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Black Flame "Septem"

Full-length, Behemoth Productions, 2011
Genere: Black/Death Metal

Tornano i Black Flame con un altro disco oscuro, nero e bruciante, negativo fino all’osso. D’altronde per i Nostri (e nostrani) non è una novità questa: una carriera ultradecennale, sei full-length e qualche altra release “minore”, tutto votato ad un ibrido black/death che appare come impenetrabile.
Anche in questo caso, come per il precedente “Imperivm”, la band partorisce un concept lirico che ruota attorno ai termini di caos come forma di ribellione ad un ordine precostituito e quindi portatore di schiavitù. L’album è incentrato sul numero 7 (“Septem”), che viene inteso come ascesa divina dell’essere umano, ma dalla copertina scorgiamo anche un trangolo rappresentante il numero 3, e il smbolo della morte e del serpente. Insomma il tutto finalizzato alla distruzione di ogni aspetto umano e la morte in genere.

La posta in gioco a livello lirico si presenta quindi abbastanza ricca, sebbene non del tutto originale, e quindi ne consegue che anche le aspettative a livello musicale siano alte da parte di chi ascolta, soprattutto per chi lo fa dopo aver preso coscienza di questi aspetti. Sono riusciti quindi i Black Flame a costruire intorno alle parole una impalcatura sonora adeguata e all’altezza della situazione? Direi di sì, anzi, un’altra volta ci sono riusciti. La palese invalicabilità del muro sonoro erto dai Nostri in questo platter all’inizio lascia un po’ storditi, annebbiati, forse non del tutto convinti, soprattutto se paragoniamo questo disco al precedente “Imperivum”, che era sicuramente Black Flame al 100%, ma forse più immediato. “Septem” invece si insinua lentamente, preferisce stritolare come potrebbero fare i serpenti posti nella cover, e poi finire senza pietà. Tutto l’album appare come un blocco unico, puro death/black metal che a mio avviso stavolta vira leggermente più verso il death metal. Nomi come Incantation, Drawn and Quartered e Immolation appaiono ben udibili nei riff, maledetti e infernali, e la voce di Cardinale Italo Martire sputa veleno in un growl non esasperato ma odioso e sprezzante.

La produzione è di ottimo livello, sebbene il mio gusto personale mi avrebbe portato ad alzare un po’ il volume delle chitarre. Infatti la batteria di m:A Fog ne esce benissimo, con un sound pieno e distruttivo, ma forse copre un pochino le ottime intuizioni delle chitarre. Il basso è un po’ relegato in secondo piano, ma non è un grosso problema in quanto, in generale, il sound ne esce comunque corposo.
Concludo dicendo che questo è un disco nel quale è inutile menzionare episodi singoli. Poco fa accennavo al fatto che siamo di fronte ad un blocco unico di malignità, senza concessioni, senza tregua. Il disco va preso e ascoltato con attenzione e, mi permetto di dire, si riuscirà a capirlo solo se si ha la mente predisposta verso il lato oscuro di ciò che ci circonda. Niente black metal da foresta innevata e nemmeno death metal da nerd dell’ultima ora. “Septem” è feroce e vendicativo, è veleno per chi progetta la propria vendetta e rinascita, e se rimarrete indifferenti davanti a canzoni come “The Seventh Star”, “The Morbid Breed”o l’annichilente e apocalittica “Zombies Without Hunger”…beh, lasciate perdere il vero Metallo della Morte.

Recensione a cura di: Sergio Vinci “Kosmos Reversum”
Voto: 78/100

Tracklist:
1. Septem
2. The seventh star
3. Endless duality
4. I am the vortex
5. The morbid breed
6. Zombies without anger
7. Matrix of the cosmic light

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