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Alldead “End Gates”

Full-length, Self-released/independent
(2014)


Arrivano da Taranto questi giovani black/death metallers, freschi di debutto discografico con il qui presente “End Gates”. Devo dire che sono rimasto colpito positivamente da questi cinque ragazzi, tenuto conto anche che stanno muovendo da non molto i loro primi passi in ambito musicale. La band nasce nel 2009 con il monicker Redrum facendo cover heavy metal, ma nel 2011 nascono gli Alldead e, evidentemente, la voglia di fare qualcosa di proprio.
Il qui presente full-length “End Gates” rimanda direttamente alla scena death-black metal svedese, e potrei fare due nomi su tutti per facilitare chi legge nel capire in che ambito si muove la band, ovvero Dissection e Necrophobic. Ma la band pugliese ha un suo stile che comunque si alimenta di tante altre piccole sfaccettature che fanno della loro proposta qualcosa di sicuramente non derivativo e interessante. 

Ad esempio abbiamo una componente thrash abbastanza marcata che si unisce ad altre soluzioni interessanti, come la produzione cristallina e ammiccamenti a soluzioni musicali attuali, che rendono i pezzi sufficientemente vari. Difatti abbiamo in apertura una vera mazzata veloce come “Ballad Of The Dead”, poi seguita da “Last Journey”, che ha molti richiami al thrash, col suo riffing spesso stoppato e la velocità un po’ ridimensionata. L’elemento che maggiormente rimanda alle due band che ho citato come loro maggiori e probabili influenze è la voce, abbastanza simile a quella del rimpianto Jon Nödtveidt. “Black Light Of Dead” è cupa e pesante all’inizio, ma poi si trasforma in una vera tempesta sonora, dove batteria e chitarre si rincorrono in crescendo spietato e devastante, fino al finale solenne e melodico, che giunge quasi inaspettato. Sicuramente una delle canzoni più belle del disco nonché tra le più complete. Da notare che l’accordatura ribassata delle chitarre dona all’intero album, oltre che un tocco più moderno, anche una pesantezza incredibile, e c’è anche da rimarcare l’ottima padronanza degli strumenti da parte di tutti i componenti della band, in grado di destreggiarsi in maniera egregia tra parti più grezze, altre più intricate, e cambi di atmosfera e velocità.

“Rotten Conscience” si rivela ancora vincente sotto tutti i punti di vista. La capacità che maggiormente colpisce di questi ragazzi è quella di saper comporre dei pezzi molto trascinanti, ma che si rivelano molto ricchi sotto l’aspetto emozionale, e le loro atmosfere appaiono gelide e luciferine e trasmettono una forte tensione. Piccolo calo di tono con la seguente “Eternal Desire”, un po’ scontata e che paga dazio in parte a certo death metal moderno svedese, ma tuttavia episodio sufficiente e comunque gradevole all’ascolto.
Si chiude con “Something Dark Grows”, altra buona canzone che però non aggiunge nulla di nuovo a quanto già detto precedentemente, ma che si riscatta per i suoi momenti melodici inseriti quasi inaspettatamente (con tanto di clean-vocals). 

Per chiudere dico che gli Alldead.sono una band da tenere sott’occhio da tutti gli amanti del death/black melodico, e si presentano al primo appuntamento discografico già in forma smagliante. Tutto ciò non può che rendere curiosi per il loro proseguimento di carriera, che spero sia quanto prima prolifica e in grado di non smentire le alte aspettative a cui mi hanno indotto con questo “End Gates”. 

Recensore: Kosmos Reversum
Voto: 75/100

Tracklist:
1. Ballad of The Dead
2. Last Journey
3. Scent of Blood
4. Black Light of Death
5. Rotten Conscience
6. Eternal Desire
7. A Jump in the Absolute
8. Something Dark Grows

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