Histeria
2. Burn Your Sinner
3. Infecting the Weak
4. Avid
5. The Call of Genocide
6. The Sick Part of Your Brain
7. Spineless
8. Scars of Vengeance
9. Mors Atra
2. Burn Your Sinner
3. Infecting the Weak
4. Avid
5. The Call of Genocide
6. The Sick Part of Your Brain
7. Spineless
8. Scars of Vengeance
9. Mors Atra
Nessun commento