Opera IX "Strix - Maledictae in Aeternum"
Genere: Black Metal
Dopo sette anni di silenzio, gli Opera IX ritornano, e lo fanno nella sempre consueta veste medievale, occultistica e stregonesca, con la quale i piemontesi ci hanno abituato. Il cd in questione, questo “Strix maledictae in Aeternum” è parecchio lungo, con 9 tracce più intro e due intermezzi diluiti in quasi 70 minuti di musica, e presenta molta carne al fuoco. Non tanto in termini di stili e sfumature sonore, quanto proprio nella quantità di musica proposta.
Partiamo dalla fine: questo “Strix…” è un cd bello, da ascoltare diverse volte e godibile, ma non è l’highlight degli Opera IX e non è scevro di difetti. La loro biografia ci dice che “il cd analizza tutte le visioni sui tempi bui dell’umanità, cioè il medioevo”, e che “questo cd è un viaggio peccaminoso nei più oscuri e macabri desideri dell’uomo”. Beh, è vero. “Strix…” soprattutto nella prima metà suona parecchio contorto, un po’ disarmonico e disturbante, e riesce bene a trasmettere proprio un senso di inquietudine interiore che si adatta molto bene a quanto gli Opera IX si proponevano. Ciò avviene anche attraverso delle soluzioni stilistiche che sacrificano parte del lato epico di questa band, prediligendone uno molto più tipicamente symphonic black metal e a tratti solenne, che fa risaltare al massimo canzoni come la bella accoppiata “Mandragora” e “Eyes in the Well”. Anche l’opener “1313 (Eradicate the false idols)” colpisce il centro del bersaglio, proprio per via di un ottimo feeling che si esalta alla grande nei tempi medio lenti. Ciò è dovuto ad una eccellente costruzione dei brani, ben cesellati e curati, e con tutti gli strumenti al loro posto ed affiatati, dove spesso la tastiera riesce ad essere sorretta egregiamente e a far risplendere i brani. E questo per me è normale, visto che uno dei punti forti degli Opera IX è sempre stato proprio questo: la buona compattezza musicale e un ottimo gusto atmosferico delle canzoni, talmente marcato da far sembrare gli Opera IX poco aggressivi anche quando vanno veloce.
Ma abbiamo detto che questo cd non è scevro da difetti. Ed infatti, i punti deboli degli Opera IX per me ci sono ancora più o meno tutti. E anche se non rovinano il cd, lo zavorrano un po’. Anzitutto, sono poco soddisfatto della qualità sonora di quest’album: mi è capitato in passato di non gradire molto le qualità sonore di questo gruppo, ma questa produzione sinceramente mi pare un po’ troppo spartana perché sacrifica troppo il basso, mancano delle sovraincisioni che per me avrebbero reso al meglio le parti più solenni e quelle atmosferiche, la chitarra è impastata nel sound e viene facilmente coperta dalla tastiera, e forse anche per questo le parti veloci suonano sempre un po’ confuse, rovinando in parte l’impatto dei brani. Poi, il cd è un po’ discontinuo a livello di stile compositivo: certo, non vogliamo per forza dei cd perfettamente omogenei, ma da “Earth and fire” in poi i brani sembrano come fare parte di un altro cd: sono ancora meno contorti e dissonanti e si rifanno di più ad un symphonic black metal che soprattutto negli ultimi due brani mi sembra un po’ manieristico e che probabilmente non risalta come dovrebbe. Infine, il cd per me è un po’ troppo lento, indugia spesso su tempi medio lenti e in certi brani sembra che non ci sia climax né un trasporto delle atmosfere, ma solo dei breaks che trovo alle volte inopportuni. Magari con i testi davanti i brani scorrono e si comprendono meglio…
Insomma: tirando le somme, “Strix…” è un bel disco degli Opera IX, acquistabile tranquillamente a scatola chiusa da chi voglia avvicinarsi a questo gruppo, ed anche a chi cerca nuovi dischi black metal con tastiere da ascoltare. Tuttavia, non è il loro disco migliore: “Sacro Culto” pur nella sua immaturità è migliore, e il loro “The black opera” è assolutamente inattaccabile al primo posto. Certo, saranno altri dischi con altri membri, ma in questi ultimi dischi gli Opera IX hanno dato il massimo loro. C’era tutto, ed era talmente perfetto che più volte la mia colonna vertebrale ha avuto i brividi per l’adrenalina.
Il giudizio finale che propongo è una valutazione di questo disco paragonato al resto della loro discografia: un “sette più” che promuove tranquillamente gli Opera IX tra degli applausi che però non sono scroscianti e da standing ovation come in passato. Se volete una valutazione oggettiva del disco, invece, date circa cinque punti in più al mio giudizio finale. Ad ogni modo, come detto, sette più, anche se non è il miglior disco della loro discografia.
