Arktau Eos "Unworeldes"
Full-length, Svart Records, 2012
Genere: Ambient/Drone
Gli Arktau Eos sono un progetto musicale
finlandese che ruota attorno al collettivo Helixes. L'ensemble è costituito da
tre elementi: i fondatori A.I.H., A.I.L, ed il percussionista Iwowi, membro
effettivo solo a partire da quest'ultima uscita discografica. Unworeldes può essere
definito un esperimento “musica elementale arcaica” (definizione presente sul
sito dell'etichetta discografica), il che significa, tradotto in linguaggio
musicale, un ambient primordiale ed esoterico sulla scia dei Sunn O))) e Dead
Cand Dance. Una sorta di drone music preistorica e tribale.
Concedetemi queste definizioni
ardite e fantasiose, ma credo che siano le parole migliori per raccontare gli
Arktau Eos a chi ancora non abbia avuto modo di ascoltarli.
Sarò franco: questo tipo di
“musica” la si ama o la si odia. Sono cosciente del fatto che si tratti di un
luogo comune abusato e consunto, ma di fronte all'assenza di parametri
esecutivi oggettivi (niente assoli, strofe, ritornelli, melodie, fraseggi,
cantato o pattern di batteria e giri di basso), l'ascoltatore può giudicare
esclusivamente sull'impatto emotivo che l'ascolto suscita in lui. Se a ciò
aggiungiamo la totale assenza delle percussioni quali elementi che
“scandiscono” l'andamento del brano, allora capirete come il rischio staticità
possa essere dietro l'angolo.
Personalmente ho trovato l'album
“piacevole” o forse dovrei dire riflessivo (questa musica non la si può
ascoltare in macchina, mentre si gioca o si discute, la si fruisce in
solitudine). Con ciò non voglio assolutamente tirare la solita menata
intellettualoide, smaniosa di tracciare confini fra musica colta e popolana.
Ogni genere musicale induce alla riflessione nella misura in cui ognuno di noi
ha una propria intimità, “attizzata” da quelle sonorità che meglio aderiscono
alla sua persona.
Breve parentesi a parte, Unworeldes
ha il pregio, a mio avviso, di indurre alla meditazione, favorendo una
sorta di catatonia riflessiva, complice un'atmosfera solenne ed arcaica,
imbastita con una strumentazione decisamente fuori dal comune: kangling (un
fiato ricavato da un femore o tibia umani, avete capito bene, o, andando meno
sul macabro, costruito con semplice legno), ciotole, chitarre “comuni” o
autocostruite, corni, field-recordings e percussioni di latta e legno.
L'impressione è quella di
trovarsi ad ascoltare un antico rituale esoterico: atmosfera rarefatta e
dilatata, occasionali nenie vocali, gli strumenti a corda intenti ad intonare
melodie minimaliste, un corno che funge da basso e sporadiche percussioni.
Unworeldes è un lungo monologo drone dell'età della
pietra, ideale colonna sonora della sezione “zoomofra” di 2001 Odissea nello
Spazio, con un proto-uomo alla prese con un mondo misterico ed
indecifrabile. Immaginate di trovarvi di fronte “al” monolite: questa è la sua
musica; solenne e straniante, spalancata sull'ignoto come la conclusiva
Geometry Of Emptiness: una lunga suite di synth, corno e field-recordings,
puntellata qua e là da sporadiche percussioni.
In precedenza, alla ricerca di
termini di paragone, ho fatto il nome dei Sunn O))). Non vorrei trarvi in
inganno. L'unico punto di contatto consiste nella caratura introspettiva della
proposta musicale, per il resto le formazioni divergono massicciamente. Gli
americani fanno uso di strumenti elettrici, realizzandosi in panorami cupi ed
opprimenti. Gli Arkaus Eos invece rifuggono l'elettricità pesante, (vedendo
alcuni video delle performance live, ho notato come il chitarrista usasse
chitarra ed archetto, avvicinandosi più allo Jonsi dei Sigur Ros che alle
colate distorsive degli americani), indirizzandosi verso atmosfere esoteriche e
notturne, pregne di magia pagana; che legano, decisamente, i finlandesi ai Dead
Can Dance.
Sia che si voglia esaltarli
oppure bistrattarli, è innegabile riconoscere alla band una sua ben precisa
fisionomia musicale, che culmina nella tensione ritualistica delle loro
proposte (I live assumono il carattere di vere e proprie messe pagane, con
tanto di tuniche e cappucci), impreziosite poi da un packaging di grande
impatto, con copertine e confezioni curate sin nei minimi particolari, che
giustificano, l'acquisto dei dischi.
Unworeldes è un occulto
rituale pagano che riesce a sottrarci al panorama industriale in cui siamo
immersi, ricordandoci le nostre radici biologiche e misteriche. Il mistero,
esattamente il fulcro attorno cui ruota la proposta musicale degli Arktau Eos.
Recensione a cura di: Ersatz
Voto: 85/100
Tracklist:
1) The Cypress Watcher
2) Cove Of The Seven-Winged
3) Black Leaf Gaze
4) Geometry Emptiness
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