Atomizer “Unexpected Truth”
EP, Self-released/independent
(2013)
Davvero un buon dischetto questo dei torinesi Atomizer! Band che mette sul piatto senza troppi orpelli ventuno minuti circa di sano thrash metal che pesca dalla scena Bay area e, in misura minore, da quella di New York. Le vocals di Luca Ironfist, anche chitarrista, ricordano da vicino quelle di un certo “Zetro” Sousa, con quella timbrica un po’ nasale e acida, ma la sezione strumentale è di sicuro impatto.
Su una batteria instancabile, seppur lineare e semplice, si appoggiano riff mai troppo veloci o complicati, eppure vincenti. Il reparto chitarristico infatti è da manuale di un certo tipo di thrash metal, tra stoppati, tremoli e assoli nitidi, ma questa giovane band riesce a far brillare anche ciò che è stato già tante volte messo in atto da tanti altri.
Di fronte a mazzate come la opener “Killing Fields”, che parte con un riff al fulmicotone e colpi di basso e cassa che incalzano la seguente carica, e successivamente si fa notare anche per dei bei giri di basso ad opera di Benito Stavolone, questo gruppo da subito dimostra che qui c’è pane solo ed esclusivamente per i thrasher vecchia scuola. A dire il vero la produzione è chiara e al passo coi tempi, ma si differenzia da molte produzioni odierne per il fatto che non è iper-pompata e plasticosa, e questo per me è positivo. Non è facile imbattersi in produzioni ben fatte ma “naturali”. Bravi quindi anche nella scelta dei suoni. Segue una “The Speed”, canonica ma travolgente nella sua immediatezza. A tratti il riffing rallenta e la batteria sottolinea questo aspetto con tempi tipici da “mosh” alla Anthrax, per poi sfociare in un bell’assolo.
Si susseguono altri due pezzi che grossomodo si muovono sulle coordinate dei due predecessori, fino ad arrivare alla conclusiva “New Existence”, che a parer mio è tra i brani migliori del lotto, un pezzo spaccacollo nella miglior tradizione del genere, con belle armonizzazioni di chitarra, e una struttura piuttosto elaborata che spadroneggia per oltre sette minuti di buon thrash metal.
Certo il gusto e le precise intenzioni non mancano agli Atomizer, che confezionano un primo ep già consistente e competitivo. Ci sarebbe da migliorare qualcosina qua e la, come una sezione ritmica un po’ monotematica e poco varia (mi riferisco alla batteria soprattutto), e magari guadagnare un po’ di disinvoltura nello scrivere dei refrain più accattivanti e memorizzabili. Tolti questi due piccoli nei direi che, per essere un debutto da parte di una giovane band, a questo “Unexpected Truth” manca davvero poco o nulla per accontentare tutti gli amanti del caro, vecchio thrash metal suonato con perizia e devozione. Piuttosto in gamba questi Atomizer, non si finisce mai di scoprire nell’underground!
Recensore: Sergio Vinci
Voto: 70/100
(2013)
Davvero un buon dischetto questo dei torinesi Atomizer! Band che mette sul piatto senza troppi orpelli ventuno minuti circa di sano thrash metal che pesca dalla scena Bay area e, in misura minore, da quella di New York. Le vocals di Luca Ironfist, anche chitarrista, ricordano da vicino quelle di un certo “Zetro” Sousa, con quella timbrica un po’ nasale e acida, ma la sezione strumentale è di sicuro impatto.
Su una batteria instancabile, seppur lineare e semplice, si appoggiano riff mai troppo veloci o complicati, eppure vincenti. Il reparto chitarristico infatti è da manuale di un certo tipo di thrash metal, tra stoppati, tremoli e assoli nitidi, ma questa giovane band riesce a far brillare anche ciò che è stato già tante volte messo in atto da tanti altri.
Di fronte a mazzate come la opener “Killing Fields”, che parte con un riff al fulmicotone e colpi di basso e cassa che incalzano la seguente carica, e successivamente si fa notare anche per dei bei giri di basso ad opera di Benito Stavolone, questo gruppo da subito dimostra che qui c’è pane solo ed esclusivamente per i thrasher vecchia scuola. A dire il vero la produzione è chiara e al passo coi tempi, ma si differenzia da molte produzioni odierne per il fatto che non è iper-pompata e plasticosa, e questo per me è positivo. Non è facile imbattersi in produzioni ben fatte ma “naturali”. Bravi quindi anche nella scelta dei suoni. Segue una “The Speed”, canonica ma travolgente nella sua immediatezza. A tratti il riffing rallenta e la batteria sottolinea questo aspetto con tempi tipici da “mosh” alla Anthrax, per poi sfociare in un bell’assolo.
Si susseguono altri due pezzi che grossomodo si muovono sulle coordinate dei due predecessori, fino ad arrivare alla conclusiva “New Existence”, che a parer mio è tra i brani migliori del lotto, un pezzo spaccacollo nella miglior tradizione del genere, con belle armonizzazioni di chitarra, e una struttura piuttosto elaborata che spadroneggia per oltre sette minuti di buon thrash metal.
Certo il gusto e le precise intenzioni non mancano agli Atomizer, che confezionano un primo ep già consistente e competitivo. Ci sarebbe da migliorare qualcosina qua e la, come una sezione ritmica un po’ monotematica e poco varia (mi riferisco alla batteria soprattutto), e magari guadagnare un po’ di disinvoltura nello scrivere dei refrain più accattivanti e memorizzabili. Tolti questi due piccoli nei direi che, per essere un debutto da parte di una giovane band, a questo “Unexpected Truth” manca davvero poco o nulla per accontentare tutti gli amanti del caro, vecchio thrash metal suonato con perizia e devozione. Piuttosto in gamba questi Atomizer, non si finisce mai di scoprire nell’underground!
Recensore: Sergio Vinci
Voto: 70/100
Tracklist:
1.Killing Fields 04:10
2.The Speed 03:36
3.Democracy 03:46
4.Unexpected Truth 04:02
5.New Existence 05:51
DURATA TOTALE: 21:25
Giusto!Non si finisce mai di scoprire nell'underground gruppi di ragazzi che ci mettono la passione e il sudore. E gli Atomizer (visti dal vivo) ce ne mettono molto!Bravi e coinvolgenti a parer mio...
RispondiEliminaOld school...rulez