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Artificial Wish "Subconscious"

Full-length, Buil2Kill Records, 2012
Genere: Metalcore/Rock

Approdano al debutto sulla lunga distanza gli italiani Artificial Wish, dopo aver fatto un po’ di gavetta con live sparsi per varie città italiane, un promo ed un ep del 2008 di quattro brani dal titolo “Shame”, registrato presso gli Hate Studios di Vicenza. Arrivando ai giorni nostri, possiamo subito notare che questo “Subconscious” è stato curato in maniera molto professionale sin dalle prime fasi della sua creazione.
E’ infatti stato prodotto negli studi della nota Dysfunction Production con Dualized ed Eddy Dysfunction dietro la consolle, nomi noti per il loro lavoro svolto con artisti del calibro di Fear Factory, Logan Mader e Tue Madsen. La masterizzazione è stata curata da Alessandro Vanara (Vanilla Sky, Slowmotion Apocalipse, Forgotten Tears).

In effetti il sound appare subito corposo, pulito e molto potente, sicuramente degno di essere accostato a molte produzioni di nomi noti nel circuito rock e metal, soprattutto se contestualizziamo questo prodotto nell’ambito del territorio in cui si muove, dove gente come Underoath, Destroy The Runner, 36 Crazyfists e Killswitch Engage spadroneggiano e a cui i Nostri si ispirano abbastanza. In ogni caso la band mette in mostra una buona padronanza della materia che tratta, e pur non brillando di chissà quale inventiva, fa il proprio dovere con cognizione di causa e competenza, riuscendo sicuramente ad allietare le orecchie di tutti coloro che ascoltano il metalcore di ultima generazione. Ritornelli un po’ ruffiani e melodici, chitarre compresse e aperture melodiche alternate a spallate più grintose sono gli ingredienti principali di questo “Subconscious”. Certamente, se da un lato formale non si può rimproverare nulla alla band, perché pare che tutte le carte siano ben disposte bene sul tavolo, alla fine dell’ascolto di questo disco rimane un po’ la sensazione che, se togliamo il luccicante involucro fatto di suoni moderni e accattivanti, il disco non lascia però una impronta longeva sull’ascoltatore. Il genere di questa formazione deve piacere, come tutti gli altri del resto, ma è anche vero che questa formula comincia un po’ a mostrare i propri limiti e pare un po’ troppo sfruttata per colpire e stupire ancora. I brani sono di buona fattura, certo, ma anche troppo spesso ripetitivi e troppo somiglianti tra loro. Piccole variazioni si sentono tra le varie canzoni, ma in pratica se hai ascoltato un brano li hai ascoltati tutti. Non si mette assolutamente in discussione la preparazione tecnica di questi ragazzi, come anche il fatto che gli aficionados del settore lo potranno apprezzare, ma per me questo non basta per fare di questo disco un prodotto davvero appetibile, almeno per i miei gusti.

In ogni caso fa piacere vedere bands che prendono sin dall’inizio la loro carriera seriamente, investendo sulla propria arte per presentarla nel migliore dei modi. Ma anche questo aspetto deve poi sfociare in un risultato del tutto soddisfacente, sennò viene il dubbio che, purtroppo, si è al cospetto di un prodotto figlio dei nostri tempi: frenetici e più votati alla forma che alla sostanza. In generale però, “Subconscious” appare come un prodotto discreto nel suo ambito, ma che non riesce a brillare di luce propria, ma solo della luce delle bands a cui si ispirano questi Artificial Wish e di cui ne risultano un po’ dei cloni, ben fatti, ma sempre cloni.
Aspettiamo sviluppi futuri, essendo al loro primo disco potrebbero anche riservare buone sorprese e più personalità.

Recensione a cura di: Sergio Vinci “Kosmos Reversum”
Voto: 62/100


Tracklist:
1. Preface
2. Spin
3. Evidence
4. My Clay's World
5. One
6. Infected Thoughts
7. 'Till The End
8. The Line
9. Halo

www.myspace.com/artificialwishband
it-it.facebook.com/pages/Artificial-Wish/220266493237

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