DEVIN TOWNSEND PROJECT "Z²"
Full-length, HevyDevy Records
(2014)
“Cunzala comu vo, ma sempre cucuzza resta”. Un modo di dire tipico delle mie parti, per significare che certe pietanze puoi cucinarle e condirle in mille modi diversi, ma alla fine il sapore rimane pressappoco lo stesso. Il concetto si applica perfettamente anche a Devin Townsend, eclettico e prolifico artista canadese che, venti anni or sono, stupì con la propria produzione assolutamente personale e, per certi versi, rivoluzionaria. Gli Strapping Young Lad, gli Ocean Machine, il disco solista “Infinity”...tutte sfaccettature di una sensibilità artistica davvero unica.
Poi il disco “Physicist”, che univa gli estremi di quanto fatto fino ad allora, e quindi “Terria”, l'album progressivo che avrebbe dovuto rappresentare una svolta nella sua produzione...una svolta che, però, non arrivò mai. Nel corso degli anni le sue pubblicazioni si sono sprecate, in una confusione che solo i suoi fan più sfegatati riescono a capire, ma che, alla fin fine, a dispetto delle intenzioni, non rappresentano tutti i colori dell'iride, ma solo varie gradazioni di alcuni di essi.
Poi il disco “Physicist”, che univa gli estremi di quanto fatto fino ad allora, e quindi “Terria”, l'album progressivo che avrebbe dovuto rappresentare una svolta nella sua produzione...una svolta che, però, non arrivò mai. Nel corso degli anni le sue pubblicazioni si sono sprecate, in una confusione che solo i suoi fan più sfegatati riescono a capire, ma che, alla fin fine, a dispetto delle intenzioni, non rappresentano tutti i colori dell'iride, ma solo varie gradazioni di alcuni di essi.
Le modalità espressive di Devin Townsend rimangono, oggi, ancora ancorate ai tre lavori menzionati sopra: il lato oscuro e brutalmente metallico dei SYL, quello più solare e rock-oriented di “Infinity”, quello sognante ed epico di Ocean Machine, miscelati poi in maniera più o meno intensa, conditi con arrangiamenti più o meno diversi, ma sempre comunque simili per armonie, melodie, modus operandi. “Z2” è un album doppio in cui le due parti sono attaccate tra loro con la sputazza, prive come sono di una vera reciproca correlazione – il primo disco, “Sky blue”, è a tutti gli effetti una continuazione della pentalogia iniziata con “Ki”, mentre “Dark matters” è il secondo capitolo di “Ziltoid the omniscient”, album molto amato dai suoi fans e nel frattempo divenuto anche uno spettacolo di marionette. Due dischi antitetici, sotto ogni punto di vista, e speculari. “Sky blue” è infatti un lavoro decisamente song-oriented ed accessibile, basato su melodie che vanno dal placido-gioioso all'introspettivo, sempre e comunque solare, con un sentimento di perenne malinconia a gettare un po' d'ombra qui e là. Benché sia un album di impianto rock, pochi sono i pezzi veramente riff-oriented, basandosi più che altro sulle complesse e stratificate armonie vocali di Devin, e con la componente elettronica-effettistica a prendere, in molti casi, il sopravvento in brani dal sapore quasi dance. “Dark matters”, invece, è un disco decisamente più duro e pesante, con le chitarrone e la batteria in primo piano, ed è la negazione della forma canzone.
Anche questo non è un disco riff-oriented come i lavori dei SYL, in quanto la scrittura rimane legata a doppia mandata alle progressione dei temi melodici ed armonici, sempre e comunque estremamente barocchi e cangianti, per un risultato che, alla fine della fiera, altro non è se non un bizzarro e barocchissimo musical. Se il primo disco è in tutto e per tutto simile a lavori come “Epicloud” e gli Ocean Machine, il secondo è un po' più pretenzioso ed interessante, ma non troppo diverso dal primo capitolo e dai lavori più eclettici da lui prodotti. Oltre alla già esaminata mancanza di vera innovazione, questo doppio lavoro presenta il difetto di diluire eccessivamente le proprie idee: la complessa e pesante sovrastruttura possiede, infatti, delle fondamenta piuttosto deboli. Solo alcuni pezzi di “Sky blue” sono memorabili; la prima metà di “Dark matters” funziona, ma col trascorrere dei minuti diventa sempre più noioso, e lo sviluppo della storia, i continui dialoghi, sembrano invischiare più che esaltare gli effetti speciali di cui Devin si circonda (cori a tutto spiano, utilizzando anche le voci amatoriali dei propri fans, la voce della sempre presente Anneke Van Giesbergen). Un lavoro con la struttura di una immensa montagna, ma che partorisce, se non un topolino, comunque una semplice marmotta.
Recensione di: Fulvio Ermete
VOTO: 72/100
Tracklist:
Disc 1 - Sky Blue
1. Rejoice 04:16
2. Fallout 04:23
3. Midnight Sun 04:41
4. A New Reign 04:39
5. Universal Flame 04:23
6. Warrior 03:29
7. Sky Blue 03:38
8. Silent Militia 04:24
9. Rain City 09:20
10. Forever 03:45
11. Before We Die 08:24
12. The Ones Who Love 02:36
Disc 2 - Dark Matters
1. Z² 03:52
2. From Sleep Awake 03:07
3. Ziltoidian Empire 06:25
4. War Princess 08:17
5. Deathray 04:42
6. March of the Poozers 06:26
7. Wandering Eye 03:57
8. Earth 07:22
9. Ziltoid Goes Home 06:20
10. Through the Wormhole 03:43
11. Dimension Z 06:12
DURATA TOTALE: 1:58:21
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