Ergot "Empty Waters Down the Mist"
EP, Depressive Illusions Records
(2013)
Prima di cominciare partirei subito con la premessa che, se avete il sesto senso raffinato e l'intelletto munito di un buon intuito siete proprio capitati nel posto giusto! Infatti per capire di cosa parlaremo in questa nuova recensione, vi sarà sufficiente leggere attentamente il nome della casa discografica di questo EP, visualizzata in alto a inizio articolo. Avete visto? Si chiama "Depressive Illusions Records" e cosa troviamo nel mondo dell'Heavy Metal di così tanto deprimente e confusionario?
Esatto cari lettori: una dose letale di buon vecchio quanto insano Black Matal interamente made in Italy!
(2013)
Prima di cominciare partirei subito con la premessa che, se avete il sesto senso raffinato e l'intelletto munito di un buon intuito siete proprio capitati nel posto giusto! Infatti per capire di cosa parlaremo in questa nuova recensione, vi sarà sufficiente leggere attentamente il nome della casa discografica di questo EP, visualizzata in alto a inizio articolo. Avete visto? Si chiama "Depressive Illusions Records" e cosa troviamo nel mondo dell'Heavy Metal di così tanto deprimente e confusionario?
Esatto cari lettori: una dose letale di buon vecchio quanto insano Black Matal interamente made in Italy!
Passiamo quindi all'EP vero e proprio: esaminandone gli aspetti più caratteristici si nota subito che le varie tematiche dell'album non ci vengono mostrate in forma classica, ovvero non sono presenti inneggiamenti ad alcuna leggenda nordica e neanche esaltazioni ennesime alla figura di Satana (che dal mio punto di vista oggigiorno condanna spesso e volentieri questo genere portandolo ad una commercializzazione imposta e quanto mai ridicola), ma bensì la one man band friuliana Ergot, capeggiata dalla personalità introspettiva di Christian Thomas Castorina, propone come fulcro centrale la vita dell'artista in base alle sue esperienze marittime. Certo non si può dire che l'idea non racchiuda qualcosa di geniale: le sinistre leggende legate al mare vanno quanto mai a braccetto con gli ideali cupi e oscuri del Black Metal e come appare tra le incisioni, il nostro caro Lord Ergot non si fa mancare proprio nulla inserendo fra le tracce continui e ben chiari riferimenti alla vita di mare tanto ricercata.
Ma che dire (dal punto di vista professionale) di una band con un nome così accattivante? Bene, premettendo che i lavori grafici della cover sono stati svolti veramente a regola d'arte, esaminiamo con più accuratezza i contenuti. Il gruppo si propone agli ascoltatori non come semplice band Black Metal, ma bensì come Ambient Black Metal. Alle prime può sembrare banale come osservazione ma se andiamo a ricercare le differenze tra i generi scopriamo che appartengono a mondi completamente opposti, esattamente come due dimensioni che viaggiano in parallelo. Ciò è dovuto principalmente al fatto che, mentre il Black Metal originale è senza dubbi più diretto e spietato, l'Ambient da più spazio alle melodie e alle idee che l'artista vuole passare lasciando principalmente da parte il fattore immediatezza e avvalendosi di melodie più sinistre, cupe e quanto mai angoscianti. Detto questo tutti noi potremmo aspettarci da questo lavoro una copia di "Filosofem" o almeno una serie di tracce sulla scia di "Leçons de Ténèbres" e invece no! Nonostante si autodefinisca una band Ambient, la maggior parte delle incisioni che danno vita a "Empty Waters Down The Mist" risultano, da un punto di vista musicale, molto elaborate e ricercate (al contrario del vero Ambient Black Metal in cui la melodia è quasi impercettibile): fattore questo, che lascia vacillare molto le nostre aspettative ma che perlomeno non va ad intaccare la qualità delle tracce dove fin da subito risultano di qualità ottima. Ciò è dovuto principalmente a registrazioni professionali ben sfruttate sin da "Wrecked Away" (l'intro del nostro EP), un'ottimo controllo della tecnica e dei suoni, un blast beat di batteria assolutamente devastante e, cosa più importante, un ottimo scream nella voce.
Tuttavia, nonostante i pregi appena elencati, sappiamo bene che il detto "buona la prima" tra gli artisti emergenti è una cosa riservata a pochissimi e qui infatti di lavoro da fare ce n'è parecchio.
In primo luogo, per potermi soffermare sulle varie discordanze che ho rilevato durante l'ascolto, sarò costretto ad effettuare una sorta di "track by track": procedimento abbastanza noioso e poco professionale, ma inevitabile in questo caso perchè ogni traccia dell'EP passa all'altra bruscamente con un cambiamento di sound improvviso, rendendo così impossibile ogni tentativo di omogeneizzazione delle incisioni. Tecnica molto azzeccata per la coppia "Wrecked Away / In Love We Trust" in cui è comprensibile una tale scelta (anche se, come chiarito in precedenza, nell'Ambient non è così necessario), il cambiamento improvviso delle melodie, se viene però applicato più volte all'interno di un album, diventa molto irritante e fa scemare di molto la professionalità del lavoro con cui sono state realizzate le incisioni, in quanto sembra dare l'impressione che le tracce siano state messe a caso nell'album. Infatti, subito dopo una potente "In Love We Trust" (che assieme alla cover di Burzum "Lost Wisdom" risultano essere le tracce migliori dell'intero EP), l'ascoltatore viene violentemente strappato dalle atmosfere Black dai synth di "Veils": curiosa scelta di strumento per un genere come questo e forse anche un po' fuori luogo, ma che per la prima volta dopo "Wrecked Away" ci da un assaggio delle capacità compositive degli Ergot da un punto di vista decisamente più Ambient.
L'EP si conclude infine con "Opening The Gate Of Reality", un'incisione che mi ricorda vagamente alcuni brani degli Immortal e che ci riporta ancora una volta bruscamente ad un puro distillato di Black Metal con la stessa dolcezza di un pugno allo stomaco. Inoltre, un altro problema molto sentito sta nella durata delle tracce: per il genere dovrebbero aggirarsi in media sui 5 o 7 minuti ciascuna, mentre qui la prima traccia d'introduzione rientra fra i brani più lunghi dell'intero EP! Penso che ciò sia dovuto al fatto che la band sembra ancora in fase di sperimentazione in quanto, da quello che ho potuto sentire in questo lavoro, è ancora alla ricerca delle sonorità che più gli aggrada e soddisfa. Ovviamente non vi è nulla di accusatorio in questa critica: è il classico EP di una band esordiente con pregi quali l'iniziativa e la voglia di rimboccarsi le maniche, ma anche piena di difetti come i contenuti ancora troppo improvvisati, fattizi e immaturi (ovviamente mi sto riferendo esclusivamente alla parte musicale del lavoro).
Pertanto, dopo aver ascoltato di che pasta è fatto Ergot, mi aspetto grandi cose dal prossimo album in quanto, nonostante i contenuti un po' scarsi, ci sono idee ben chiare su cosa fare e c'è del potenziale per riuscire nei propri intenti, ma prima deve imparare a gestirlo.
Per questo motivo è comunque doveroso consigliare "Empty Waters Down The Mist" a tutti coloro che hanno intenzione di avvicinarsi per la prima volta al mondo del Black Metal, anche se il sound va completamente rivisitato.
Recensore: Federico Grasso "Dystro"
Voto: 60/100
Tracklist:
1. Wrecked Away 04:22
2. In Love We Trust 02:04
3. Veils 02:30
4. Opening the Gate of Reality 06:23
5. Lost Wisdom 04:23
DURATA TOTALE: 19:42
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