Aeternal Seprium “Against Oblivion's Shade”
Full-length, Nadir Music, 2011
Genere: Progressive Heavy/Power Metal
I lombardi Aeternal Seprium sono attivi sin dal 1999 (partiti col nome di Black Shadows), ma pare che solo negli ultimi anni abbiano iniziato a mettere nero su bianco la loro proposta, prima con un paio di demo datati 2007 e 2010, e nel frattempo esibendosi molto live e proponendo anche cover di bands come Iron Maiden, Grave Digger, Warlord e Blind Guardian e, in seguito all’interesse di alcuni promoter, giungono ad aprire per bands del calibro di Omen, Phantom X e Tokio Blade.
Nel 2011 entrano nel roster della Nedir Music che li supporta nella realizzazione di questo loro primo full-length, “Against Oblivion's Shade”.
Nel 2011 entrano nel roster della Nedir Music che li supporta nella realizzazione di questo loro primo full-length, “Against Oblivion's Shade”.
La base dei Nostri è da ricercarsi proprio nelle band citate precedentemente, nell’heavy metal classico e nel power metal, con venature prog, folk ed epic metal. Il dico si apre con “The Man Among Two Worlds”, una classica heavy song dove la band mette in chiaro le proprie intenzioni: heavy metal classico di matrice NWOBHM, con le solite chitarre abili nel costruire riff melodici e taglienti e la voce di Stefano Silvestrini che si fa notare per estensione e per le alte tonalità che raggiunge. Buona la prova corale di tutto il gruppo, con plauso particolare al batterista, Matteo Tommasini, preciso, potente, dotato di buona tecnica e di fantasia. Dalla seconda “Vainglory”, che è puro power metal intervallato da parti più ragionate si incomincia però ad insinuare in me una perplessità, e questa è dovuta alla prestazione vocale di Silvestrini, certo di buon livello, ma anche tendente a strafare un po’ sugli acuti. Ma ripeto, la timbrica della voce è opinabile, ma qualche nota un po’ fuori contesto, a livello vocale, io l’ho sentita qua e là. Per carità, questo singer in generale è capace, anche sopra la media, ma qualche dubbio sul suo gusto rimane.
Proseguendo mi sento di menzionare ancora qualche episodio, come “Soliloquy Of The Sentenced”, una semi-ballad dai toni grigi e misteriosi, che sfocia in un finale quasi prog dove le chitarre soliste dettano legge. Poi ancora, abbiamo bei momenti con la rocciosa “In Sign Of Brenno”, lenta e minacciosa all’inizio, ma capace di riservare qualche sorpresa ritmica nel suo prosequio, con qualche accelerazione ben assestata. Dalla metà in poi si accentua la vena epica, per una song che diviene quasi solenne. Le chitarre fanno qui un gran lavoro a livello sia ritmico che solista, ma in generale la coppia di asce dimostra una bella preparazione in tutto il disco. Le venature prog-power sono predominanti ancora in “Victimula’s Stone”, ma anche “Solstice Of Burning Souls” si presenta abbastanza intricata, con un finale questa volta davvero ottimo, dove la furia prende il sopravvento. In generale quindi questa band ama sia ripercorrere i sentieri di un passato heavy metal molto classico, ma la vena progressive è molto determinante nel loro sound, arricchendolo di varie sfumature, e capace di afferrare l’attenzione di chi ascolta e tenerlo sempre un po’ sulle corde proprio per l’imprevedibilità di quanto proposto in questo disco. Potrei anche citare anche un paio di nomi del thrash più tecnico che emergono a tratti nei solchi di questo “Against Oblivion's Shade”, ovvero Toxik e Watchtower, ma vorrei sottolineare che si tratta di momenti spradici, e appunto, quelli dove il genere thrash emerge con più determinazione.
Concludendo dico che questo è un album riuscito, certo non “facile” come potrebbe apparire ad un primo, disattento ascolto, dove la tecnica gioca un ruolo determinante e dove l’heavy metal viene trattato in maniera fedele ma anche particolare proprio in virtù dell’alto tasso tecnico dei Nostri. L’unico neo potrebbe essere la voce, che definirei un po’ sopra le righe, ma anche questo potrebbe essere un fattore positivo del disco; dipende dal gusto personale di ognuno in poche parole.
Disco consigliato a coloro i quali dal metal pretendono ottima preparazione strumentale e per gli amanti del progressive (metal, speed, thrash) in genere.
Recensione a cura di Sergio Vinci “Kosmos Reversum”
Voto: 68/100
Tracklist:
1. The Man Among Two Worlds 2. Vainglory
3. Sailing Like the Gods of the Sea
4. Soliloquy of the Sentenced
5. In Sign of Brenno
6. Victimula's Stone
7. Solstice of Burning Souls
8. L'Eresiarca
9. The Oak and the Cross
10. Under Flag of Seprium
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