LIVE REPORT: Philip H. Anselmo & The Illegals @ GLAZART, Paris - 20-06-2014
Purtroppo non sono mai riuscito a vederlo coi Superjoint Ritual, in quanto non hanno mai toccato l’Europa, tantomeno l’Italia. Ed ecco che da tempo seguivo su facebook e sul suo sito le date del tour di Philip H. Anselmo & The Illegals, giร esaltato dal fatto di aver scoperto che avrebbero fatto un tour in Europa, e toccando anche Paesi come la Svizzera, come in occasione del Greenfield Festival di Interlaken. Era infatti proprio quella la data piรน gettonata che io e mia moglie (non prettamente “metallara” ma davvero affascinata dall’artista in questione) avremmo preso in considerazione, in quanto la piรน vicina a noi di Torino. Con l’andare del tempo perรฒ abbiamo visto che si aggiungevano nuove date, ed รจ spuntata questa del Glazart di Parigi…Cittร che portiamo nel cuore per motivi personali. Io avrei voluto da sempre vedere Phil Anselmo in un contesto piรน ristretto, piรน a misura d’uomo, e infatti il locale sembrava proprio corrispondere a ciรฒ che volevo. Un piccolo club decentrato in una zona di Parigi (La villette, 19° Arrondisment), due band di supporto abbastanza underground (Glorior Belli e Hark), e quindi tutto sembrava corrispondere a ciรฒ che io avrei voluto da questo live: sudore, passione, contatto ravvicinato con gli artisti e la musica. Quindi, poche altre parole, abbiamo fatto i biglietti del treno, prenotato un alloggio per 2 notti in zona stazione (Gare De Lyon) e vai!
Dopo un lungo viaggio in metropolitana (quasi mezz’ora), partiti dalla zona dove alloggiavamo, arriviamo in questo quartiere alla periferia di Parigi. Le facce che si scrutano in giro non sono delle migliori, ma tiriamo tranquilli avanti e arriviamo subito al locale. Con nostra sorpresa, pur essendo arrivati verso le 19.30, i Glorior Belli avevano giร suonato e gli Hark erano giร in corso d’opera. L’inizio dell’evento era infatti previsto per le 19.00, ma abituati agli orari dei locali italiani (meglio tacere…), e calcolando che avrebbero suonato solo due band prima degli Illegals credevo che arrivando a quell’ora avremmo trovato ancora il locale deserto e con le danze ancora lontane dall’inizio. Niente di tutto ciรฒ, in Francia si vede che la gente ci tiene ad andare ai concerti, anche in settimana magari, ed essere entro le 23.00 circa a casa, cosรฌ da potersi svegliare abbastanza riposata per il giorno, magari lavorativo, seguente.
Appreso che gli Hark hanno fatto la loro onesta esibizione, proponendo una sorta di stoner/sludge metal bello tosto e che ha coinvolto in maniera discreta i presenti, raccogliendo comunque non molti ma meritati consensi, la gente era tutta davanti al piccolissimo palco (e aggiungerei che tutto in quel locale era piccolissimo!), immobile, zitta, nessun segno, quasi sembrava annoiata e capitata lรฌ tanto per farsi una birra. Ma dopo circa un quarto d’ora salgono gli headliner sul palco, con Phil Anselmo che appare quasi dal nulla per ultimo dopo gli altri membri della sua band. Il look di Anselmo รจ sempre il solito: scarpe da ginnastica spartane, pantaloni comodi, t-shirt (dei Glorior Belli), tatuaggi in bella vista e una barba piuttosto incolta che fa contrasto con la testa rasata, facendolo somigliare ad una sorta di santone. Aria minacciosa, poche parole tra cui qualche invettiva contro qualcuno che avrebbe rubato un computer alla sua band e che viene esortato in maniera calorosa alla restituzione (con sguardo da serial killer) e…si inizia. “Planet Caravan” dei Black Sabbath รจ l’opener del concerto, con la voce di Anselmo, che ancora sa il fatto suo su tonalitร basse e melodiche, molto profonda, vissuta, quasi da bluesman.
