Permixtio / Ethere “Split”
Split, Novecento Produzioni, 2011
Parole che un’altra volta non suonano come semplice propaganda altisonante per mascherare una mancanza di idee nel proprio prodotto, ma solo un veritiero riassunto dell’attitudine sia lirica che musicale a cui andrete incontro nei tre brani dei Permixtio qui proposti. L’inizio con “Epidemia” è dei migliori, con le note tristi di un carillon malato che sfociano in riff dissonanti, deviati, con la voce di Umbra che si esprime in scream disperati e urla in un misto di rabbia, dolore e follia. La musica tiene sempre l’ascoltatore in un’atmosfera gelida e rigida, come sull’orlo di un precipizio. Buone le aperture melodiche delle chitarre e buono anche l’utilizzo del basso che si ritaglia un suo spazio ben udibile. Proseguiamo con “Melancolia in Requie”, aperta da rumori di pioggia e arpeggi di chitarra acustica molto tristi, e praticamente la canzone non si discosterà da questi elementi fino alla fine, unendo solo un’altra chitarra elettrica che si lascia andare in un lungo assolo diluito nell’atmosfera decadente del brano. Il brano migliore dei Permixtio è probabilmente l’ultimo qui proposto, ovvero “Innalzamento Divino”, che ha un riff portante semplice quanto toccante. I cori e l’iserimento di alcuni sample di discorsi fanno acquistare alla canzone imprevedibilità e senso di oppressione. Non c’è luce, non c’è speranza. Chi ama Abyssic hate, Burzum e certi Lifelover amerà questo pezzo.
Ora passiamo alla seconda parte dello split dedicata agli Ethere, in cui milita sempre un membro degli Strix, il bassista, e per me questo progetto innalza ancora la qualità già alta di questo split. Atmosfere rarefatte, calma apparente, tanta malinconia, monotonia. Questi sono i tratti distintivi del sound degli Ethere, che puntano su una proposta che ricorda Vhernen e roba simile. Le tastiere tessono un tappeto fatto ad hoc per questa proposta e le vocals sembrano arrivare da lontano, anzi, da un’altra dimensione. Difficile spiegare a parole quello che Ethere trasmette: si va un po’ oltre il concetto di musica, si entra nei sentieri dell’inconscio e dello sconosciuto, o anche della meditazione. I brani di Ethere hanno una durata di quasi dieci minuti ciascuno, e onestamente non vedevo altra via per dare un senso compiuto a questa proposta.
Non rimane che fare i complimenti ad entrambe le band, sottolineando che un’altra volta Novecento ci ha visto giusto. Assolutamente un lavoro imperdibile per chiunque ricerchi nella musica spazi che difficilmente si esplorano con il normale conscio, ma consiglio l’ascolto a chiunque, soprattutto per quanto proposto da Ethere, che è stato capace di sorpassare ogni confine con una musica a dir poco emozionante e sovrannaturale.
Recensione a cura di: Sergio Vinci “Kosmos Reversum”
Voto: 80/100
Tracklist:
1. Permixtio - Epidemia 04:50
2. Permixtio - Melancolia in Requie 03:16
3. Permixtio - Innalzamento Divino 06:06
4. Ethere - Ode all'Inverno 09:14
5. Ethere - Lux Aeterna 08:44
DURATA TOTALE: 32:10
http://www.permixtio.altervista.org/
http://www.facebook.com/pages/Ethere/118924554843446?v=info
Genere: Black Metal/Atmospheric Black Metal
Ed ecco che a confermare quanto di buono sta facendo Novecento Produzioni, arriva nel mio stereo, dopo gli Infamous, recensiti pochi giorni fa, questo split tra Permixtio ed Ethere. Due band ottime del panorama black metal italiano, che riescono a confezionare un cd interessantissimo per i cultori dell’underground black metal.
Per quanto riguarda i Permixtio, cominciamo ad andare un po’ a ritroso nella loro storia riportando le note della bio, nelle parole dello stesso Umbra, già chitarrista degli Strix:
Ed ecco che a confermare quanto di buono sta facendo Novecento Produzioni, arriva nel mio stereo, dopo gli Infamous, recensiti pochi giorni fa, questo split tra Permixtio ed Ethere. Due band ottime del panorama black metal italiano, che riescono a confezionare un cd interessantissimo per i cultori dell’underground black metal.
Per quanto riguarda i Permixtio, cominciamo ad andare un po’ a ritroso nella loro storia riportando le note della bio, nelle parole dello stesso Umbra, già chitarrista degli Strix:
L’opera Permixtio nasce nei primi mesi del 2008 come mia ambizione musicale solista a seguito di una forte rivalutazione spirituale volta al raggiungimento di una più elevata e oscura conoscenza del Caos esistenziale.
