Cripple Bastards "Nero In Metastasi"
Full-length, Relapse Records
(2014)
Non è facile per una band italiana, soprattutto se dedita a
sonorità estreme, trovare riconoscimenti sia in madrepatria che all'estero, a
meno che non sia disposta a scavare con le unghie e con i denti la propria
trincea. I Cripple Bastards sono, da questo punto di vista, dei veri e propri
guerrieri di strada, perché non solo sono riusciti a farsi riconoscere
all'estero suonando il genere con meno appeal al mondo, ma sono riusciti a
farlo nella maniera più coraggiosa: senza avere mai timore di mettersi
musicalmente in gioco.
Dopo una prima parte di carriera all'insegna di un sound
in tutto e per tutto grindcore – che dagli esordi lo-fi va fino al
pluriacclamato e tutt'ora insuperato “Misantropo a senso unico” - la scelta
della svolta in senso death metal, con l'adozione di una produzione più
definita (ehm, nonostante il tentativo malriuscito di “Desperately
insensitive”) e di un approccio ritmico preciso e millimetrico, grazie all'apporto
del bravissimo Al Mazzotti alla batteria (purtroppo non più parte della band
nel momento in cui scrivo). “Nero in metastasi” può essere considerato l'ideale
seguito del precedente “Variante alla morte”, dalla produzione perfetta dei
Fredman Studios (che rendono il loro approccio definito ed abrasivo come un
blocco di cemento) allo stile compositivo. Si tratta del lavoro con meno brani
in assoluto, grazie al quasi totale abbandono dello schema del rigurgito di
pochi secondi, perfetto manifesto di come la loro creatività riuscisse a
manifestarsi in ogni contesto (“94 x flashback di massacro”).
Non viene però
meno l'impressione di essere sballottati a destra e a manca in un vero e
proprio frullatore di riff minimali e ossessivi che, a forza di blast-beat e
cambi di tempo, vengono sospinti attraverso molteplici cambiamenti senza che
sia poi troppo facile capire dove finisce un pezzo e dove inizia l'altro. E se
non mancano momenti in cui abbracciano tematiche musicali del tutto nuove,
solitamente in senso più pacato (“Splendore e tenebra”, l'incipit voivodiano di
“Sconfitto di ritorno”), è proprio la capacità di suonare freschi e mai noiosi
senza perdersi dietro a chissà quali sperimentalismi che colpisce ed a sempre
colpito di più. Perché facile stupire con effetti speciali, molto meno con la
semplice forza della propria inossidabile identità.
Recensione di: Fulvio Ermete
Voto 83/100
Tracklist:
1. Malato Terminale 02:44
2. Fumo Passivo 00:58
3. Strage Di Osacoli 01:53
4. Regime Artificiale 01:55
5. Lapide Rimossa 02:28
6. Promo-Parassita 01:24
7. Soggetto Leucemico 00:17
8. Passi Falsi 00:46
9. Occhi Trapiantati 03:48
10. Anima in Disgregazione 01:09
2. Fumo Passivo 00:58
3. Strage Di Osacoli 01:53
4. Regime Artificiale 01:55
5. Lapide Rimossa 02:28
6. Promo-Parassita 01:24
7. Soggetto Leucemico 00:17
8. Passi Falsi 00:46
9. Occhi Trapiantati 03:48
10. Anima in Disgregazione 01:09
DURATA TOTALE: 36:40
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