Necrodeath "The 7 Deadly Sins"
Full-length, Scarlet Records
(2014)
I Necrodeath tornano con un album di puro thrash/black metal e con un ottimo concept album che tratta i sette peccati capitali. L’undicesimo capitolo della formazione genovese ĆØ una dichiarazione di intenti, o se preferite, un invito alla dannazione e all’annichilimento dei sensi, una bordata di pura violenza estrema, proprio come la compagine italiana ci ha abituato fin dalle origini.
La band, che ha mantenuto la stessa line-up del precedente lavoro Idiosyncrasy, suona decisamente piĆ¹ rodata e potente e ci propone un thrash/black molto diretto, che vanta una produzione impeccabile, dai suoni freddi ma nitidi i modo da rendere le chitarre taglienti, la batteria martellante e le vocals acide ed abrasive. Durante l’ascolto infatti non ho potuto fare a meno di notare la piacevole alternanza dell’uso della lingua, ora in italiano, ora in inglese. Grazie a questa particolaritĆ , possiamo intendere l’album come una sorta di interpretazione moderna dei sette peccati capitali e della decadenza dei costumi. Per tutta la durata di questo lavoro Flegias ci delizia con un’interpretazione a dir poco superba! Se poi aggiungiamo uno specialista delle sei corde come Pier Gonella e una sezione ritmica annichilente da parte del batterista Peso e del bassista GL, il risultato puĆ² solo essere brillante.
Il platter si apre con Sloth, brano tiratissimo, dalle liriche urlate con grande agressivitĆ e un drumming devastante. Un buon biglietto da visita insomma. Una costante dell’intero lavoro ĆØ certamente l’influenza degli Slayer, che si traduce con un songwriting piĆ¹ diretto, essenziale, ma non per questo scontato.
L’esempio di quanto detto finora ĆØ "Greed", che in sette minuti contiene tutti i marchi di fabbrica della band ligure, con un drumming da parte di Peso davvero ossessivo, con riff taglienti e oscuri e vocals sulfuree e dannatamente efficaci. Degna ancora di nota ĆØ, per esempio, "Wrath", scelta tra l’altro come singolo di questo lavoro, in breve una mazzata sui denti fatta di stop and go, blast beats a rotta di collo, chitarre a motosega e voci al vetriolo. Concludono il platter due rivisitazioni di due vecchie canzoni, rispettivamente Thanatoid (da "Fragments of Insanity") e Graveyard of the Innocents ("Into Macabre").
Le due canzoni sono, se vogliamo, un sunto dell’evoluzione moderna della band, ma che tuttavia non suonano come un mero riciclo di idee o come riempitivo, bensƬ come soddisfacente conclusione di un lavoro di ottima fattura. Consigliatissimo.
Le due canzoni sono, se vogliamo, un sunto dell’evoluzione moderna della band, ma che tuttavia non suonano come un mero riciclo di idee o come riempitivo, bensƬ come soddisfacente conclusione di un lavoro di ottima fattura. Consigliatissimo.
Recensione di: Stefano Paparesta
Voto: 85/100
Tracklist:
1. Sloth 03:16
2. Lust 05:33
3. Envy 04:04
4. Pride 04:44
5. Wrath 02:25
6. Gluttony 05:18
7. Greed 07:09
8. Thanatoid 04:49
9. Graveyard of the Innocents 03:21
DURATA TOTALE: 40:39
http://www.necrodeath.net/
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