Entombed “Morning Star”
Full-length, 2001, Music For Nations
Genere: Death Metal
Dopo diversi anni di “militanza” in seno al Metal ho capito alcune cose fondamentali, non solo a proposito del genere in sé ma anche a proposito di me stesso. Ho capito che il Metal di una volta era tutta un'altra cosa, ho capito che certi gruppi una volta sciolti avrebbero fatto bene a starsene tranquilli, ho capito che il Power mi è piaciuto per 2 anni per poi diventarmi indigesto e ho capito che qualunque cosa gli Entombed suonino, a prescindere, mi piacerà “abbestia”.
Ecco perché sono qui oggi per parlarvi di “Morning Star”, settimo full-length degli svedesi.
Chi mastica un po' di storia saprà che dopo gli esordi in chiave Swedish Death i Nostri hanno virato prepotentemente verso forme musicali più caciarone e rockeggianti, dando vita a quello che con il tempo è diventato un vero sotto-genere noto ai più con il nome di Death 'n' Roll. Sotto questa bandiera gli Entombed hanno dato vita a full che ritengo estremamente meritevoli (“Wolverine Blues”) scatenando la gioia di molti e l'indignazione di chi avrebbe preferito vederli continuare sul sentiero già tracciato. Per quanto mi riguarda potrebbero pure mettersi a fare la Mazurca che mi andrebbero benissimo uguale, quando hai classe c'è poco da fare. Ad ogni modo “Morning Star” si presenta come un parziale ritorno alle sonorità originarie: la componente Death si fa di nuovo marcata e gli arrangiamenti si fanno più cupi, oscuri, pur mantenendo una traccia decisamente Rock. A farla da padrone è ovviamente il timbro classico di L.G. Petrov, storico vocalist della formazione, che troviamo qui a sbraitare come un tagliaboschi ubriaco che ha appena scoperto che la moglie lo tradiva, la componente ritmica intessuta dal duo Peter Stjarnvind-Jorgen Sandstrom è terremotante e serrata, il drumming in particolare è sporco, primitivo e furente, accompagnando le trame intessute dai sempiterni Ulf Cederlund e Alex Hellid.
Un disco primordiale ed immediato come un calcio nelle palle che trova la sua dimensione ideale in sede live (se vi capitano a portata di automobile non fateveli scappare, e portate pure la ragazza con voi, le si aprirà un mondo).
Recensione a cura di: Soulgrinder
VOTO: 80/100
Tracklist:
1. Chief Rebel Angel 04:40
2. I for an Eye 03:10
3. Bringer of Light 04:03
4. Ensemble of the Restless 02:38
5. Out of Heaven 03:40
6. Young Man Nihilist 02:46
7. Year One Now 01:57
8. Fractures 03:37
9. When It Hits Home 02:25
10. City of Ghosts 02:32
11. About to Die 02:15
12. Mental Twin 03:17
Genere: Death Metal
Dopo diversi anni di “militanza” in seno al Metal ho capito alcune cose fondamentali, non solo a proposito del genere in sé ma anche a proposito di me stesso. Ho capito che il Metal di una volta era tutta un'altra cosa, ho capito che certi gruppi una volta sciolti avrebbero fatto bene a starsene tranquilli, ho capito che il Power mi è piaciuto per 2 anni per poi diventarmi indigesto e ho capito che qualunque cosa gli Entombed suonino, a prescindere, mi piacerà “abbestia”.
Ecco perché sono qui oggi per parlarvi di “Morning Star”, settimo full-length degli svedesi.
Chi mastica un po' di storia saprà che dopo gli esordi in chiave Swedish Death i Nostri hanno virato prepotentemente verso forme musicali più caciarone e rockeggianti, dando vita a quello che con il tempo è diventato un vero sotto-genere noto ai più con il nome di Death 'n' Roll. Sotto questa bandiera gli Entombed hanno dato vita a full che ritengo estremamente meritevoli (“Wolverine Blues”) scatenando la gioia di molti e l'indignazione di chi avrebbe preferito vederli continuare sul sentiero già tracciato. Per quanto mi riguarda potrebbero pure mettersi a fare la Mazurca che mi andrebbero benissimo uguale, quando hai classe c'è poco da fare. Ad ogni modo “Morning Star” si presenta come un parziale ritorno alle sonorità originarie: la componente Death si fa di nuovo marcata e gli arrangiamenti si fanno più cupi, oscuri, pur mantenendo una traccia decisamente Rock. A farla da padrone è ovviamente il timbro classico di L.G. Petrov, storico vocalist della formazione, che troviamo qui a sbraitare come un tagliaboschi ubriaco che ha appena scoperto che la moglie lo tradiva, la componente ritmica intessuta dal duo Peter Stjarnvind-Jorgen Sandstrom è terremotante e serrata, il drumming in particolare è sporco, primitivo e furente, accompagnando le trame intessute dai sempiterni Ulf Cederlund e Alex Hellid.
Un disco primordiale ed immediato come un calcio nelle palle che trova la sua dimensione ideale in sede live (se vi capitano a portata di automobile non fateveli scappare, e portate pure la ragazza con voi, le si aprirà un mondo).
Recensione a cura di: Soulgrinder
VOTO: 80/100
Tracklist:
1. Chief Rebel Angel 04:40
2. I for an Eye 03:10
3. Bringer of Light 04:03
4. Ensemble of the Restless 02:38
5. Out of Heaven 03:40
6. Young Man Nihilist 02:46
7. Year One Now 01:57
8. Fractures 03:37
9. When It Hits Home 02:25
10. City of Ghosts 02:32
11. About to Die 02:15
12. Mental Twin 03:17
DURATA TOTALE: 37:00
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