VULTURIUM MEMORIAE "Nato Per Ragioni Ignote"
Full-length, Avantgarde Music
(2014)
I Vulturium Memoriae sono un progetto parallelo di Mirg, musicista ligure già unico membro dei Macabre Enslaver, one-man band Black Metal italiana. Il nome deriva dal paese in cui il nostro è nato, Voltri, frazione della Liguria e avamposto industriale della Vecchia Genova, a cui il monicker (letteralmente "Memorie Di Voltri") è dedicato, parlando del forte legame che il nostro sente con esso.
Il progetto debutta quindi con "Nato Per Ragioni Ignote" e con i sei brani di Doom Metal strumentale dai connotati fortemente Ambient, un disco fatto per l' ascolto intimo e attento.
“Dissolvenza della ragione” mette le cose in chiaro con un suono onirico e dilatato, malinconico ed altamente emozionale, che rimanda a certe sonorità Dark anni ’80, chiamando in causa le atmosfere dilatate e nebbiose dei Cure, ma anche certi momenti melodici di progetti come i Blut Aus Nord legati al Post-Rock più Ambient ed ossessivo. L’incedere di drum machine e loop di chitarra è lento, in un mantra ripetuto che narra, senza parole, di paesaggi e reazioni interiori ad esse, il ricordo e il presente. Chi cerca energiche cavalcate, cambi di tempo tecnici o violenza rimarrà deluso, mentre chi è pronto per lasciarsi andare in un mondo sonoro che scava nella psiche e nell’ intimo scolpendo immagini, avrà pane per i suoi denti. “Onde psichiche di coscienza” assume connotati ancora più psichedelici, giocato su dissonanze spettrali e lontane e sui beat lenti e meccanici che le accompagnano, mantenendo comunque un formato di songwriting vicino a quello del brano precedente, dimostrando come più che singoli pezzi, i vari brani non sono altro che tappe in un percorso uniforme e continuo; questa può essere un po’ una debolezza, perché in effetti il lavoro, pur ammaliante e ben strutturato nei suoi movimenti melodici, è molto ripetitivo in essi, e quindi risulta indirizzato per chi è avvezzo al concetto di Drone dai connotati rituali.
L’ album prosegue con la Dark Wave di “Miraggio attraverso i ricordi” che mantiene naturalmente tutta la malinconia del suono aggiungendo bassline oniriche, e in sottofondo stridenti atonalità che mantengono il gusto Avantgarde del suono del nostro, vicino al Black Metal francese più sperimentale ed Ambient, così come al già accennato suono di storici gruppi Dark e Post-Rock anni ’80. La Title Track è molto più sognante, con arpeggi delicati che ci accompagnano mentre si delineano sentite melodie, proseguendo in questo modo fino al finale fungendo da pausa al tetro andamento degli altri brani, la successiva “Grigiore a cielo aperto” riporta in primo piano i movimenti monolitici del resto del lavoro, con connotati decisamente più oscuri ed industriali, anche grazie ai campionamenti distorti in sottofondo, che ancora una volta non possono non far pensare ai Blut Aus Nord di lavori come “The Work Which Transforms God”, con la sua ossessività greve ereditata tanto dai Godflesh, quanto dal Post-Rock inglese, dove chitarre e giri di basso sono protagonisti. Il tutto si conclude con “.Lungo l'orizzonte dell'addio” e con i suoi toni epici che mantengono pienamente le influenze citate in precedenza, ricreando un mondo di nebbia, grigio, malinconia, e “Sehnsucht” esistenziale, una profonda nostalgia che penetra l’ anima dell’ ascoltatore.
In definitiva questo è un buon debutto, non perfetto perché il songwriting potrebbe essere reso in alcune parti più vario, senza eccedere e snaturare il suo suono Doom/Post Metal, ma con piccoli accorgimenti che distinguono i maestri del genere dal resto delle band che intraprendono questa strada; in ogni caso decisamente ascoltabile e ricco di impatto emotivo. Se si riuscirà a costruire partendo da questa solida base, i risultati in futuro saranno certamente ottimi creando un’ altra interessante realtà del Metal sperimentale europeo, da anni in fermento soprattutto in Oltralpe, ma anche nel Bel Paese.
