Seven Thorns “Return to the Past”
Full-length, Nightmare Records, 2010
Una delle cose che ho molto apprezzato, tra le altre, in
questo “Return to the Past”, sono le vocals di Erik Ez, che non si esprimono in
acuti a volte un po’ fastidiosi, tipici di questo tipo di power metal di estrazione
teutonica, ma questo singer è in possesso di una ugola calda e vellutata e
abbastanza grintosa, che mi ha ricordato un po’ Jorn Lande.
Genere: Power Metal
Dalla Danimarca giunge il secondo album di questi power
metallers di razza, e lo fanno confermando quanto di buono avevano già fatto
nel loro primo album “Glow of Dawn” del 2007. Tutti gli amanti di gruppi come
Masterplan, Helloween, Gamma Ray o Sonata Arctica non devono lasciarsi sfuggire
per nessun motivo questo disco, che è davvero ben realizzato, a partire dalla
preparazione dei musicisti, alla vena compositiva fino alla produzione; tutto è
al posto giusto.
Sin dalla iniziale “Liberty” sembra di essere catapultati
davvero nel passato, come il titolo del disco lascia intendere. Una canzone che
sembra uscita dai due “Keeper” degli Helloween. Buon tiro, doppia cassa,
velocità abbastanza sostenute ma non esasperate, chitarre e tastiere di chiara
estrazione neoclassica, voce melodica e ritornelli da cantare a pieni polmoni. Con
la seguente “End of the Road” si prosegue su questi binari. Molto gradevole il
contrasto tra feeling positivo e piccoli influssi malinconici, ottimi gli
inserti solistici di chitarra, e il tutto rende anche questa canzone vincente
ed accattivante. I tappeti di tastiera sono discreti, nel senso che non sono
troppo invadenti o melensi e fungono da base “atmosferica” ai brani. Tecnica
messa ben in evidenza, soprattutto a livello chitarristico in “Through the
Mirror”, e solita carica unita a refrain di facile memorizzazione.
E’ davvero dura trovare un punto debole in questo disco, ve
lo dico. Questi Seven Thorns scavalcano forse l’unico neo che potrebbero avere,
ovvero quello della poca originalità, con un mestiere e una preparazione di
ottimo livello. Come infatti accennavo, se è vero che il loro power metal non
offre nulla di innovativo, è anche vero che praticamente tutto il disco si
mantiene su livelli eccellenti, con altre perle come la bellissima “Freedom
Call”, irresistibile nel suo veloce incedere e per delle partiture vocali che
sono pressoché perfette, in grado di scuotere l’anima e, perché no, riuscire a
infondere coraggio e ottimismo nell’ascoltatore. E ancora cito la finale
“Return to the Past”, un sunto di quanto questi signori hanno espresso in
quest’opera, molto convincente in toto.
Rimane quindi scontato, dopo le mie parole, dirvi che a mio
parere questo disco merita di essere posseduto da qualsiasi amante del power
metal melodico, ma anche che merita attenzione da chiunque ricerchi un buon disco
di heavy metal ben architettato, orecchiabile e potente allo stesso tempo.
Promossi senza riserve e li segnalo come rivelazione power degli ultimi anni.
Dategli una chance.
Recensione a cura di: Sergio Vinci “Kosmos Reversum”
Voto: 80/100
Tracklist:
1.Liberty 04:47 2.End of the Road 04:40 3.Through the Mirror 04:26 4.Freedom Call 04:18 5.Countdown 05:02 6.Forest Majesty 04:08 7.Spread Your Wings 05:23 8.Fires and Storms 05:31 9.Return to the Past 05:59
DURATA TOTALE: 44:14
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