SPIRES "The Whisperer"
(2014)
Dopo aver passato più di metà della mia vita ad ascoltare metal e affini, è difficile che qualcosa possa ancora prendermi al primo ascolto. Poi parte “Ethereal organisms” degli Spires e comincia la magia. E' davvero uno dei brani più belli che mi sia capitato di ascoltare da anni a questa parte, un perfetto compendio tra atmosfere doom, neoclassicismo accennato, devianze death metal e strutture progressive; la rudezza estrema e suadente melodia per una volta non solo giustapposte ma perfettamente integrate e fuse tra loro. Un vero gaudio per le orecchie.
Sfortunatamente, il resto del disco non è all'altezza: anche se la cifra stilistica rimane pressappoco la stessa, dal punto di vista compositivo non riescono più a mantenersi perfettamente focalizzati. E' un peccato, perchè la mistura sonora di questa band anglosassone è davvero personale, e non si può descriverla senza fare ricorso a molteplici punti di riferimento. Quello principale è sicuramente costituito degli Opeth di metà carriera, con un ponte tra atmosfere tratte dal death europeo e nenie vocali delicate ed intimiste (questa componente forse pure un po' troppo accentuata).
Ma non renderemmo loro giustizia se non citassimo i continui ed obliqui gemellaggi di chitarra, strutture simili a quelle dei primi At The Gates con la classe strumentale dei Fates Warning, ma interpretate da un tocco che ricorda i veri pionieri di un certo modo di intendere il death in maniera angosciosamente melodica, ovvero i Morbid Angel. Peccato che, come dicevamo in apertura, non sempre riescano a riempire la loro bellissima forma di uguale sostanza. Allo stesso tempo una grande sorpresa ed una certa delusione: non si può dire che non regalino emozioni.
Dopo aver passato più di metà della mia vita ad ascoltare metal e affini, è difficile che qualcosa possa ancora prendermi al primo ascolto. Poi parte “Ethereal organisms” degli Spires e comincia la magia. E' davvero uno dei brani più belli che mi sia capitato di ascoltare da anni a questa parte, un perfetto compendio tra atmosfere doom, neoclassicismo accennato, devianze death metal e strutture progressive; la rudezza estrema e suadente melodia per una volta non solo giustapposte ma perfettamente integrate e fuse tra loro. Un vero gaudio per le orecchie.
Sfortunatamente, il resto del disco non è all'altezza: anche se la cifra stilistica rimane pressappoco la stessa, dal punto di vista compositivo non riescono più a mantenersi perfettamente focalizzati. E' un peccato, perchè la mistura sonora di questa band anglosassone è davvero personale, e non si può descriverla senza fare ricorso a molteplici punti di riferimento. Quello principale è sicuramente costituito degli Opeth di metà carriera, con un ponte tra atmosfere tratte dal death europeo e nenie vocali delicate ed intimiste (questa componente forse pure un po' troppo accentuata).
Ma non renderemmo loro giustizia se non citassimo i continui ed obliqui gemellaggi di chitarra, strutture simili a quelle dei primi At The Gates con la classe strumentale dei Fates Warning, ma interpretate da un tocco che ricorda i veri pionieri di un certo modo di intendere il death in maniera angosciosamente melodica, ovvero i Morbid Angel. Peccato che, come dicevamo in apertura, non sempre riescano a riempire la loro bellissima forma di uguale sostanza. Allo stesso tempo una grande sorpresa ed una certa delusione: non si può dire che non regalino emozioni.
Recensione a cura di: Fulvio Ermete
VOTO: 75/100
Tracklist:
1. Ethereal Organisms 14:06
2. At His Behest 05:56
3. Surrogate 02:43 instrumental
4. Primal Revelation 06:25
5. The Fevered Spirit 11:20
6. Elsewhere 04:10
7. The Whisperer 21:15
DURATA TOTALE: 01:05:551. Ethereal Organisms 14:06
2. At His Behest 05:56
3. Surrogate 02:43 instrumental
4. Primal Revelation 06:25
5. The Fevered Spirit 11:20
6. Elsewhere 04:10
7. The Whisperer 21:15
http://spiresband.co.uk/
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