AIDAN - Témno
EP, Red Sound Records
Le chitarre sono protagoniste con i loro riff dissonanti e malinconici e disegnano scenari apocalittici e molto emozionanti. Lo stile della band è ricco di piccole sfumature che rendono i brani mai troppo monotoni, ma al contrario dinamici, grazie a piccoli break e ripartenze, ad alternanze tra parti più heavy e altre più "meditative". Si apre pesantissima "Il terzo escluso", proseguendo poi il solito discorso di avvicendarsi di vari umori, ed in alcuni momenti possiamo addirittura affermare che la band si affaccia su territori vagamente indie rock, ma non quello attuale, bensì quello in vigore soprattutto negli anni Novanta, con una vena triste forse più marcata rispetto all'episodio precedente. Belli i dialoghi inseriti nella canzone che donano una visione onirica al tutto. Ammetto di non sapere questi da dove arrivino, i quali parlano in un certo senso di cosa significhi essere artisti e di cosa sia la bellezza.
Chiude "Ora puoi scendere nella fossa insieme alla tua musica", una specie di suite vagamente noise dove si possono nuovamente sentire dialoghi inerenti il concetto di "bellezza", di "purezza" e di "genio", che viene definito come una condanna da parte di Dio. Musica suggestiva e carica di tensione in questo caso, come a sottolineare la fine non solo del disco ma di tante altre cose, e parlerei di malessere o addirittura di rassegnazione tradotta in musica. E' quindi un'opera interessante quella che ci regalano gli Aidan, che hanno sapientemente confezionato un prodotto che potrà essere apprezzato, parlando in generale, da tutti coloro che si cibano di post metal. Bravi, ma l'unico neo rimane la durata un po' stringata, che non permette una visione più esaustiva del potenziale dei nostri. Per adesso, comunque, pienamente promossi.
Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
(2015)
Arrivano da Padova questi Aidan, e hanno alle spalle un altro album, l'esordio "The Relation Between Brain and Behaviour". Questo è il secondo capitolo della loro discografia e presenta quattro brani che compongono "Témno ", molto dilatati e atmosferici, privi di voce e dove la band dimostra di saper trattare il post metal e lo sludge con buona personalità e piena competenza strumentale. Ad aprire le danze è una specie di intro, "Levnad", che funge da accesso alla dimensione senza spazio e tempo che la band sembra voglia trasmettere nelle tracce seguenti. Suoni cupi, note soffuse di archi, desolazione sono le prerogative di questa introduzione che lascia poi spazio al primo e vero proprio brano intitolato "Negazione dell'appartenenza / appartenenza alla negazione" dove i nostri adottano quello stile in crescendo caro a band come Cult Of Luna, Callisto o Neurosis.
Arrivano da Padova questi Aidan, e hanno alle spalle un altro album, l'esordio "The Relation Between Brain and Behaviour". Questo è il secondo capitolo della loro discografia e presenta quattro brani che compongono "Témno ", molto dilatati e atmosferici, privi di voce e dove la band dimostra di saper trattare il post metal e lo sludge con buona personalità e piena competenza strumentale. Ad aprire le danze è una specie di intro, "Levnad", che funge da accesso alla dimensione senza spazio e tempo che la band sembra voglia trasmettere nelle tracce seguenti. Suoni cupi, note soffuse di archi, desolazione sono le prerogative di questa introduzione che lascia poi spazio al primo e vero proprio brano intitolato "Negazione dell'appartenenza / appartenenza alla negazione" dove i nostri adottano quello stile in crescendo caro a band come Cult Of Luna, Callisto o Neurosis.
Le chitarre sono protagoniste con i loro riff dissonanti e malinconici e disegnano scenari apocalittici e molto emozionanti. Lo stile della band è ricco di piccole sfumature che rendono i brani mai troppo monotoni, ma al contrario dinamici, grazie a piccoli break e ripartenze, ad alternanze tra parti più heavy e altre più "meditative". Si apre pesantissima "Il terzo escluso", proseguendo poi il solito discorso di avvicendarsi di vari umori, ed in alcuni momenti possiamo addirittura affermare che la band si affaccia su territori vagamente indie rock, ma non quello attuale, bensì quello in vigore soprattutto negli anni Novanta, con una vena triste forse più marcata rispetto all'episodio precedente. Belli i dialoghi inseriti nella canzone che donano una visione onirica al tutto. Ammetto di non sapere questi da dove arrivino, i quali parlano in un certo senso di cosa significhi essere artisti e di cosa sia la bellezza.
Chiude "Ora puoi scendere nella fossa insieme alla tua musica", una specie di suite vagamente noise dove si possono nuovamente sentire dialoghi inerenti il concetto di "bellezza", di "purezza" e di "genio", che viene definito come una condanna da parte di Dio. Musica suggestiva e carica di tensione in questo caso, come a sottolineare la fine non solo del disco ma di tante altre cose, e parlerei di malessere o addirittura di rassegnazione tradotta in musica. E' quindi un'opera interessante quella che ci regalano gli Aidan, che hanno sapientemente confezionato un prodotto che potrà essere apprezzato, parlando in generale, da tutti coloro che si cibano di post metal. Bravi, ma l'unico neo rimane la durata un po' stringata, che non permette una visione più esaustiva del potenziale dei nostri. Per adesso, comunque, pienamente promossi.
Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
VOTO: 70/100
Tracklist:
1. Levnad 03:33
2. Negazione dell'appartenenza / appartenenza alla negazione 07:56
3. Il terzo escluso 06:48
4. Ora puoi scendere nella fossa insieme alla tua musica 05:27
Tracklist:
1. Levnad 03:33
2. Negazione dell'appartenenza / appartenenza alla negazione 07:56
3. Il terzo escluso 06:48
4. Ora puoi scendere nella fossa insieme alla tua musica 05:27
DURATA TOTALE: 23:44
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