Opera IX "The Black Opera (Symphoniae Mysteriorum In Laudem Tenebrarum)"
Full-length, Avantgarde Music, 2000
Genere: Black Metal
Il terzo album degli Opera IX, uscito nel 2001 per la prestigiosa Avantgarde Music, è a detta di chi scrive il capolavoro indiscusso degli Opera IX, e anche l’ultimo con Cadaveria alla voce e Flegias (sì, proprio quello dei Necrodeath) alla batteria, la cui separazione non fu affatto lieta e avvenne pochi mesi dopo l’uscita di questo disco.
Un disco, come si diceva, che rappresenta l’apice della discografia degli Opera IX, che manifesta tutte le potenzialità già espresse nel precedente “Sacro Culto”, ma al tempo non ancora scaricate bene a terra. L’evoluzione stilistica che si osserva in questo album non è radicale, ma consiste in tutta una serie di piccoli accorgimenti sonori, compositivi e di arrangiamento che rendono quest’album particolarmente riuscito, coeso ed amalgamato come finora mai ho sentito dagli Opera IX. Stupisce, per esempio, una chitarra che in tutto l’album manifesta timbriche decisamente più death/thrash oriented, con un largo uso di riffs in palm mute e molti più assoli di quanto non si sia sentito in passato, mentre Cadaveria evita alcune ingenuità mostrate in passato e utilizza una costante alternanza tra screamings e voci pulite a volte normali ed altre più acide, rendendo sempre al massimo e davvero non sbagliando mai neanche un colpo. Ottimo e più articolato anche il lavoro di Lunaris alla tastiera. A livello di qualità sonora, inoltre, questo è il disco migliore: spesso le produzioni degli Opera IX non mi sono molto piaciute perché di base ben fatte ma spesso poco curate nei dettagli, con poche sovraincisioni e volumi non sempre corretti, ma qui siamo ai livelli migliori, con tutti gli strumenti (tranne forse il basso) perfettamente presenti ed equilibrati.
Il risultato, graziato anche da una ispirazione eccellente in fase di composizione, è splendido. È un disco incredibilmente coinvolgente, potente, magnetico, perfettamente descrittore di moods cupi quando va piano, e quando va veloce suona sempre atmosferico, come è classico per questo gruppo, ma anche sempre parecchio sinistro e teso, anche se la componente metal non manca mai, con punte di pathos davvero come ne ho viste pochissime volte in giro. “The First Seal” è l’esempio migliore di tutto questo, ed anche il brano più bello mai fatto dagli Opera IX, ma va detto che tranne forse la conclusiva “The Sixth Seal” questo disco va sempre ad altissimi livelli di ispirazione e non sbaglia un colpo mai.
Il tutto imperniato su di un concept sorprendentemente che non sembra aver nulla a che fare con le tematiche occulto/medievali/stregonesche tipiche, ma piuttosto (come d’altronde appariva già a tratti su “Sacro Culto”) su tematiche demoniache. Mi riferisco, tra gli altri, al tratto di “Beyond the Black Diamond Gates”, dove Cadaveria recita queste parole: “My name is Astaroth-Astarte", it hurled, "I am him-her who walks in the dark Who will lead you to ecstasy, I will give you the power of revenge”, che è una chiara auto – descrizione del demone evocato e che, stando alle parole degli stessi Opera IX in una vecchia intervista di GrindZone del 2001, sarebbe accaduta per davvero. Il disco si conclude con una cover ovviamente avulsa dal concept demonologico, ovvero la celeberrima “Bela Lugosi’s dead”, che gli Opera IX hanno stravolto nei suoni, rendendola un brano praticamente gothic metal con molte più chitarre e tastiera e meno basso.
Insomma: questo “The Black Opera”, graziato da una veste grafica eccezionale, è uno dei pochi dischi assolutamente da avere dell’underground black metal italiano in quanto rappresenta non solo gli Opera IX al meglio, ma anche un prodotto estremamente genuino e godibile, che non teme paragoni all’estero e che merita di essere ascoltato e approfondito da chiunque voglia avere un’idea di mettere feelings ed emozioni nella musica black metal. Il giudizio finale è una valutazione oggettiva di questo disco paragonato alla scena mondiale. Paragonato al resto della loro discografia, questo “The Black Opera” è da voto pieno in quanto miglior prova discografica. Imbattuta da 11 anni.