Musiche opprimenti e atmosferiche tesseranno un cammino trascendentale verso l’adorazione del culto dell’Io dai toni esoterici e maligni.
Il passaggio oltre il confine umano sarà segnato dal simbolo della serpe che racchiude in sè le chiavi per la consapevolezza massima.
Durante il decimo anno del nuovo millennio è iniziato il cammino con la prima Opera al Nero intitolata “Il Canto dei Sepolcri”.
Solo il tempo svelerà la strada che discende nell’abisso…..
Umbra
Parole che un’altra volta non suonano come semplice propaganda altisonante per mascherare una mancanza di idee nel proprio prodotto, ma solo un veritiero riassunto dell’attitudine sia lirica che musicale a cui andrete incontro nei tre brani dei Permixtio qui proposti. L’inizio con “Epidemia” è dei migliori, con le note tristi di un carillon malato che sfociano in riff dissonanti, deviati, con la voce di Umbra che si esprime in scream disperati e urla in un misto di rabbia, dolore e follia. La musica tiene sempre l’ascoltatore in un’atmosfera gelida e rigida, come sull’orlo di un precipizio. Buone le aperture melodiche delle chitarre e buono anche l’utilizzo del basso che si ritaglia un suo spazio ben udibile. Proseguiamo con “Melancolia in Requie”, aperta da rumori di pioggia e arpeggi di chitarra acustica molto tristi, e praticamente la canzone non si discosterà da questi elementi fino alla fine, unendo solo un’altra chitarra elettrica che si lascia andare in un lungo assolo diluito nell’atmosfera decadente del brano. Il brano migliore dei Permixtio è probabilmente l’ultimo qui proposto, ovvero “Innalzamento Divino”, che ha un riff portante semplice quanto toccante. I cori e l’iserimento di alcuni sample di discorsi fanno acquistare alla canzone imprevedibilità e senso di oppressione. Non c’è luce, non c’è speranza. Chi ama Abyssic hate, Burzum e certi Lifelover amerà questo pezzo.
Ora passiamo alla seconda parte dello split dedicata agli Ethere, in cui milita sempre un membro degli Strix, il bassista, e per me questo progetto innalza ancora la qualità già alta di questo split. Atmosfere rarefatte, calma apparente, tanta malinconia, monotonia. Questi sono i tratti distintivi del sound degli Ethere, che puntano su una proposta che ricorda Vhernen e roba simile. Le tastiere tessono un tappeto fatto ad hoc per questa proposta e le vocals sembrano arrivare da lontano, anzi, da un’altra dimensione. Difficile spiegare a parole quello che Ethere trasmette: si va un po’ oltre il concetto di musica, si entra nei sentieri dell’inconscio e dello sconosciuto, o anche della meditazione. I brani di Ethere hanno una durata di quasi dieci minuti ciascuno, e onestamente non vedevo altra via per dare un senso compiuto a questa proposta.
Non rimane che fare i complimenti ad entrambe le band, sottolineando che un’altra volta Novecento ci ha visto giusto. Assolutamente un lavoro imperdibile per chiunque ricerchi nella musica spazi che difficilmente si esplorano con il normale conscio, ma consiglio l’ascolto a chiunque, soprattutto per quanto proposto da Ethere, che è stato capace di sorpassare ogni confine con una musica a dir poco emozionante e sovrannaturale.
Recensione a cura di: Sergio Vinci “Kosmos Reversum”
Voto: 80/100
Tracklist:
1. Permixtio - Epidemia 04:50
2. Permixtio - Melancolia in Requie 03:16
3. Permixtio - Innalzamento Divino 06:06
4. Ethere - Ode all'Inverno 09:14
5. Ethere - Lux Aeterna 08:44
DURATA TOTALE: 32:10
http://www.permixtio.altervista.org/
http://www.facebook.com/pages/Ethere/118924554843446?v=info
Recentemente ho ascoltato questo album e devo dire che mi trovo d'accordo con questa recensione.
RispondiEliminaIn questo genere (leggi alla voce depressive) è molto difficile trovare gruppi che non siano pretenziosi...invece in questo caso si viene davvero avvolti in una nube di oscurità!
Mi ricordano ( con le dovute cautele ovviamente) certe atmosfere dei primi Cure....
A me gli Ethere son piaciuti davvero, molto onirici, e complìmenti anche ai Permixtio, forse loro in effetti leggermente più vicini al depressive. Per il resto un lavoro che va al di là di facili catalogazioni, molto ricco di personalità per entrambe le band coinvolte...
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