Absentia Lunae “Vorwarts”
Full-length, ATMF
(2014)
Devo dire la verità: non ho mai prestato troppa attenzione a questa realtà italiana, non per chissà quali oscure ragioni, ma semplicemente perchè, come succede molte volte, tra il lavoro che devo svolgere come recensore unito ai miei ascolti personali, qualcosa va inevitabilmente perso e passa in secondo piano. Non che fossi proprio a digiuno assoluto di questi Absentia Lunae, qualcosa avevo sentito sui vari canali internet, e mi erano parsi sempre una buona band.
Ora finalmente posso dire la mia con cognizione su di loro, tenendo però conto del fatto che non posso, per i motivi sopra esposti, fare troppi paragoni e paralleli con le loro passate uscite.
I Nostri ci propongono un black metal di nuova generazione (con tentazioni quasi avantgarde), dove potremmo ipotizzare quasi che il loro sound è figlio di gente come ultimi Mayhem, Deathspell Omega, Watain e Mysticum. Soprattutto questi ultimi possono essere usati come termine di paragone non tanto per la proposta musicale in sé, ma per l’alone apocalittico che possiamo ritrovare anche in questo “Vorwarts”, tipico della storica band norvegese. Questo lavoro si presenta discretamente complesso, elaborato, a tratti quasi cervellotico; una violenza che non è mai fine a se stessa e che si incalana in binari contorti, ostici a tratti, ma che non esagera in questo senso, regalando all’ascoltatore tre quarti d’ora di violento metallo nero, a tratti anche epico e solenne, con frequenti innesti di voci pulite che appaiono come preghiere verso la totale estinzione umana, verso un ritorno al chaos. La voce di Ildanach è aspra, acida, e sottolinea ciò che esprime questo disco. Più che un disco prettamente “cattivo”, la sensazione che ho avuto ascoltandolo, è quella di una calata nel vuoto esistenziale, dopo un travaglio tormentato. Una dimensione che pare creata dagli stessi Absentia Lunae e della quale ne fanno loro elitaria proprietà, quasi invalicabile nel suo essere così chiusa in se stessa. La produzione di primo livello e l’alto tasso tecnico di “Vorwarts”, lo elevano come disco sopra la media, e la sua essenza criptica espressa in sette episodi spesso velocissimi fa sì che questa formazione sia difficilmente accostabile ad altre, se non per le influenze alla lontana che ho elencato ad inizio recensione.
In conclusione posso dire che gli absentia Lunae potrebbero piacere per alcuni aspetti, ma forse deludere per altri. Se si cerca del black metal old-school, state alla lontana e anche tanto da questo “Vorwarts”, se invece volete un disco di metallo estremo intelligente e personale, e siete alla ricerca di qualcosa di non streotipato, allora procedete pure tranquilli e immergetevi in questo viaggio. Alla lunga il disco potrebbe anche annoiare se si è un po’ disattenti, a causa anche della durata media dei brani in questione, e forse in questo senso qualche minuto in meno a canzone non avrebbe guastato, ma questo non incide troppo sul valore del disco.
Devo dire la verità: non ho mai prestato troppa attenzione a questa realtà italiana, non per chissà quali oscure ragioni, ma semplicemente perchè, come succede molte volte, tra il lavoro che devo svolgere come recensore unito ai miei ascolti personali, qualcosa va inevitabilmente perso e passa in secondo piano. Non che fossi proprio a digiuno assoluto di questi Absentia Lunae, qualcosa avevo sentito sui vari canali internet, e mi erano parsi sempre una buona band.
Ora finalmente posso dire la mia con cognizione su di loro, tenendo però conto del fatto che non posso, per i motivi sopra esposti, fare troppi paragoni e paralleli con le loro passate uscite.
I Nostri ci propongono un black metal di nuova generazione (con tentazioni quasi avantgarde), dove potremmo ipotizzare quasi che il loro sound è figlio di gente come ultimi Mayhem, Deathspell Omega, Watain e Mysticum. Soprattutto questi ultimi possono essere usati come termine di paragone non tanto per la proposta musicale in sé, ma per l’alone apocalittico che possiamo ritrovare anche in questo “Vorwarts”, tipico della storica band norvegese. Questo lavoro si presenta discretamente complesso, elaborato, a tratti quasi cervellotico; una violenza che non è mai fine a se stessa e che si incalana in binari contorti, ostici a tratti, ma che non esagera in questo senso, regalando all’ascoltatore tre quarti d’ora di violento metallo nero, a tratti anche epico e solenne, con frequenti innesti di voci pulite che appaiono come preghiere verso la totale estinzione umana, verso un ritorno al chaos. La voce di Ildanach è aspra, acida, e sottolinea ciò che esprime questo disco. Più che un disco prettamente “cattivo”, la sensazione che ho avuto ascoltandolo, è quella di una calata nel vuoto esistenziale, dopo un travaglio tormentato. Una dimensione che pare creata dagli stessi Absentia Lunae e della quale ne fanno loro elitaria proprietà, quasi invalicabile nel suo essere così chiusa in se stessa. La produzione di primo livello e l’alto tasso tecnico di “Vorwarts”, lo elevano come disco sopra la media, e la sua essenza criptica espressa in sette episodi spesso velocissimi fa sì che questa formazione sia difficilmente accostabile ad altre, se non per le influenze alla lontana che ho elencato ad inizio recensione.
In conclusione posso dire che gli absentia Lunae potrebbero piacere per alcuni aspetti, ma forse deludere per altri. Se si cerca del black metal old-school, state alla lontana e anche tanto da questo “Vorwarts”, se invece volete un disco di metallo estremo intelligente e personale, e siete alla ricerca di qualcosa di non streotipato, allora procedete pure tranquilli e immergetevi in questo viaggio. Alla lunga il disco potrebbe anche annoiare se si è un po’ disattenti, a causa anche della durata media dei brani in questione, e forse in questo senso qualche minuto in meno a canzone non avrebbe guastato, ma questo non incide troppo sul valore del disco.
Grande sforzo da parte degli Absentia Lunae, e disco davvero interessante, ma che deve essere indirizzato solo a menti un po’ aperte.
Recensione di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Recensione di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 76/100
Tracklist:
Tracklist:
1. Dissolution Mechanism 06:36
2. Furor of the Monuments 06:58
3. Rapace Planare 06:23
4. Manipulated Statues of Flesh 04:18
5. Vorwarts 08:04
6. Tragedy Told By Golden Horns 07:17
7. L'arrivée 05:08
DURATA TOTALE: 44:44
DURATA TOTALE: 44:44
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