Recensione a cura di: Snarl
VOTO: 94/100
2. Act II: Beyond the Black Diamond Gates 07:14
3. Act III: Carnal Delight in the Vortex of Evil 06:13
4. Act IV: Congressus Cum Daemone 10:24
5. Act V: The Magic Temple 04:16
6. Act VI: The Sixth Seal 07:50
7. Bela Lugosi's Dead (Bauhaus cover) 05:28
Genere: Black Metal
Il terzo album degli Opera IX, uscito nel 2001 per la prestigiosa Avantgarde Music, è a detta di chi scrive il capolavoro indiscusso degli Opera IX, e anche l’ultimo con Cadaveria alla voce e Flegias (sì, proprio quello dei Necrodeath) alla batteria, la cui separazione non fu affatto lieta e avvenne pochi mesi dopo l’uscita di questo disco.
Un disco, come si diceva, che rappresenta l’apice della discografia degli Opera IX, che manifesta tutte le potenzialità già espresse nel precedente “Sacro Culto”, ma al tempo non ancora scaricate bene a terra. L’evoluzione stilistica che si osserva in questo album non è radicale, ma consiste in tutta una serie di piccoli accorgimenti sonori, compositivi e di arrangiamento che rendono quest’album particolarmente riuscito, coeso ed amalgamato come finora mai ho sentito dagli Opera IX. Stupisce, per esempio, una chitarra che in tutto l’album manifesta timbriche decisamente più death/thrash oriented, con un largo uso di riffs in palm mute e molti più assoli di quanto non si sia sentito in passato, mentre Cadaveria evita alcune ingenuità mostrate in passato e utilizza una costante alternanza tra screamings e voci pulite a volte normali ed altre più acide, rendendo sempre al massimo e davvero non sbagliando mai neanche un colpo. Ottimo e più articolato anche il lavoro di Lunaris alla tastiera. A livello di qualità sonora, inoltre, questo è il disco migliore: spesso le produzioni degli Opera IX non mi sono molto piaciute perché di base ben fatte ma spesso poco curate nei dettagli, con poche sovraincisioni e volumi non sempre corretti, ma qui siamo ai livelli migliori, con tutti gli strumenti (tranne forse il basso) perfettamente presenti ed equilibrati.
Il risultato, graziato anche da una ispirazione eccellente in fase di composizione, è splendido. È un disco incredibilmente coinvolgente, potente, magnetico, perfettamente descrittore di moods cupi quando va piano, e quando va veloce suona sempre atmosferico, come è classico per questo gruppo, ma anche sempre parecchio sinistro e teso, anche se la componente metal non manca mai, con punte di pathos davvero come ne ho viste pochissime volte in giro. “The First Seal” è l’esempio migliore di tutto questo, ed anche il brano più bello mai fatto dagli Opera IX, ma va detto che tranne forse la conclusiva “The Sixth Seal” questo disco va sempre ad altissimi livelli di ispirazione e non sbaglia un colpo mai.
Il tutto imperniato su di un concept sorprendentemente che non sembra aver nulla a che fare con le tematiche occulto/medievali/stregonesche tipiche, ma piuttosto (come d’altronde appariva già a tratti su “Sacro Culto”) su tematiche demoniache. Mi riferisco, tra gli altri, al tratto di “Beyond the Black Diamond Gates”, dove Cadaveria recita queste parole: “My name is Astaroth-Astarte", it hurled, "I am him-her who walks in the dark Who will lead you to ecstasy, I will give you the power of revenge”, che è una chiara auto – descrizione del demone evocato e che, stando alle parole degli stessi Opera IX in una vecchia intervista di GrindZone del 2001, sarebbe accaduta per davvero. Il disco si conclude con una cover ovviamente avulsa dal concept demonologico, ovvero la celeberrima “Bela Lugosi’s dead”, che gli Opera IX hanno stravolto nei suoni, rendendola un brano praticamente gothic metal con molte più chitarre e tastiera e meno basso.
Insomma: questo “The Black Opera”, graziato da una veste grafica eccezionale, è uno dei pochi dischi assolutamente da avere dell’underground black metal italiano in quanto rappresenta non solo gli Opera IX al meglio, ma anche un prodotto estremamente genuino e godibile, che non teme paragoni all’estero e che merita di essere ascoltato e approfondito da chiunque voglia avere un’idea di mettere feelings ed emozioni nella musica black metal. Il giudizio finale è una valutazione oggettiva di questo disco paragonato alla scena mondiale. Paragonato al resto della loro discografia, questo “The Black Opera” è da voto pieno in quanto miglior prova discografica. Imbattuta da 11 anni.
Recensione a cura di: Snarl
VOTO: 94/100
Tracklist:
1. Act I: The First Seal 09:39 2. Act II: Beyond the Black Diamond Gates 07:14
3. Act III: Carnal Delight in the Vortex of Evil 06:13
4. Act IV: Congressus Cum Daemone 10:24
5. Act V: The Magic Temple 04:16
6. Act VI: The Sixth Seal 07:50
7. Bela Lugosi's Dead (Bauhaus cover) 05:28
DURATA TOTALE: 51:04
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