Temple of Baal "Verses of Fire"
Full-length, Agonia Records
Se, come me, avete scoperto i Temple of Baal sin dal seminale “Servants of the beast”, allora sappiate che ormai lo stile della band di Amduscias mostra punti di riferimento tipo Vorkreist, Arkhon Infaustus, qualcosa dei Marduk e addirittura Immolation, come in “Serpens Luminis”. Ma il punto che rende quest’ora di musica davvero degno di un ascolto ĆØ lo stile del tutto rabbioso e furibondo, che resta sempre consequenziale nella parabola evolutiva dei Temple Of Baal e che tuttavia non disdegna inedite soluzioni stilistiche, come un riffing che a volte si fa tragico come in “The 10th aethyr” e una voce pulita in “Arcana Silentium”, oltre che momenti estremamente lenti e asfittici, che conferiscono piĆ¹ pesantezza all’intero disco.
Insomma: una prova d’autore per i Temple of Baal, che sfornano un disco coerente solo con la propria identitĆ musicale, e che punta a perfezionare il proprio trademark, fregandosene dei trends e delle possibilitĆ di commercializzazione, visto che, non neghiamolo, queste sonoritĆ attualmente vanno abbastanza di moda.
DURATA TOTALE: 01:01:47
(2013)
Potevano vendersi, I Temple of Baal, e cercare forse di seguire il trend generato dai Behemoth, ormai largamente riconosciuti come band classica del metal estremo, ma il trio francese non l’ha fatto, e anche se il nuovo corso dei ToB ĆØ death/black ormai dal precedente album, qui non si cerca proprio di copiare nessuno. Anzitutto, partiamo dalle coordinate sonore.
Se, come me, avete scoperto i Temple of Baal sin dal seminale “Servants of the beast”, allora sappiate che ormai lo stile della band di Amduscias mostra punti di riferimento tipo Vorkreist, Arkhon Infaustus, qualcosa dei Marduk e addirittura Immolation, come in “Serpens Luminis”. Ma il punto che rende quest’ora di musica davvero degno di un ascolto ĆØ lo stile del tutto rabbioso e furibondo, che resta sempre consequenziale nella parabola evolutiva dei Temple Of Baal e che tuttavia non disdegna inedite soluzioni stilistiche, come un riffing che a volte si fa tragico come in “The 10th aethyr” e una voce pulita in “Arcana Silentium”, oltre che momenti estremamente lenti e asfittici, che conferiscono piĆ¹ pesantezza all’intero disco.
Per la veritĆ , tra death e black qui non c’ĆØ del tutto un genere predominante: c’ĆØ la furia del death e la drammaticitĆ di certe atmosfere tipica del black che hanno sempre reso grande questa band, e se la conclusiva e lunga “Walls of fire” mostrano bene questo equilibrio, “Gnosis of fire" mostra il lato piĆ¹ tipicamente black metal, con gli episodi piĆ¹ marci e old school rappresentati da “Bloodangel” e da “Golden wings of Azazel”, e col lato piĆ¹ death metal rivelato da “Lord of the raging seas”.
Insomma: una prova d’autore per i Temple of Baal, che sfornano un disco coerente solo con la propria identitĆ musicale, e che punta a perfezionare il proprio trademark, fregandosene dei trends e delle possibilitĆ di commercializzazione, visto che, non neghiamolo, queste sonoritĆ attualmente vanno abbastanza di moda.
Se siete stati delusi dal nuovo dei Behemoth o dei Deicide, consolatevi alla grande con quest’album.
Disco da consacrazione.
Recensore: Snarl
Voto: 82/100
Tracklist:
1. ĻĪæ Ī±ĻĻĪĻĪ¹ 418 07:46
2. Bloodangel 03:10
3. Arcana Silentium 07:47
4. The 10th Aethyr 06:54
5. Gates of Mansion 04:13
6. Gnosis of Fire 07:00
7. Golden Wings Of Azazel 03:25
8. Lord of the Raging Seas 05:28
9. Serpens Luminis 05:59
10. Walls of Fire 10:05
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