Partiamo dalla fine: questo “Strix…” è un cd bello, da ascoltare diverse volte e godibile, ma non è l’highlight degli Opera IX e non è scevro di difetti. La loro biografia ci dice che “il cd analizza tutte le visioni sui tempi bui dell’umanità, cioè il medioevo”, e che “questo cd è un viaggio peccaminoso nei più oscuri e macabri desideri dell’uomo”. Beh, è vero. “Strix…” soprattutto nella prima metà suona parecchio contorto, un po’ disarmonico e disturbante, e riesce bene a trasmettere proprio un senso di inquietudine interiore che si adatta molto bene a quanto gli Opera IX si proponevano. Ciò avviene anche attraverso delle soluzioni stilistiche che sacrificano parte del lato epico di questa band, prediligendone uno molto più tipicamente symphonic black metal e a tratti solenne, che fa risaltare al massimo canzoni come la bella accoppiata “Mandragora” e “Eyes in the Well”. Anche l’opener “1313 (Eradicate the false idols)” colpisce il centro del bersaglio, proprio per via di un ottimo feeling che si esalta alla grande nei tempi medio lenti. Ciò è dovuto ad una eccellente costruzione dei brani, ben cesellati e curati, e con tutti gli strumenti al loro posto ed affiatati, dove spesso la tastiera riesce ad essere sorretta egregiamente e a far risplendere i brani. E questo per me è normale, visto che uno dei punti forti degli Opera IX è sempre stato proprio questo: la buona compattezza musicale e un ottimo gusto atmosferico delle canzoni, talmente marcato da far sembrare gli Opera IX poco aggressivi anche quando vanno veloce.
Ma abbiamo detto che questo cd non è scevro da difetti. Ed infatti, i punti deboli degli Opera IX per me ci sono ancora più o meno tutti. E anche se non rovinano il cd, lo zavorrano un po’. Anzitutto, sono poco soddisfatto della qualità sonora di quest’album: mi è capitato in passato di non gradire molto le qualità sonore di questo gruppo, ma questa produzione sinceramente mi pare un po’ troppo spartana perché sacrifica troppo il basso, mancano delle sovraincisioni che per me avrebbero reso al meglio le parti più solenni e quelle atmosferiche, la chitarra è impastata nel sound e viene facilmente coperta dalla tastiera, e forse anche per questo le parti veloci suonano sempre un po’ confuse, rovinando in parte l’impatto dei brani. Poi, il cd è un po’ discontinuo a livello di stile compositivo: certo, non vogliamo per forza dei cd perfettamente omogenei, ma da “Earth and fire” in poi i brani sembrano come fare parte di un altro cd: sono ancora meno contorti e dissonanti e si rifanno di più ad un symphonic black metal che soprattutto negli ultimi due brani mi sembra un po’ manieristico e che probabilmente non risalta come dovrebbe. Infine, il cd per me è un po’ troppo lento, indugia spesso su tempi medio lenti e in certi brani sembra che non ci sia climax né un trasporto delle atmosfere, ma solo dei breaks che trovo alle volte inopportuni. Magari con i testi davanti i brani scorrono e si comprendono meglio…
Insomma: tirando le somme, “Strix…” è un bel disco degli Opera IX, acquistabile tranquillamente a scatola chiusa da chi voglia avvicinarsi a questo gruppo, ed anche a chi cerca nuovi dischi black metal con tastiere da ascoltare. Tuttavia, non è il loro disco migliore: “Sacro Culto” pur nella sua immaturità è migliore, e il loro “The black opera” è assolutamente inattaccabile al primo posto. Certo, saranno altri dischi con altri membri, ma in questi ultimi dischi gli Opera IX hanno dato il massimo loro. C’era tutto, ed era talmente perfetto che più volte la mia colonna vertebrale ha avuto i brividi per l’adrenalina.
Il giudizio finale che propongo è una valutazione di questo disco paragonato al resto della loro discografia: un “sette più” che promuove tranquillamente gli Opera IX tra degli applausi che però non sono scroscianti e da standing ovation come in passato. Se volete una valutazione oggettiva del disco, invece, date circa cinque punti in più al mio giudizio finale. Ad ogni modo, come detto, sette più, anche se non è il miglior disco della loro discografia.
Recensione a cura di: Snarl
Voto: 73/100
Tracklist:1. Strix the Prologue (Intro) 02:39
2. 1313 (Eradicate The False Idols) 06:39
3. Dead Tree Ballad 05:42
4. Vox In Rama (part 1) 03:40
5. Vox In Rama (part 2) 05:12
6. Mandragora 06:19
7. Eyes in the Well 06:18
8. Earth and Fire 07:58
9. Ecate -The Ritual (intro) 03:29
10. Ecate 06:04
11. Nemus Tempora Maleficarum 06:29
12. Historia Nocturna 08:38
DURATA TOTALE: 01:09:07
Voto: 73/100
Tracklist:1. Strix the Prologue (Intro) 02:39
2. 1313 (Eradicate The False Idols) 06:39
3. Dead Tree Ballad 05:42
4. Vox In Rama (part 1) 03:40
5. Vox In Rama (part 2) 05:12
6. Mandragora 06:19
7. Eyes in the Well 06:18
8. Earth and Fire 07:58
9. Ecate -The Ritual (intro) 03:29
10. Ecate 06:04
11. Nemus Tempora Maleficarum 06:29
12. Historia Nocturna 08:38
DURATA TOTALE: 01:09:07
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