Cornerstone "Somewhere In America"
Full-length, ATOM Records, 2011
Genere: AOR/Pop-Rock
Una band dallo stile americano, che mescola AOR, hard rock e un po’ di pop proviene inaspettatamente dall’europea Austria. Al loro secondo album, i Cornestone danno lezione di rock “come si faceva una volta”, forse un po’ dimenticato, ma che a noi è piaciuto molto in fatto non solo di orecchiabilità, ma anche di grande lavoro che c’è dietro questo:“Somewhere In America”, un disco che è nato proprio dopo il loro ultimo tour americano.
Il gruppo è stato spalla di moltissime altre band più o meno navigate e, senza dubbio, quest’esperienza è il collante di questa fatica. Un plauso personale d’apertura review voglio dedicarlo alla singer Patricia Hillinger che già dalla prima traccia, Stay, dà prova di essere una donna con carattere; riffoni di chitarra e note grintose sembrano essere le scelte più adatte in apertura disco. Si prosegue con Rise And Shine, altro pezzo orecchiabile di cui vi segnalo il notevole solo del co-fondatore della band in questione, Steve Wachelhofer, che insieme a suo fratello Michael, che firma la linea di basso del gruppo, ha dato vita ai Cornerstone nel 1998.
Un po’ di America o di Boston in questo disco, ma credetemi se vi dico che è un lavoro pieno di sorprese: Breathing For You, ad esempio, incanta nella prova dell’intero gruppo e ricorda molto i lavori delle nuove leve del panorama americano senza, però, intervalli di growl che va tanto di moda laggiù. Continuando l’ascolto, vi segnalo la ballad: Right Or Worng, con la grande prova di Patricia accompagnata da uno struggente piano e da una decisa chitarra. Arrivati a questo punto, non voglio dilungarmi su ogni singola traccia perché rischierei di ostacolare l’effetto sorpresa che regala ogni ascolto, ma lasciatemi dire ancora due parole su un altro pezzo: Oblivius, una song molto diversa dal rock presente in questo disco, divertente e senza forzature, che ci insegna che si può ancora fare rock con qualsiasi riff, basta cercare in se stessi e nella propria creatività andando più in là di un genere ormai abituato a se stesso.
È questo il complimento più grande che possiamo fare a questa band: l’aver rischiato il confronto con i mostri sacri che, a volte, preferiscono rinchiudersi in un mondo dorato, fatto di ricordi, al posto di mettersi in gioco e di azzardare un po’.
Dedicato a tutti gli amanti dei toni… non troppo forti!
Recensione a cura di: Quiet Light
VOTO: 80/100
Tracklist:
1. Stay
2. Rise And Shine
3. Breathing For You
4. Right Or Wrong
5. Like A Stranger
6. Follow You, Follow Me
7. Being Unaware
8. Oblivious
9. High And Low
10. Strut
Una band dallo stile americano, che mescola AOR, hard rock e un po’ di pop proviene inaspettatamente dall’europea Austria. Al loro secondo album, i Cornestone danno lezione di rock “come si faceva una volta”, forse un po’ dimenticato, ma che a noi è piaciuto molto in fatto non solo di orecchiabilità, ma anche di grande lavoro che c’è dietro questo:“Somewhere In America”, un disco che è nato proprio dopo il loro ultimo tour americano.
Il gruppo è stato spalla di moltissime altre band più o meno navigate e, senza dubbio, quest’esperienza è il collante di questa fatica. Un plauso personale d’apertura review voglio dedicarlo alla singer Patricia Hillinger che già dalla prima traccia, Stay, dà prova di essere una donna con carattere; riffoni di chitarra e note grintose sembrano essere le scelte più adatte in apertura disco. Si prosegue con Rise And Shine, altro pezzo orecchiabile di cui vi segnalo il notevole solo del co-fondatore della band in questione, Steve Wachelhofer, che insieme a suo fratello Michael, che firma la linea di basso del gruppo, ha dato vita ai Cornerstone nel 1998.
Un po’ di America o di Boston in questo disco, ma credetemi se vi dico che è un lavoro pieno di sorprese: Breathing For You, ad esempio, incanta nella prova dell’intero gruppo e ricorda molto i lavori delle nuove leve del panorama americano senza, però, intervalli di growl che va tanto di moda laggiù. Continuando l’ascolto, vi segnalo la ballad: Right Or Worng, con la grande prova di Patricia accompagnata da uno struggente piano e da una decisa chitarra. Arrivati a questo punto, non voglio dilungarmi su ogni singola traccia perché rischierei di ostacolare l’effetto sorpresa che regala ogni ascolto, ma lasciatemi dire ancora due parole su un altro pezzo: Oblivius, una song molto diversa dal rock presente in questo disco, divertente e senza forzature, che ci insegna che si può ancora fare rock con qualsiasi riff, basta cercare in se stessi e nella propria creatività andando più in là di un genere ormai abituato a se stesso.
È questo il complimento più grande che possiamo fare a questa band: l’aver rischiato il confronto con i mostri sacri che, a volte, preferiscono rinchiudersi in un mondo dorato, fatto di ricordi, al posto di mettersi in gioco e di azzardare un po’.
Dedicato a tutti gli amanti dei toni… non troppo forti!
Recensione a cura di: Quiet Light
VOTO: 80/100
Tracklist:
1. Stay
2. Rise And Shine
3. Breathing For You
4. Right Or Wrong
5. Like A Stranger
6. Follow You, Follow Me
7. Being Unaware
8. Oblivious
9. High And Low
10. Strut
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