Carcass "Reek of Putrefaction"
Full-length, Earache Records
(1988)
Marcio, malato, perverso, violento. Aggettivi che vengono in mente al primo ascolto di questo disco, manifesto primitivo di un genere nuovo, che sarebbe diventato molto popolare nei circuiti underground del metal estremo più cupo e caotico: Il grind.
Un ascolto opprimente, annichilente che non lascia a spazio alla melodia, ma che in realtà si concentrano in un album che rappresenta il male, non quello psicologico, ma quello fisico, anticipato dalla rivoltante e allo stesso tempo magnifica copertina, raffigurante un collage di corpi e di malattie presi da un libro di medicina. A livello di liriche, i riferimenti medici saranno uno dei marchi di fabbrica dei Carcass, alternati all’humor nerissimo e malato tipico degli inglesi.
Un ascolto opprimente, annichilente che non lascia a spazio alla melodia, ma che in realtà si concentrano in un album che rappresenta il male, non quello psicologico, ma quello fisico, anticipato dalla rivoltante e allo stesso tempo magnifica copertina, raffigurante un collage di corpi e di malattie presi da un libro di medicina. A livello di liriche, i riferimenti medici saranno uno dei marchi di fabbrica dei Carcass, alternati all’humor nerissimo e malato tipico degli inglesi.
Il sound, come dicevo è marcio. La produzione, pessima e grezzissima, ma rende alla grande la pesantezza e il putridume intriso nella musica del power trio composto da Jeff Walker ( voce, basso) , Bill Steer (voce, chitarra) e Ken Owen ( voce, Batteria). Durante l’album infatti, il mix degli strumenti cambierà improvvisamente da circa la metà in poi. Musicalmente parlando, ci troviamo davanti a ventidue schegge impazzite, di brevissima durata, il brano più lungo infatti dura non appena tre minuti! Alla voce c’è un continuo alternarsi dei cantanti: si passa al growl cavernoso e violentissimo di Steer, alle urla lancinanti di Walker, in un massacro inaudito per le nostre orecchie. Il drumming di Owen è martellante, fatto di continui blast beat, senza concedere nulla ai rallentamenti o a vari cari di tensione. Il basso e la chitarra sono distortissimi , caotici, ronzanti, i riff quasi incoprensibili e basilari, ma di grande effetto e contribuiscono a rendere il sound fangoso; la musica, ti si appiccica addosso e non si toglie più.
Inutile consigliare brani in particolare, essi sono un collage di violenza sonora senza precedenti. Il mio parere è il seguente: se ascoltate un disco del genere fatelo tutto d’un fiato, i singoli episodi sono troppo riduttivi per comprendere la grandezza di tale lavoro. Obbligatorio da avere per chiunque si professi amante del metal estremo e soprattutto del grind più elementare, violento e minimale.
Recensore: Stefano Paparesta
Voto: 85/100
Tracklist:
01.Genital Grinder
02. Regurgitation of Giblets
03. Maggot Colony
04. Pyosisified (Rotten to the Gore)
05. Carbonized Eye Sockets
06. Frenzied Detruncation
07. Vomited Anal Tract
08. Festerday
09. Fermenting Innards
10. Excreted Alive
11. Suppuration
12. Foeticide
13. Microwaved Uterogestation
14. Feast on Dismembered Carnage
15. Splattered Cavities
16. Psychopathologist
17. Burnt to a Crisp
18. Pungent Excruciation
19. Manifestation of Verrucose Urethra
20. Oxidised Razor Masticator
21. Mucopurulence Excretor
22. Malignant Defecation
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