Recensione a cura di: Davide Pappalardo
(2014)
I Vulturium Memoriae sono un progetto parallelo di Mirg, musicista ligure già unico membro dei Macabre Enslaver, one-man band Black Metal italiana. Il nome deriva dal paese in cui il nostro è nato, Voltri, frazione della Liguria e avamposto industriale della Vecchia Genova, a cui il monicker (letteralmente "Memorie Di Voltri") è dedicato, parlando del forte legame che il nostro sente con esso.
Il progetto debutta quindi con "Nato Per Ragioni Ignote" e con i sei brani di Doom Metal strumentale dai connotati fortemente Ambient, un disco fatto per l' ascolto intimo e attento.
“Dissolvenza della ragione” mette le cose in chiaro con un suono onirico e dilatato, malinconico ed altamente emozionale, che rimanda a certe sonorità Dark anni ’80, chiamando in causa le atmosfere dilatate e nebbiose dei Cure, ma anche certi momenti melodici di progetti come i Blut Aus Nord legati al Post-Rock più Ambient ed ossessivo. L’incedere di drum machine e loop di chitarra è lento, in un mantra ripetuto che narra, senza parole, di paesaggi e reazioni interiori ad esse, il ricordo e il presente. Chi cerca energiche cavalcate, cambi di tempo tecnici o violenza rimarrà deluso, mentre chi è pronto per lasciarsi andare in un mondo sonoro che scava nella psiche e nell’ intimo scolpendo immagini, avrà pane per i suoi denti. “Onde psichiche di coscienza” assume connotati ancora più psichedelici, giocato su dissonanze spettrali e lontane e sui beat lenti e meccanici che le accompagnano, mantenendo comunque un formato di songwriting vicino a quello del brano precedente, dimostrando come più che singoli pezzi, i vari brani non sono altro che tappe in un percorso uniforme e continuo; questa può essere un po’ una debolezza, perché in effetti il lavoro, pur ammaliante e ben strutturato nei suoi movimenti melodici, è molto ripetitivo in essi, e quindi risulta indirizzato per chi è avvezzo al concetto di Drone dai connotati rituali.
L’ album prosegue con la Dark Wave di “Miraggio attraverso i ricordi” che mantiene naturalmente tutta la malinconia del suono aggiungendo bassline oniriche, e in sottofondo stridenti atonalità che mantengono il gusto Avantgarde del suono del nostro, vicino al Black Metal francese più sperimentale ed Ambient, così come al già accennato suono di storici gruppi Dark e Post-Rock anni ’80. La Title Track è molto più sognante, con arpeggi delicati che ci accompagnano mentre si delineano sentite melodie, proseguendo in questo modo fino al finale fungendo da pausa al tetro andamento degli altri brani, la successiva “Grigiore a cielo aperto” riporta in primo piano i movimenti monolitici del resto del lavoro, con connotati decisamente più oscuri ed industriali, anche grazie ai campionamenti distorti in sottofondo, che ancora una volta non possono non far pensare ai Blut Aus Nord di lavori come “The Work Which Transforms God”, con la sua ossessività greve ereditata tanto dai Godflesh, quanto dal Post-Rock inglese, dove chitarre e giri di basso sono protagonisti. Il tutto si conclude con “.Lungo l'orizzonte dell'addio” e con i suoi toni epici che mantengono pienamente le influenze citate in precedenza, ricreando un mondo di nebbia, grigio, malinconia, e “Sehnsucht” esistenziale, una profonda nostalgia che penetra l’ anima dell’ ascoltatore.
In definitiva questo è un buon debutto, non perfetto perché il songwriting potrebbe essere reso in alcune parti più vario, senza eccedere e snaturare il suo suono Doom/Post Metal, ma con piccoli accorgimenti che distinguono i maestri del genere dal resto delle band che intraprendono questa strada; in ogni caso decisamente ascoltabile e ricco di impatto emotivo. Se si riuscirà a costruire partendo da questa solida base, i risultati in futuro saranno certamente ottimi creando un’ altra interessante realtà del Metal sperimentale europeo, da anni in fermento soprattutto in Oltralpe, ma anche nel Bel Paese.
Recensione a cura di: Davide Pappalardo
VOTO 70/100
Tracklist:
Tracklist:
1.Dissolvenza della ragione 08:07
2.Onde psichiche di coscienza 11:41
3.Miraggio attraverso i ricordi 05:40
4.Nato per ragioni ignote 03:31
5.Grigiore a cielo aperto 07:16
6.Lungo l'orizzonte dell'addio 06:51
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