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Sanctuary "The Year the Sun Died"

Full-length, Century Media Records
(2014)

25 anni: รจ questa la distanza temporale che separa questo come-back discografico dall'album che lo ha preceduto. Un quarto di secolo in cui nel mondo della musica dura รจ accaduto di tutto, dall'avvento del grunge, alla popolaritร  del brutal death metal e del death svedese, all'arrivo del nu-metal e del metalcore.
Rivoluzioni ed evoluzioni che hanno naturalmente coinvolto anche la band di Warrel Dane e soci: dalla fine, avvenuta nel 1992 per causa del grunge, alla rinascita come Nevermore, che altro non erano se non una continuazione del discorso musicale intrapreso coi Sanctuary; poi due decenni di alti e bassi per giungere alla riesumazione dei Sanctuary, che altro non sono se non una continuazione del discorso musicale intrapreso coi Nevermore.

Perchรฉ, se anche questo “The year the sun died” risulta essere piรน tradizionalmente heavy-oriented dell'ibrido power-thrash dei Nevermore, alla fin fine la distanza รจ soprattutto a livello di arrangiamenti strumentali, in quanto dal punto di vista melodico ed armonico ci troviamo sempre nell'ambito di un heavy metal robusto ma crepuscolare, che rifugge qualsivoglia immagine di positivitร . Purtroppo sia Dave Budbill che Lenny Rutledge, batteria e chitarra ripescate dal lontano passato della band, non hanno niente della fantasia e dell'estro di un Van Williams o di un Jeff Loomis, musicisti capaci di andare ben oltre il ruolo di semplici comprimari. Non c'รจ un solo momento in cui i musicisti che accompagnano l'ugola di Warrel Dane diano mostra di un guizzo inatteso, rimanendogli costantemente subalterni in una linearitร  che ben presto sfocia nella noia.

Ed รจ cosรฌ che, anche dopo alcuni pezzi interessanti, l'interesse si muti in delusione e, ancora prima che il disco finisca, in preconcetto. La realtร  รจ che l'estro compositivo si era giร  di molto affievolito anche nei Nevermore, ed i redivivi Sanctuary hanno una coperta ben troppo piccola per coprire le lacune in fase di songwriting.
A dirla tutta, il futuro dei Sanctuary targati 2014 si prefigura molto meno radioso del loro passato.

Recensione di: Fulvio Ermete
VOTO: 65/100

Tracklist:
1. Arise and Purify 04:13
2. Let the Serpent Follow Me 04:46
3. Exitium (Anthem of the Living) 04:52 
4. Question Existence Fading 04:20
5. I Am Low 05:15
6. Frozen 05:46
7. One Final Day (Sworn to Believe) 03:30
8. The World Is Wired 05:08
9. The Dying Age 04:52
10. Ad Vitam Aeternam 01:30 instrumental
11. The Year the Sun Died 05:33
12. Waiting for the Sun (The Doors cover) 03:48 

DURATA TOTALE: 53:33 

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