Subito dopo parte “Hellbound” dei Pantera ed ecco che tutto si trasforma in maniera quasi incredibile: la gente sembra impazzita di colpo, nel locale si scatena il putiferio, con un pogo e crowd surfing incessanti, tutti sembrano posseduti! Ho visto molti concerti in vita mia, ma vi assicuro che in questo locale ho vissuto una delle esperienze piรน violente e selvagge della mia vita. La band รจ in palla, Anselmo si sgola e si sbraccia piegandosi non sopra la gente, ma dentro la gente delle prime file che si stanno letteralmente schiacciando sotto di lui. L’affluenza sembra anche aumentata, e il piccolo locale con il soffitto piรน basso del mondo diventa una bolgia di caldo, rumore e brutalitร . Si prosegue con il primo estratto dal disco di Philip H. Anselmo &The Illegals, ovvero l’opener dello stesso, “Battalion Of Zero”, che si schianta come un macigno sulla gente dopo l’urlo iniziale che recita qui come su disco “heads up, hands down”! Subito dopo davvero รจ un casino infernale, la gente continua ad atterrare sulla gente e continuamente sul palco, dove la security avrร da lavorare duramente per tutto il concerto. In successione si continua con “Betrayed”, “Usurper Bastard’s Rant” e la title track del disco “Walk Through Exits Only”, dove prima dell’inizio si apre un piccolo siparietto: praticamente la canzone viene presentata con una frase tratta dalla strofa “it’s ruined, it’s ruined, it’s ruined, everybody ruins music…not just me” (in italiano, piรน o meno: รจ rovinata, rovinata, rovinata, tutti rovinano la musica, ma non io). Mentre Anselmo sta presentando il pezzo incomincia ad intonare questo slogan ma io lo precedo urlando poco prima di lui “EVERYBODY RUINS MUSIC!” a pieni polmoni. Lui si ferma sorpreso, mi fissa e mi indica sorridendo e annuendo per circa 10 secondi, e conclude con la fine della strofa “…not just me”. Ed รจ di nuovo putiferio. A questo punto dopo il continuo macello sul palco atterra per la quinta volta lo stesso tizio del pubblico, e la security lo sbatte fuori dal locale abbastanza male, come per dire “ora hai rotto abbastanza i coglioni”, e non ha forse tutti i torti… Si continua con due song dei Superjoint Ritual, “Waiting For The Turning Point” e “Fuck Your Enemy”, che esprimono il lato piรน hardcore dell’universo Anselmo con conseguente e solito delirio. Ormai l’aria รจ irrespirabile, io sono bagnato letteralmente di sudore, ma la gente sembra non patire tutti i colpi dati e ricevuti e il caldo, continuando con una foga di pogo e continui incitamenti ad Anselmo come se non ci fosse un domani.
Si prosegue con “Death Rattle” dei Pantera tratta anche questa da “Reinventing The Steel”, eseguita davvero perfettamente e con grande risposta del pubblico che perรฒ si scalda ancora di piรน con il medley “Domination/Hollow”, accolto con un tripudio incredibile. Si esegue un altro brano degli Illegals, prima della chiusura col classico dei Pantera “A New Level”, che toglie ogni energia ai presenti, che si sono letteralmente scannati per piรน di un’ora.
Un concerto devastante e a tratti nostalgico, ma il pregio di Anselmo รจ che non vive di solo passato, e la validitร dei nuovi brani, anche e soprattutto in sede live l’ha dimostrato.
Questa รจ stata una esperienza che io ed altri porteremo sempre nel cuore. Di sicuro!
LIVE REPORT A CURA DI: Sergio "Kosmos Reversum" Vinci
Valutazione personale: 100/100
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